Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

POETTO, TUTTI INSIEME CONTRO L’ABBANDONO

Fonte: Sardegna Quotidiano
10 ottobre 2011

 di Luciano Uras

Il Poetto è la spiaggia dei centomila; non solo di Cagliari e dei cagliaritani, non solo di Quartu e dei quartesi. Ha subito, nel tempo, tutte le violenze possibili. Negli ani 50 l’edilizia della città si è approvvigionata della sua sabbia bianca, poi ha passivamente sopportato la edificazione intensiva dei casotti e degli stabilimenti balneari, pubblici e privati; ha patito la contaminazione da colon batteri frutto della caotica super popolazione estiva, e infine con l’are - nile ormai consumato dal mare, dai venti e dalla incuria degli uomini e delle loro istituzioni, il nefasto ripascimento realizzato dalla Provincia. Così il disastro ambientale e paesaggistico è apparso in tutta la sua vera dimensione. La poca sabbia è diventata nera e il Poetto della nostra infanzia è stato vigliaccamente cancellato. Eppure in molti hanno provato a difenderlo, così come oggi si prova a difendere l’intero sistema costiero dalle turpi attenzioni della speculazione edilizia, nuovamente scatenata anche in Consiglio regionale a sostegno di proposte legislative di smantellamento radicale delle attuale pianificazione paesaggistica. Ci provò anche Luigi Cogodi, Assessore dell’Urbanistica ai tempi della presidenza di Mario Melis, due giganti della politica sarda. Provarono insieme a rivendicare da subito la diretta gestione del litorale ad uso turistico e ricreativo da parte della Regione e del Comune, ed in modo particolare del Poetto. Provarono a ridurre e contrastare l’azione dello Stato, allora esercitata dalla Capitaneria di porto, che per rinnovare la concessione al Comune di Cagliari impose l’abbattimento di tutti i casotti. Quella storica barriera innaturale al volare via della sabbia che ospitava decine di migliaia di persone, giorno e notte, almeno per sei mesi all’anno. Una popolazione esagerata per una città di legno priva di sistemi fognari. Così per disposizione statale i casotti furono rimossi. Si discusse allora come oggi della necessità di un piano di coordinamento territoriale del Poetto, con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni locali interessate, si decise di utilizzare questa risorsa naturale inestimabile, consentendo a tutti di poterne rispettosamente usufruire, considerandolo una grande occasione di economia e di lavoro. Tanto si fece nella legislatura di Melis e di Cogodi che il primo piano straordinario per il lavoro attivò un articolato progetto “litorali ” consentendo a tante cooperative e società giovanili in Sardegna e ad alcune al Poetto, di acquisire le concessioni demaniali, di fornire servizi balneari, di trovare occasione di lavoro e di reddito per molti, allora, giovani disoccupati. Anche oggi si pone una questione di questo tipo. Come rispettare questa straordinaria risorsa ambientale e naturale ai piedi dell’area urbana più popolosa della Sardegna e al contempo valorizzarne in pieno le potenzialità economiche e occupazionali. Una questione che i Comuni di Cagliari e Quartu, la Provincia e la Regione dovrebbero trattare insieme, pensando che forse sarebbe utile una legge e l’individuazione di una autorità di coordinamento territoriale. Tutto questo oggi appare urgente anche per le recenti iniziative adottate dal Comune di Cagliari, giuste e legittime ma non risolutive del problema. Queste riflessioni mi vengono in mente pensando ad un passato che mi appartiene professionalmente, da uno dei chioschi legittimamente sopravvissuti, l’Iguana, perché sono convinto che non possiamo consentire che il “Poetto” subi - sca un’altra violenza: quella dell’abbandono. Capogruppo Sel in Consiglio regionale