Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Scatta l’allarme sanitario

Fonte: Sardegna Quotidiano
17 ottobre 2011

 Santa Gilla

LE ANALISI Trovata la salmonella nelle cozze pescate in un’area inquinata della laguna, il sindaco impone il lavaggio prima delle vendita. La coop: rischi già denunciati, nessuno interviene nLe analisi di laboratorio dell'istituto zooprofilattico spedite al dipartimento di prevenzione della Asl lo confermano: lo stagno di Santa Gilla è inquinato. La prova sono le salmonelle trovate nelle cozze pescate in un’aera della laguna. La maggior concentrazione di bacilli è stata rilevata nella parte sud, su un campione di molluschi effettuato il 4 ottobre scorso. Il risultato delle analisi è arrivato una settimana dopo negli uffici della Asl, e il responsabile del dipartimento di prevenzione ha informato con una nota il Comune, per prendere provvedimenti in merito. I molluschi, dunque, devono essere depurati in “uno stabilimento autorizzato prima di essere destinato al consumo umano diretto, e deve obbligatoriamente essere indicata la presenza di salmonella in modo da permettere al centro di depurazione di effettuare le opportune valutazioni”, come si legge nell'ordinanza firmata mercoledì scorso dal sindaco Massimo Zedda. «Gli scarichi fognari a ridosso degli allevamenti di cozze di Santa Gilla, tra la spiaggia di Giorgino e l'imboccatura del porto, sono sempre esistiti», sostiene Amedeo Puddu, presidente della cooperativa La Laguna. «Nonostante le denunce delle varie cooperative e dei consorzi –prose - gue Puddu - non è mai stata presa nessuna iniziativa e ogni anno per due o tre volte minimo, si parla di una situazione di potenziale grave pericolo sanitario per gli abitanti a causa del pescato nella laguna. Il problema è che non si fa niente e chi ci rimette sono il prodotto e il consumatore». Lo stabulario della laguna intanto è chiuso da 10 anni. «Tutto il pescato viene mandato a Oristano – conclude il presidente della cooperativa – per - ché da quando lo stagno di Cagliari è diventato zona B, non si può fare a meno della stabulazione, che qui non è possibile. Il rischio di salmonellosi nel mangiare il pescato crudo di questa zona sarebbe troppo alto». La stabulazione, che è il confinamento di anima-li in zone controllate, ha sempre creato diversi problema per via dell'inquinamento. La vendita delle cozze è stata vietata o subordinata ai trattamenti negli stabilimenti specializzati e da anni ormai si parla di un declassamento dello stagno. Avviato nel 1998, sotto la gestione della Consarpesca, lo stabulario di Santa Gilla venne chiuso per un guasto all’impianto di depurazione e la Provincia revocò quasi subito l’auto - rizzazione allo scarico. Da allora lo stabulario non ha più ripreso attività. «In realtà il motivo di questo stop è prettamente economico», sostiene il presidente di Amici della Terra e socio della cooperativa La Laguna Roberto Copparoni. «Mandare a regime le macchine», dice, «ha costi troppo rispetto alti rispetto al conferimento di frutti di mare che nella laguna è bassissimo a causa dell'inquinamento». Intanto l'affidamento della Regione al consorzio ittico è scaduto già dallo scorso anno e la gestione dello stabulario non è stata ancora affidata formalmente. «C'è una situazione di passaggio che si protrae da troppo tempo », conclude Copparoni. Emanuele Piga redazione@ sardegnaquotidiano. it