Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Primi tagli ai costi della politica sarda

Fonte: La Nuova Sardegna
13 ottobre 2011

 
Da 80 a 60 seggi. Polemica di Pittalis con la Lombardo sulla bassa produttività dell’aula



Ora l’assemblea dovrà esaminare le altre riforme istituzionali e cancellare l’indennità di carica

CAGLIARI. La protesta anti-casta attraversa anche la politica sarda e il Consiglio regionale darà oggi la prima risposta riducendo il numero dei propri rapprsentanti da ottanta a sessanta o forse cinquanta. Siamo al secondo tentativo, quello decisivo, dopo che, a scrutinio segreto, qualche giorno fa era stato stabilito di inserire il taglio dei consiglieri all’interno d’una riforma più ampia.
La conferenza dei capigruppo ha raggiunto ieri mattina l’accordo di portare in aula la leggina fatta solo da un articolo, potendo saltare il passaggio in commissione grazie a un articolo del regolamento. Un articolo, quattro righe: i consiglieri vengono ridotti a sessanta. Ma anche su questo, in realtà, la partita non è chiusa: tre consiglieri del Pd, infatti, hanno depositato ieri sera un emendamento all’unico articolo della legge, prevedendo una riduzione dei «parlamentari regionali» a 50. Ieri si è sviluppato la prima parte del dibattito generale, (stamani la prosecuzione), con interventi che avevano per filo rosso la necessità di tagliare i costi della politica anche se, in alcuni casi, è stato rilevato che la riduzione dev’essere fatta salvaguardo la rappresentanza e quindi la democrazia. Dopo l’approvazione di questa legge, l’assemblea stabilirà, probabilmente con un Ordine del giorno, come proseguire sulla stessa strada della riduzione delle spese, ad iniziare dalla cancellazione delle indennità di carica. Considerato che per vedere un Consiglio regionale formato da 60 o 50 consiglieri, si dovrà attendere l’approvazione della legge da parte della Camera e del Senato - perché si tratta di una modifica di una norma costituzionale - l’assemblea vuole intervenire subito sulle spese per evitare che siano solo tagli «da manicure».
«Fuori da questo palazzo i sardi capiscono poco quello che facciamo», ha detto Pietro Pittalis, presidente della commissione Autonomia il quale ha dato vita a un battibecco con la presidente Lombardo. Pittalis ha chiesto che sui temi delle riforme si possa utilizzare al meglio la seconda parte della legislatura stabilendo delle priorità e consentendo alla commissione Autonomia di lavorare senza soluzione di continuità al di là delle due giornate settimanali programmate. «Non è corretto cercare alibi «Non è corretto cercare alibi per giustificare la scarsa produttività delle commissioni», ha replicato Claudia Lombardo. Il calendario basato su due giorni è dovuto anche al fatto che molti consiglieri devono partecipare ai lavori di due commissioni. «Sinora è accaduto spesso che non siano state utilizzate nemmeno le due giornate previste», ha aggiunto la presidente, «perché al venerdì è mancato molte volte il numero legale. Allora evitiamo le ipocrisie». Nella concitazione, Pittalis è uscito dall’aula mentre si augurava che «la presidente Lombardo si autoriducesse la sua indennità come ha fatto il presidente Cappellacci». La Lombardo ha quindi ricordato che «l’ufficio di presidenza già da 12 settembre aveva avanzato la proposta di ridurre tutte le indennità». Gian Valerio Sanna ha preso la parola sùbito dopo e ha criticato la produttività del Consiglio: «Ho riletto il Terzo canto dell’Inferno e ho pensato che ci ritroveremo tutti nel girone degli Ignavi... Non stiamo realizzando quanto dovremmo». Intanto Federico Palomba (Idv) ha annunciato che sta per partire una nuova iniziativa dell’Idv, dopo aver raccolto 12 mila firme per l’abolizione delle Province, sul dimezzamento del numero dei consiglieri.

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