Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Una consulta per gli immigrati

Fonte: La Nuova Sardegna
10 ottobre 2011

«L’Italia sono anch’io» è la proposta presentata in Comune dalla Sel In provincia vi sono dodicimila e 600 stranieri e seimila nel capoluogo




PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. «L’Italia sono anch’io», per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto delle le persone di origine straniera è il titolo e il senso della mozione presentata dal gruppo consiliare Sinistra ecologia e libertà (Sel) del consiglio comunale. Lo scopo: favorire la partecipazione dei cittadini stranieri alla vita politica locale, attraverso due proposte di legge e l’istituzione di una Consulta dei cittadini immigrati a Cagliari.
Sono quasi 5 milioni i cittadini stranieri residenti in Italia, e al 1 gennaio 2010 gli stranieri nati sul territorio nazionale raggiungono i 572.720. La Sardegna, sempre secondo i dati Istat, conta 37.800 stranieri registrati, la provincia di Cagliari 12.500, mentre il solo nucleo cittadino ne ospita poco meno di 6.000. «L’immigrazione nel capoluogo dell’isola è un fenomeno quasi trentennale e le comunità di immigrati diventano una realtà palese agli occhi di tutti - ha spiegato Sergio Mascia, uno dei firmatari della mozione - pertanto un aggiornamento della legislazione diventa indispensabile. Molti dei minori stranieri nati in Italia non hanno mai conosciuto il paese d’origine dei genitori, hanno stili di vita identiche ai coetanei italiani e sono parte integrante della società italiana. Ma l’attuale legislazione li penalizza: l’acquisizione della cittadinanza, ad esempio, avviene solo al diciottesimo anno d’età. Attualmente non possono partecipare alle competizioni elettorali, neppure a livello locale: prima devono avere 10 anni di residenza regolare». Il gruppo consiliare Sel intende avviare un percorso che porti alla presentazione in Parlamento di due proposte di legge che verteranno sulla riforma della normativa sulla cittadinanza. Si parte dall’aggiornamento dei concetti di nazione e nazionalità sulla base del senso di appartenenza a una comunità determinato da percorsi condivisi di studio, lavoro e vita. E dal riconoscimento ai migranti del diritto di voto nelle consultazioni elettorali locali, per responsabilizzare politicamente. Il primo passo sarà la creazione di una Consulta dei cittadini immigrati, con componenti nominati tramite elezioni: come mediazione tra l’amministrazione e le comunità.