Rassegna Stampa

Sardegna 24

Cep, giovani in fuga dal disagio e la povertà

Fonte: Sardegna 24
24 ottobre 2011

 

A 40 anni senza lavoro. L’allarme del parroco; «Quest’anno ho celebrato solo due matrimoni»

Quarantenni senza lavoro a carico dei genitori e bassa percentuale di ragazzi. Questo, a larghe linee, il quadro generale del Cep, quartiere sorto a metà degli anni ’60 attraverso un progetto d’edilizia popolare. Inizialmenteabitatodagiovani, adoggi la maggior parte degli abitanti hanonmenodi65anni. Ilricambio generazionale è praticamente nullo, a causa della mancanza d’occupazione, fattore indispensabile per potersi creare una vita indipendente. La crisi del Cep si riflette anche sulla presenza d’attivitàcommerciali, pochissimerispetto al totale dei residenti, circa6500. Trale tanteproblematiche dell’area, l’unico dato positivo è legato all’alta percentuale di verde presente, maggiore rispetto a tutto il resto della città. Un unicodatopositivo inunquartiere che resta ancora semi-isolato dalresto delcapoluogo.Sonostate soprattutto queste le tematiche che hanno trovato spazio di discussione nei giorni scorsi, nellasalaconferenzedell’unicaChiesa del quartiere – Madonna del Suffragio,inviaFlavioGioia–durante la presentazione del libro “La Sardegna delle eccezioni” di GiacomoMameli.Presentiil parroco, DonLuigi Xaxa ed il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Alla Chiesa del Cep dal 2006, il parroco è a conoscenza delle varie problematiche del quartiere. «Larealtàpiùgraveriguarda l’assenza di lavoro. Un grossa percentuale di residenti ha un’età compresa tra i 35 ed i 40 anni e non ha un’occupazione», esordisce «sono perciò costretti a vivere ancora a casa dei genitori, facendoaffidamentosullaloropensione. Ma quando i genitori non ci saranno più, come potranno sostenersi?», domanda preoccupato il parroco. Sulla bassa presenza di giovani edi ragazzi,Don Luigiaffermache“tra i pochigiovani, è forte il disagio che vivono, in un quartiere come questo che non offre loro nessuno sbocco, né professionale né di crescita culturale”.DonXaxaporta all’attenzione anche tutta una serie di dati, alcuni dei quali relativi alle attività da lui promosse presso la Chiesa, utili a fotografare meglio la situazione. «Nell’ultimo anno ho celebrato solo 2 matrimoni, un numero mai registrato prima, se consideriamo che questa Chiesa è frequentata da fedeli provenienti non solo dal Cep, bensì anche dal Quartiere Europeo e da una parte di Pirri». Numeri molto esigui anche per quantoconcerneibambiniiscritti alcatechismo“incontinuaecostante diminuzione”. Il parroco termina con un augurio unito ad una richiesta d’interessamento da parte del nuovo sindaco. «Mi auguro che chi vive al Cep possa avere una vita più dignitosa, soprattutto lavorando,unicomodo perevitared’entrare ingorghipericolosi. Invito il sindaco a concentrarsi su quest’urgenza sociale, che mi permetto di definire primaria». Il sindaco risponde garantendounsuopieno interessamentoal riguardo.«Leproblematiche del Cep sono comuni a diverse realtà.Conlepocherisorse che abbiamo farò sì che ci sia una celere risposta alle varie esigenze dei residenti», sostiene il primo cittadino. (pa.ra)