Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Sguardi crudi e disincantati fotografi e scatti oltre la violenza

Fonte: Sardegna Quotidiano
12 ottobre 2011

RASSEGNA 

Venticinque fotografi da tutta Europa. Una passione comune, un tema difficile intorno al quale dimostrare il proprio valore. Torna la rassegna internazionale di fotografia Menotrentuno, giunta alla sua terza edizione. L’iniziativa è rivolta a giovani fotografi nati dopo il 1980. In dieci terranno alti i colori dell’Italia, circondati da altri appassionati provenienti da tutte le zone d’Europa. Le oltre quattrocento foto che compongono Menotrentuno_ III troveranno collocazione in diversi spazi espositivi in tutto il territorio regionale. La manifestazione avrà inizio domani e continuerà fino al 3 dicembre. Diciannove mostre coinvolgeranno diciassette città, disegnando una mappa fotografica che abbraccia tutto il territorio sardo. Filo conduttore di questa edizione è la “giovane violenza”. Le fotografie non si limitano a mostrare il lato più crudo e ribelle delle giovani generazioni. Lo scoppio dell’energia, l’inseguimento dei sogni e la fatica per raggiungerli, la fede in un ideale e l’impegno quotidiano saranno al centro della scena.

ORIZZONTE GIOVANI Sguardi sul mondo che ricostruiscono una realtà in cui i giovani sono protagonisti. «Non vogliamo mostrare la violenza così come raccontata in televisione», spiega Sonia Borsato, curatrice del progetto insieme a Salvatore Ligios, «abbiamo coinvolto i giovani per esaltare la loro esplosione emotiva. Un giro d’Europa, uno sguardo fresco sulla società contemporanea». Il mondo è sommerso da una quantità enorme di immagini di violenza. In quest’epoca ognuno di noi può offrire la propria testimonianza con una telecamera o con un telefonino. Menotrentuno ha selezionato le fotografie che più si discostano da una visione celebrativa della violenza. Un percorso narrativo privo di retorica, che colpisce per la qualità delle fotografie. Salvatore Ligios racconta che «le foto sono state scelte in base alle storie che raccontano. Ogni anno vengono scattati miliardi di foto, a noi piace che la fotografia abbia anche un valore culturale e non solo consumistico. Abbiamo fatto in modo di raccogliere lavori che avessero chiavi di lettura particolari» continua «anche sapendo che magari un pubblico poco esperto potrebbe non comprendere alcune scelte». La mostra mette insieme diverse realtà. Abbraccia idealmente tutta l’Europa. Ligios chiede ai partecipanti italiani «un grande impegno a lavorare sulla Sardegna. Un ragazzo è andato a fotografare all’interno del quartiere di Sant ’Elia, un altro ha indagato il mondo femminile sardo. Un fotografo è andato a Sassari» prosegue «per ritrarre l’esperienza dell’ex prefettura, in cui ora si svolgono attività culturali. La violenza non è solo fisica ma anche emotiva».

La rassegna sfrutta le immagini per costruire un confronto con chi viene da fuori, con il resto del mondo. I fotografi sardi incontrano artisti europei per scambiare visioni del mondo e magari per trasmettere all’estero la personalità dei luoghi e delle persone dell’isola. Uno spazio espositivo grande quanto tutta la Sardegna ha richiesto la collaborazione di molti sponsor. «Hanno creduto all’iniziativa più di venti comuni, da Cagliari a Santa Teresa di Gallura, passando per Gonnesa e Alghero» precisa Ligios. «Menotrentuno si muove sul territorio culturale, ma ha anche ambizioni politiche: crediamo sia necessario far discutere le persone, affrontare i problemi e trovare soluzioni, al posto che lamentarsi e basta» La rassegna prevede anche una serie di eventi collaterali che hanno lo scopo di intavolare un dialogo ed avvicinare le persone che si occupano dei temi proposti dalla mostra. Una serie di proiezioni a Cagliari, Carbonia e Gonnesa, oltre alla presentazione di alcuni libri fotografici, a novembre. « Un’altra iniziativa degna di nota» rimarca Ligios «è il coinvolgimento di alcuni ragazzi di talento. Uno di questi ragazzi sarà ospite alla prossima mostra internazionale di fotografia in programma in Ungheria il prossimo anno. Noi puntiamo molto sui giovani, altrimenti come possono trovare spazio per crescere?» Jacopo Basanisi