Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ora la politica dia le risposte promesse

Fonte: L'Unione Sarda
10 ottobre 2011

Un punto interrogativo sulla stagione 2012

Michele Ruffi
In questa vicenda fatta di inchieste della Procura, abusi edilizi, regolamenti mai varati e ruspe, una delle poche certezze riguarda il valore del Poetto: spiaggia urbana bella - nonostante il ripascimento - e rara, che rende un millesimo di quello che potrebbe. Le sole attività, sorte quasi per caso nella spiaggia del dopo-casotti, erano i chioschetti che negli anni Novanta e Duemila si sono saputi trasformare da semplice rivendita di gelati e coca cola in stabilimenti dove si sono fusi ristorazione e servizi per i bagnanti. Tutto abusivamente (salvo quelle pochissime eccezioni) ed è questo il problema: non a caso i gestori dei bar non contestano (o almeno non contestano più) l'ordine di demolizione del novembre 2009 e proprio in questi giorni lo stanno rispettando.
Come si è arrivati a questo punto? Oltre all'allargamento abusivo delle vecchie strutture prefabbricate, fino a poco tempo fa circondate da vetrate, terrazze, tendoni e varie aggiunte, il colpevole è anche il ritardo della politica. Che in questi anni non ha approvato il Pul - Piano di utilizzo dei litorali - nonostante fosse obbligatorio e necessario come il pane per evitare di dover radere tutto al suolo. Non è un caso neanche che il sindaco Massimo Zedda abbia individuato tra le priorità («entro settembre», disse il giorno dell'elezione) proprio il via libera alle linee guida del piano.
Per il Pul vero e proprio, quello definitivo e realmente in vigore, bisognerà aspettare almeno la primavera inoltrata. Ecco perché i concessionari, che in questi anni nonostante gli abusi hanno pagato regolarmente il canone alla Regione e poi al Comune, chiedono che per la stagione 2012 vengano rilasciate autorizzazioni provvisorie.
Nel frattempo le prime bozze del Piano sono pronte: niente grandi eventi, più spazio alla spiaggia libera - e va bene - per non obbligare tutti a pagare ombrellone e sdraio. Ma non ci sarà nessun albergo. Eppure quello di «mettere a reddito» (così dicevano in campagna elettorale) la spiaggia era un obiettivo di destra e sinistra. Possibile che in un litorale lungo oltre otto chilometri e dove il cemento non manca non ci sia lo spazio per una struttura ricettiva, magari riconvertendo le costruzioni esistenti?