Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lungomare: a piedi, in bici, col bus

Fonte: La Nuova Sardegna
19 settembre 2011

Comune in corsa per non perdere gli oltre 10 milioni di euro sul progetto della passeggiata a mare



Assessore Marras: «Dobbiamo raccordarci al piano di utilizzo del litorale»



Il 31 dicembre scadono i termini per impegnare i fondi

CAGLIARI. Come non perdere un finanziamento di dieci milioni di euro e, assieme, cambiare uno stile di gestione povero di risultati. Il dilemma si è materializzato ieri nella commissione urbanistica del consiglio comunale durante una riunione con l’assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras. In ballo c’è il lungomare della città e il finanziamento della Regione: il progetto non è ancora abbastanza avanti per arrivare al bando di gara ma il termine del 31 dicembre per impegnare il denaro risulta essere l’ultimo. Che fare? «Correre verso la soluzione», risponde l’assessore Marras.
La città non si può permettere di perdere una cifra del genere e neppure un’opera come il lungomare. Il problema è sul progetto: così com’è è un’elaborazione calata su un pezzo di città senza che si abbia la certezza di una sua coerenza con quel che sarà la previsione dell’intero affaccio a mare di tutto il capoluogo. In altre parole: non si può pensare a un tratto del lungomare staccato da quello che dovrà essere il piano di utilizzo del litorale. Avrebbe senso, tanto per fare un esempio, una pista ciclabile che comincia a Su Siccu e si ferma al porticciolo dei pescatori di Sant’Elia? Naturalmente no, ma è questo uno dei rischi se l’amministrazione si preoccupasse solo di catturare il finanziamento. La fretta d’altronde è motivata: «La Regione tende a definanziare i progetti non pronti - spiega l’assessore Marras - questo è un finanziamento importante, di circa 12 milione di euro in totale. La pratica che abbiamo ereditato risale al 2009, quando il progetto per la pedonalizzazione del lungomare venne inviato all’Utr, l’Ufficio tecnico regionale, da dove tornò con una serie di osservazioni che dovevano modificare il progetto». Il progetto, però, rimase com’era, chiuso nel cassetto e quindi inutilizzabile. Già allora avrebbe avuto difficoltà, forse, ad andare avanti per il finanziamento regionale, ma oggi bisogna anche tener conto di alcuni cambiamenti fra cui la necessità di armonizzare ogni intervento sul mare secondo il Pul, il piano di utilizzo del litorale, che deve considerare ogni aspetto della presenza umana urbana sul mare. Pedonalizzazione, pista ciclabile, parcheggi di scambio, promozione del trasporto pubblico ecc. non sono interventi da poco e da qui il problema: non si può progettare un pezzo di città dove ai cittadini si chiede quantomeno di prendere in considerazione nuovi stili di vita senza che questo sia coerente con le altre previsioni per il litorale. In sostanza l’assessore afferma che non si può più progettare la città pezzo a pezzo, ma progettare una parte avendo ben chiaro come quadro di riferimento il tutto. Non è filosofia ma agire concreto visto che il tema lungomare Marras lo sta affrontando anche con l’assessore alla viabilità, Coni, e col collega all’urbanistica, Frau. Marras non è pessimista: «Dobbiamo riuscire nell’intento, bisogna essere ottimisti per forza». Dunque si deve far marciare l’elaborazione del Pul: arrivare alle linee generali almeno per avere la cornice in cui progettare il lungomare pedonale. (a.s.)

 

Piani per la spiaggia

Due «Pul» ma il Poetto è uno solo




CAGLIARI. Conto alla rovescia verso un’azione di grande impatto: la demolizione dei baretti. L’ultima settimana di settembre è quella individuata per dare seguito a una disposizione ineludibile: la demolizione delle strutture largamente abusive. Si andrà avanti per gruppi di baretti, la demolizione comincerà assieme e si prevede di farla concludere assieme. Poi si dovrà passare alla seconda fase del ripristino dei luoghi, vale a dire la spiaggia. Ma l’attesa è già proiettata verso la fase successiva: la previsione del futuro del Poetto con l’elaborazione del piano di utilizzo del litorale. Il punto resta però questo: i comuni sono due, ma il Poetto è uno solo, si può pensare a un Pul di Quartu e a uno di Cagliari? Pensarlo no, farlo, invece, si teme di sì.