Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Bonifica dell’amianto bimbi dell’asilo e residenti reclusi

Fonte: Sardegna Quotidiano
27 ottobre 2011

Manifattura

 

LA PROTESTA Lavori per la rimozione di tremila metri quadrati di materiale nocivo, un cartello impone di non stare all’aria aperta nelle vicinanze. Preoccupati abitanti, educatori e genitori

È iniziata la bonifica dell’amianto all’ex Manifattura, una copertura di 3000 metri quadri, ma nessuno ha avvertito chi vive e lavora nella zona. Un unico cartello, comparso dopo l’inizio dei lavori il 12 ottobre, è stato affisso all’ingresso dell’asilo nido “Baby in giardino”, in via Lanusei 27 A. È rivolto a tutti quelli che “a vario titolo risiedono o svolgono attività nell’area” e impone: dalle 8 del mattino fino alle 17 è necessario “mantenere chiuse porte e finestre, non lasciare oggetti ed indumenti di uso personale all’esterno negli stenditoi, davanzali o balconi e di limitare al minimo le attività negli spazi all’aperto”. Anche se, si assicura, la rimozione del materiale pericoloso verrà effettuata in tutta sicurezza. Chi gravita intorno alla zona vive blindato. I bambini dell’asilo che non possono neanche uscire nel giardino che confina però con una parte della Manifattura. Come spiega Maria Francesca Monni, educatrice: «Siamo costretti a stare chiusi dentro tutto il giorno. I lavori continuano, non sappiamo fino a quando». Non lo specifica neanche il cartello, dove c’è scritto la data dell’inizio di tutta l’operazio - ne, prima 10, poi corretto a penna e trasformato in 12 ottobre, mentre la conclusione è rimandata ad una generica “comunicazione fine lavori”. L’intervento rientra nel quadro più generale della ristrutturazione dell’Ex Manifattura Tabacchi. Sul piatto la Regione aveva messo quattro milioni e settecentomila euro, l’appalto è stato vinto dall’impresa Raffaello Pellegrini srl, protocollo siglato il 20 maggio. I residenti comunque non hanno reagito bene. Non solo sono costretti a stare chiusi in casa, ma non sapevano che quegli uomini bardati di bianco apparsi all’improvviso una mattina d’ottobre, dovevano ripulire gli spazi della manifattura dal materiale killer. Lo racconta la signora Giuseppina Casti, 78 anni, che sta sempre in via Lanusei 57: «Ho preso un bello spavento quando li ho visti ma non ho pensato che fosse una cosa pericolosa. Anche perché nessuno ci ha aveva detto nulla. Poi, mi sembra dieci giorni dopo, ho visto quel cartello e da allora vivo chiusa in casa fino alle cinque del pomeriggio ». Giovanni Mascia, 54 anni, abita nella stessa via al numero 25. Commenta: «Ad avvisare i residenti del palazzo dove abito ci ha pensato la maestra dell’asilo, Valentina Lostia. Meno male, anche perché il cartello l’hanno messo solo lì. Pochi di noi sapevano di questa cosa, è incredibile». Dall ’assessorato regionale alla Cultura replicano: «Una volta che abbiamo assegnato l’appalto non c’entriamo più nulla. Possiamo intervenire solo nel caso in cui ci sono gravi inadempienze che riguardano i lavori». Francesca Ortalli