Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Ecco chi blocca il porto»

Fonte: La Nuova Sardegna
14 settembre 2011

Fadda su zona franca, terminal, concessioni: snodi di potere



Il presidente dell’autorità portuale racconta tutti i retroscena delle incompiute più gravi dello scalo

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Tre cose non ha fatto Paolo Fadda durante i 4 anni di presidenza dell’autorità portuale. Il bando internazionale per trovare investitori che impiantino attività nella zona franca del porto canale, la gara per gestire il terminal crociere, il varo del nuovo regolamento delle concessioni in tutto il porto. Ieri, nella conferenza stampa di congedo, ha spiegato perché. La zona franca con tutto il corredo di documenti corretti dagli svarioni amministrativi e giuridici che l’avevano paralizzata è pronta da due anni, come ben sa la Camera di commercio che, appunto due anni fa, tempo dieci giorni aveva deliberato l’ingresso nell’azionariato. Ma perché la zona franca potesse funzionare, servivano altri soci, tutti previsti da uno statuto che gli stessi futuri soci, nel comitato portuale e in altre sedi, avevano contribuito a stilare. Ebbene gli altri soci, vale a dire la Provincia (soprattutto), il Comune con comportamenti alterni (il sindaco Floris aveva cercato di proporlo ma, si sa, non aveva troppa presa sulla sua maggioranza), anche la Regione non hanno mai deliberato l’ingresso nella società. Nonostante lettere e solleciti della presidenza del porto. Morale: tutto fermo. Oltre il danno, per esempio per chi cerca lavoro, in questa storia c’è anche la beffa: è capitato in più di un’occasione pubblica di ascoltare gli stessi rappresentanti delle stesse istituzioni silenziose sull’ingresso in zona franca lamentarsi dell’impossibilità di portare investitori nel porto per le incertezze giuridico-amministrative dello stesso. Ieri Fadda diceva che a Tangeri, con 20 ettari in meno rispetto al parco aree di Cagliari, hanno trovato lavoro 20 mila persone direttamente e altre 20 mila con l’indotto.
Il terminal crociere ha una storia ugualmente curiosa. Nel luglio scorso il bando di gara, sollecitato poco prima dalla Provincia in comitato portuale, era pronto da varare. Ma la maggioranza del comitato portuale l’ha bloccato perché, in sostanza, stava per arrivare un successore e non bisognava mettergli paletti. Nella maggioranza c’era anche la Provincia, con esponente diverso da quello che invece aveva sollecitato il bando della gara. Ma è forse nella vicenda del regolamento delle concessioni che si assapora l’atroce gusto della politica. Uno dei grandi poteri è proprio qui: a chi concedere di lavorare nel porto e a chi no, quali autorizzazioni perpetuare e quali invece passare di mano. Ebbene il comitato portuale, diceva ieri Fadda, ha ritenuto di rinviare il varo di un regolamento scritto in un anno di lavoro da una commissione, aperta all’intero comitato e a qualunque consulente questo volesse inviare. Vincenzo Mucci direttore generale dell’authority ha spiegato perché è urgente: «Il 20 settembre del 2010 è entrato in vigore il piano regolatore del porto, parecchie delle concessioni non sono compatibili col piano regolatore. Si badi che l’Unione europea ha già avvertito l’Italia che le concessioni vanno fatte con evidenza pubblica, cioè vanno messe in gara, qui sono quasi tutte ereditarie». Fadda ha sottolineato che il testo non era stato imposto bensì frutto di lavoro comune e con risultati condivisi dagli operatori. Nel frattempo le concessioni sono state prorogate con un’ordinanza. Le cose che invece Fadda è riuscito a fare e finire sono molte di più. Prima di tutto il piano regolatore portuale: vecchio di 70 anni il precedente, senza la carta fondamentale che spiega nel dettaglio cosa si può fare in tutte le porzioni del porto, nel tempo non era stato possibile spendere i tanti finanziamenti statali e regionali. La gestione Fadda si chiude con il recupero completo di tutte le somme. Si chiude con l’appalto dello scavo del terminal crociere e il boom dei crocieristi, con 90 milioni di lavori vari appaltati, con il distretto della nautica e il terminal ro ro indispensabili perché il porto cresca sul serio. «Si cresce con due segmenti di traffico - spiegava Fadda - semirimorchi e container. Essere hub dei semirimorchi è la vera prospettiva del porto di Cagliari. Il ruolo fondamentale per il territorio lo giocano le merci, l’aver avviato la progettazione del terminal ro ro nell’avamporto del porto canale e aver avviato traffici nuovi sono stati fra gli elementi più importanti per inserire Cagliari fra le autostrade del mare, da cui era esclusa nella prima versione del Governo». Su Massidda, suo quasi successore: «Credo che ce la farà perché è persona capace e ha ciò che forse è mancato a me: la forza politica».