Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Studio e insegnamento negato

Fonte: La Nuova Sardegna
10 ottobre 2011

Riprendono le manifestazioni e gli scioperi nel mondo dell’istruzione



Molti professori sono costretti ad accettare contratti a progetto pur di poter continuare a fare lezione

CAGLIARI. Centinaia di studenti delle medie superiori ieri in piazza per dire «no» ai tagli alla scuola. L’altro ieri manifestazione di universitari davanti al rettorato per protestare contro l’esclusione dei fuori corso dai loro studi. Tutto il mondo dell’istruzione è in agitazione. Lo stesso dicasi dei ricercatori, che reggono gran parte dei corsi dell’ateneo senza riconoscimenti adeguati. E dei professori precari del tutto messi ai margini.
Laura Stochino, ad esempio, laurea in filosofia col massimo dei voti, più dottorato e scuola di specializzazione, docente nelle scuole superiori dal 2005, ora dopo gli interventi del ministro Maria Stella Gelmini è senza lavoro. «Sono da tre anni che non insegno più in una scuola pubblica ma solo nelle paritarie. E in questa situazione siamo tantissimi». Il problema, però, è che nella maggior parte di questi istituti i docenti vengono assunti a progetto. «In questo modo guadagno 8-9 euro all’ora - continua - con una cattedra normale arrivo a circa 500 euro mensili. Ma senza alcuna garanzia: nè per le malattie, nè per le ferie. E i contributi sono quelli della “gestione separata”, limitati». Ci sono persone che vivono in questa situazione da decenni. E la pensione? «Per noi è un miraggio irraggiungibile», spiega Stochino. Le scuole paritarie sono molte, anche a Cagliari: oltre alle religiose, vi sono quelle che prima erano «recupero anni» e che hanno ottenuto l’omologazione.
Ieri c’è stato lo sciopero di insegnanti e amministrativi dei sindacati di base Unicobas, Usi e Usb. Oggi ci sarà quello della Flc-Cgil per tutto il settore pubblico: «Oggi - spiega Peppino Loddo, responsabile regionale Flc-Cgil - la scuola è devastata dai tagli e tutto il settore pubblico è continuamente umiliato, mentre ha un ruolo centrale priorio nel garantire i diritti». (r.p.)