Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dismissioni, il muro di gomma

Fonte: L'Unione Sarda
23 settembre 2011

Mai rispettato l'accordo di programma sottoscritto da Regione, Difesa e Demanio
 


E i sindacati: «Prefettura a Buoncammino? Un errore»
L'Accordo di programma firmato a Roma nel marzo del 2008 tra ministero della Difesa, agenzia del Demanio e Regione Sardegna, parlava chiaro: per fare in modo che lo Stato trasferisse agli Enti locali la proprietà di diverse strutture militari sparse nel territorio cagliaritano, la Regione avrebbe dovuto realizzare un nuovo complesso nella caserma Mereu, a San Bartolomeo, dove trasferire tutti gli uffici ospitati dai palazzi dismessi. Un progetto da 57 milioni di euro - tanto sarebbe costato all'amministrazione regionale - che però non ha mai visto la luce, soffocando sul nascere le possibilità di vedere rispettato l'accordo.
I BENI E l'elenco dei beni militari rimasti nel limbo, tra Difesa e Regione, è lungo: l'ospedale militare, i “magazzini vestiario” di via Liguria e via Nuoro, le caserme Gioda e Martinazzo, l'ex panificio militare, caserma Griffa, i magazzini del Genio e gli alloggi in viale San Vincenzo e, dulcis in fundo, la Caserma Ederle a Calamosca. «L'operazione non si è mai conclusa perché mancano i fondi: se la Regione non porta a termine i lavori che si è impegnata a fare nella caserma Mereu le dismissioni non potranno mai arrivare a conclusione», osserva Alessio Mereu, capogruppo dei Riformatori in Consiglio comunale. Sulla sponda Pd, anche il consigliere Claudio Cugusi, presidente della commissione consiliare al Patrimonio, chiede che l'Accordo di programma venga rispettato: «Capisco che non sia semplice ma se tutti si impegnano, militari compresi, Cagliari potrà riappropriarsi di una fetta importante di patrimonio edilizio. Nel territorio cittadino ci sono oltre due milioni di metri quadri di servitù militari». E la fetta più grande si trova proprio a Calamosca, che l'amministrazione Floris aveva intenzione di trasformare in una zona ricettiva e dedicata al tempo libero e al divertimento. Invece proprio a Calamosca potrebbero essere trasferiti alcuni uffici della Prefettura. Dalla sede di via Torino (l'ex Scala di ferro) i dipendenti del ministero dell'Interno dovrebbero andare in via San Bartolomeo e nell'ex tribunale militare di Buoncamino.
PREFETTURA Una proposta che è già stata bocciata dai sindacati: «A Buoncammino mancano i parcheggi e i locali sembrano troppo angusti per ospitare tutti i dipendenti. Mancano anche i servizi: non si può vivere mangiando tutti i giorni panini portati da casa», osserva Gianni Sainas, sindacalista della Cisl.
Preoccupa anche lo spostamento dell'archivio cartaceo a San Bartolomeo: «In questa maniera avremmo gli uffici a Buoncammino e l'archivio, fondamentale per il nostro lavoro, dall'altra parte della città». Antonio Gaia, rappresentante del sindacato Confsal-Unsa, spiega: «Non siamo stati messi in condizione di esprimere una valutazione, siamo stati messi di fronte al fatto compiuto. Dicono sia una soluzione che consentirà di risparmiare sull'affitto, ma credo che poi alla fine si spenderà di più».
Michele Ruffi