MONTE URPINU. Nel deposito dell'Aeronautica i beni dismessi della Regione
In forse la permuta con la sede dell'Ente foreste
Computer in disuso, scafali arrugginiti, scrivanie e sedie sfondate, vecchi allestimenti di stand fieristici. Altro che polmone verde aperto a cagliaritani e turisti, l'ex caserma dell'Aeronautica di Monte Urpinu è diventata la discarica del materiale inutilizzato della Regione. Ma, come spesso accade quando politici inetti gestiscono la cosa pubblica, oltre al danno c'è pure la beffa. Per custodire l'immondezzaio, le erbacce ed evitare che qualche sbandato trasformi le camerate in appartamento abusivo ogni anno vengono spesi oltre 200 mila euro per le guardie giurate. Da dove vengono questi soldi? Risposta scontata: dalla Regione.
LA STORIA L'ex 68° deposito carburanti dell'Aeronautica è uno di quei beni dismessi passato dal Demanio alla Regione. Per anni si è discusso sul futuro di quel gioiello. Solo chiacchiere sino a quando all'orizzonte non si è materializzata la proposta del defunto presidente dell'Ente foreste, Salvatore Farina. Un progetto che accontentava tutte le parti, compresi gli ambientalisti. Negli accordi, fissati l'anno scorso, lo scambio di 15 ettari dell'ex caserma con le palazzine di viale Merello. In pratica l'ente avrebbe trasferito la sua sede negli edifici militari più ampi e adatti al ruolo istituzionale, lasciando alla Regione quelle palazzine a due passi dalla facoltà di Ingegneria e da Villa Devoto. Di più, l'Ente foreste avrebbe trasformato la zona in un bosco aperto a studenti e turisti. Era stata fissata anche la durata, 30 anni, e recuperati i fondi per l'operazione 4,5 milioni di euro. Al primo punto la messa a norma dei quattro edifici che dovrebbero ospitare i 220 dipendenti ora stipati nella sede di viale Merello. Una volta all'interno dovranno essere bonificati i serbatoi: i tecnici hanno studiato la possibilità di sparare al loro interno siringate di cemento armato. Nell'accordo sono fissati anche i tempi: un anno e mezzo dal momento della firma.
FORESTA IN CITTÀ Una foresta nel cuore della città, sentieri didattici e punti di avvistamento per i fenicotteri. Tutto è fatto in casa. Agronomi, ingegneri, fabbri, veterinari, biologi, muratori sono dipendenti dell'Ente foreste. Forza lavoro a costo zero in grado di restituire alla città un gioiello a due passi dallo stagno di Molentargius. Tutto era a posto, tanto che l'allora assessore regionale agli Enti locali Gabriele Asunis aveva chiesto un'accelerazione del trasferimento. Ma ecco l'imprevisto: il rimpasto in Giunta. Asunis viene rimpiazzato da Nicolò Rassu che chiede approfondimenti. La cessione torna al punto di partenza. Prima di morire Farina aveva fatto in tempo a denunciare l'ostruzionismo di Rassu. «Non tiro il freno a mano», si era difeso l'assessore. I fatti non gli danno ragione.
NUOVO TAVOLO Rassu, sassarese dai mille impegni, affida la replica al suo ufficio stampa. Due settimane fa - fanno sapere da viale Trieste - l'assessore ha incontrato i vertici dell'Ente foreste (traballanti per il voto contrario dei sardisti ai campi da golf ) per fare il punto sulla vicenda. L'ennesimo incontro, che non ha portato a nulla. Tra dieci giorni in agenda c'è un appuntamento con il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. «È necessario per evitare sgarbi istituzionali». E l'accordo siglato con l'Ente foreste? Carta straccia? «Lo scambio dell'ex caserma dell'Aeronautica con le palazzine di viale Merello rimane il canale privilegiato. L'area è a due passi dal Parco di Molentargius. Il passaggio naturale è tra enti regionali e non si discute, però ho bisogno di conoscere il ruolo e le problematiche dell'amministrazione del capoluogo», aveva detto Rassu al nostro giornale.
VOLUMETRIE BLOCCATE La permuta con l'Ente foreste era stata accolta positivamente anche dagli ambientalisti. La soluzione blocca qualsiasi azione speculativa. L'accordo, infatti, non prevede aumenti di volumetrie di un bene che rimarrà pubblico e a disposizione di tutti.
Andrea Artizzu
La scheda
Cherosene
e benzina
dal terminal
di Su Siccu
Il 68° deposito carburanti dell'Aeronautica militare è stato realizzato negli anni '30. Il cherosene Jet A1 e la benzina avio giungevano dalle navi della Marina che attraccavano nel molo di Su Siccu, dietro quello che adesso è il parcheggio Cuore, di fronte al capannone Nervi. Dal terminal due condotte portavano il carburante nei due depositi di Monte Urpinu (Aeronautica e Marina) e ai serbatoi PolNato della Sella del Diavolo (olio combustibile).
Dal 68° deposito le autocisterne trasportavano il combustibile negli aeroporti di Elmas e Decimo. Sino a dieci anni fa l'attività era intensa. Lo scalo di Elmas era la sede degli Atlantic, mentre Decimo era uno dei punti preferiti per le esercitazioni di tedeschi, inglesi e francesi e punto d'appoggio per i velivoli in missione in Africa.
Con il potenziamento della raffineria della Saras di Sarroch, l'abolizione del servizio di leva, l'abbattimento del Muro di Berlino e il taglio ai bilanci militari l'ex deposito ha perso la sua funzione originaria.