Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Fasce al prefetto e uffici chiusi: sindaci in sciopero contro la manovra

Fonte: La Nuova Sardegna
14 settembre 2011

 


Protesta simbolica: «I tagli ai Comuni rischiano di compromettere servizi essenziali»

SILVIA SANNA

SASSARI. La fascia tricolore sul tavolo del prefetto, gli uffici dell’Anagrafe e Stato civile chiusi, le porte dei municipi aperte ai cittadini che vorranno capire perché il proprio Comune rischia il tracollo. Saranno tanti i sindaci domani alla mobilitazione indetta dall’Anci contro la manovra finanziaria del Governo. Che prosciuga i conti, già a secco, degli enti locali.
L’avevano detto, che non sarebbero rimasti a guardare. Da subito i sindaci avevano puntato il dito contro tagli giudicati scellerati, perché rischiano di compromettere l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini (in testa l’assistenza sociale) e ingiustificati, visto che i Comuni incidono in misura irrisoria sul deficit nazionale e ogni anno portano nelle casse dello Stato quasi tre miliardi di euro. Nonostante questo, la Manovra stabilisce la riduzione dei trasferimenti agli enti locali, che sarebbero dunque costretti ad aumentare le tasse, e maggiore rigidità sul Patto di stabilità: il principale responsabile del blocco della spesa (i residui passivi a livello nazionale ammontano a 40 miliardi) sarà applicato anche ai centri con popolazione superiore ai 1000 abitanti, mentre sinora riguardava solo quelli oltre i 5000. Ancora: nell’ottica del risparmio, il Governo mette il becco anche negli orari di consigli comunali e riunioni di giunta, perché nei centri sotto i 15mila abitanti potranno essere convocati soltanto di sera, in modo da ridurre le richieste di permesso ai datori di lavoro da parte dei consiglieri/assessori. Inaccettabile, secondo l’Anci, anche il ridimensionamento della rappresentanza democratica nei piccoli comuni sotto i 1000 abitanti (118 nell’isola): via la giunta, restano il sindaco e sei consiglieri.
Ce n’è abbastanza per scendere in piazza, pensano gli amministratori locali. Che hanno aderito in massa all’iniziativa dell’Anci nazionale, caldeggiata anche dal neo eletto presidente dell’Anci Sardegna Cristiano Erriu. Proprio lui domani parteciperà a un incontro nel municipio di Cagliari insieme a Lino Zedda, primo cittadino di Baradili, che con i suoi 95 abitanti è il comune più piccolo della Sardegna. Nel pomeriggio li raggiungerà, al rientro della Fiera del Levante di Bari, il sindaco del capoluogo Massimo Zedda: insieme spiegheranno che cosa potrebbe accadere, nei comuni piccoli come in quelli grandi, se la manovra non sarà modificata. Stesso argomento nella sala polifunzionale del comune di Carbonia, dove i sindaci del Sulcis si riuniranno alle 9.30. In altri centri, invece, per domani mattina sono stati convocati consigli comunali straordinari, ai quali la popolazione è invitata a partecipare in massa. All’appello dell’Anci nazionale hanno risposto, tra gli altri, anche i sindaci di Sassari Gianfranco Ganau e di Nuoro Alessandro Bianchi. Entrambi hanno spedito una lettera ai cittadini per spiegare le ragioni della protesta. A Sassari sarà possibile conoscere dalla viva voce degli amministratori qual è la situazione dei bilanci comunali, a Nuoro l’ufficio Anagrafe e Stato civile chiuderà dalle 10 alle 10.05. Si segue la direttiva dell’Anci: no a serrate prolungate, perché la mobilitazione non deve procurare disagi ai cittadini. Ma il significato delle porte sbarrate, anche solo per una manciata di minuti, arriva forte e chiaro: se lo Stato non riaprirà i rubinetti, alcuni servizi un domani potrebbero diventare un lontano ricordo.

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