Rassegna Stampa

Sardegna 24

Tuvixeddu, via al processo per gli abusi nella necropoli

Fonte: Sardegna 24
20 settembre 2011

di EDOARDO PISANO e.pisano@sardegna24.net

Giudizio contro sei imputati fra i quali l’ex Sovrintendente ai Beni Archeologici accusato di abuso d’ufficio e falso

Vincenzo Santoni, sovrintendente ai beni archeologici della provincia di Cagliari. Nel processo che lo vede imputato hanno fatto istanza per la costituzione di parte civile le associazioni ecologiste “Amici della terra” e “Gruppo d’intervento giuridico” Udienza aggiornata a novembre

Lo strano voto solitario contro l’estensione dei vincoli che aumentavano la tutela sulle aree del Colle

 

Santoni non si era astenuto dal partecipare a una seduta nonostante la figlia lavorasse con la società Coimpresa

 

Autorizzazioni per la costruzione di alcuni edifici nel viale Sant'Avendrace che avrebbero impedito la visibilità della retrostante necropoli punica, realizzazione di fiorere e altri manufatti all'interno del parco archeologico in assenza di autorizzazioni, il voto contro l'estensione dei vincoli che avrebbero rafforzato la tutela sull'area. Questi i punti nodali del processo iniziato ieri mattina a Cagliari sui presunti abusi edilizi commessi sul colle di Tuvixeddu, dove si trova la più grande necrepoli punico-romana del Mediterraneo. Sul banco degli imputati ci sono l'ex Sovrintendente per i beni Archeologici della Provincia di Cagliari e Oristano Vincenzo Santoni, il dirigente del comune di Cagliari Servizio pianificazione del territorio Paolo Zoccheddu, il funzionariocomunale GiancarloManis, l'archeologa incaricata della direzione scientifica degli scavi archeologici Donatella Salvi, l'amministratore della societàCocco Costruzioni srl Raimondo Cocco e infine il direttore dei lavori Fabio Angius. L'udienza davanti ai giudici della prima sezione del tribunale del capoluogo (presidenteMauroGrandesso) si è aperta con le eccezioni preliminari sollevate dai difensori degli imputati: la prima riguarda la legittimità dell'utilizzo del Corpo forestale per lo svolgimento delle indagini (ipotesi già rigettata dal giudice Cristina Ornano in sede di udienza preliminare); la seconda questione è relativa a dubbi circa la richiesta di costituzione di parte civile da parte delle associazioni ecologiste “Gruppo d’intervento giuridico” e “Amici della terra”. Le riserve saranno sciolte dai giudici nell’udienza in programma il prossimo21novembre, mentre il dibattimento vero e proprio inizierà il 12 dicembre. L’ex Sovrintendente Santoni, assistito dall’avvocato Pierluigi Concas, deve difendersi dalle accuse di falso, tentato abuso d’ufficio, abuso d’ufficio e di alcune violazioni al cosiddetto codice Urbani che detta le regole per i beni culturali e del paesaggio. Più nel dettaglio, essendo di diritto componentedella commissione regionale del paesaggio, nella seduta del 21 febbraio 2007 avrebbe attestato falsamente che le numerose tombe rinvenute dopo l’apposizione del vincolo archeologico sulla necropoli del 1997, ricadevano già all’interno dell’area vincolata. Nella stessa seduta Santoni, secondo le accuse sostenute nel processo dal pubblico ministero Daniele Caria, non si era astenuto nonostante la figlia Valeria lavorasse come progettista delle opere pubbliche nelle aree di Tuvixeddu-Tuvumannu per conto della Nuova Iniziative Coimpresa dei fratelli Cualbu. Non solo: il sovrintendente era pure intervenuto affinché non passasse la proposta di allargamento del vincolo archeologico. Secondo l'accusa Santoni avrebbe fatto tutto questo in modo che la figlia potesse continuare a lavorare per Coimpresa. Ma tutti gli altri componenti della commissione avevano detto sì al nuovo vincolo proposto dalla giunta Soru. Insieme a Donatella Salvi (difesa dall’avvocato Michele Loy) l’ex sovrintendente è accusato di abuso d’ufficio per aver autorizzato la Cocco Costruzioni a edificare degli immobili nel viale Sant’Avendrace checompromettevano irreversibilmente la prospettiva, la luce e le condizioni di ambiente edecoro delle vicine tombe romane. Lo stesso Cocco, Angius (difesi rispettivamente dai legali Benedetto Ballero e Agostinangelo Marras) e Salvi, nei lavori all’interno di quel cantiere, avrebbero poi utilizzato alcuni degli antichi sepolcri come deposito di materiali edili, poggiando un ponteggio sulle pareti e sulle coperture di alcune tombe. Infine il capitolo riguardante la realizzazione di alcune opere che però non rientravano nel progetto approvato relativo al “Parco urbano archeologico di Tuvixeddu”: fra esse, aiuole in pietra a gradoni di 4 metri di larghezza, contenute all’interno di gabbie in rete metallica, realizzate immediatamente a ridosso dell’area sepolcrale; due piramidi tronche di3 metri d’altezza sopra alcune tombe;muri in pietra con gabbia in rete metallica larghi due metri e mezzoe altidue metri realizzati nell’area del Colle dei Punici. Il processo è solo alle battute iniziali: a novembre saranno sciolte le riserve sulle questioni preliminari poi a dicembre si entrerà nel vivo col dibattimento vero e proprio.