Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Senza stabilità assumiamo solo precari»

Fonte: L'Unione Sarda
5 ottobre 2011

Contratti in scadenza


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«Sinché l'Ente non avrà stabilità finanziaria sarà impossibile assumere a tempo indeterminato». Il direttore generale del Parco di Molentargius, Marco Loddo, è pragmatico: senza soldi non si può programmare l'attività. Loddo è direttore generale pro tempore, nominato dopo le dimissioni di Mariano Mariani. Anche Loddo è un precario (nell'incarico), ma almeno non ha l'incubo di finire in mezzo alla strada: è un dipendente del Comune di Quartu.
«Purtroppo non siamo come gli altri enti regionali», afferma Loddo. «Le risorse vengono fissate con una programmazione triennale, ma l'ammontare dei contributi è stabilito di anno in anno in base alla Finanziaria regionale. E noi, dunque, possiamo ragionare solo per quel lasso di tempo». A quanto ammontano le sovvenzioni regionali? «Nel triennio 2009-11 abbiamo incassato 1,6 milioni di euro all'anno». Come li avete spesi? «Pagando gli stipendi di trenta dipendenti, 100 mila euro di analisi chimiche. L'esborso maggiore, però, è per il saldo delle bollette dell'energia elettrica per le pompe idrauliche: 300 mila euro all'anno». Avete auto blu? «Sì, due Panda e alcuni mezzi meccanici per disboscare gli argini», afferma con tono scherzoso Loddo.
E se un anno non arrivano i soldi? «Si va tutti a casa, anche se è una possibilità remota. Il nostro obiettivo è curare la manutenzione del Parco dopo le operazioni di bonifica effettuate dal consorzio Ramsar con 60 milioni di euro. Sarebbe un suicidio abbandonare il Parco, cosa diciamo all'Europa che ha elevato il Molentargius a Sito di interesse comunitario (Sic)?». Sarà, intanto quattro lavoratori dal primo settembre sono disoccupati. «Erano stati assunti con contratti interinali. Quelle figure, dopo uno stop tecnico verranno, riconfermate». E per chi invece ha la scadenza al 31 dicembre? «Sono quasi certo che verranno tutti riconfermati». A tempo.
La Cgil vi accusa di scarsa trasparenza. «Sono a disposizione dei sindacati, ma le leggi non le facciamo noi». (a. a.)