Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Villanova, artigiani in crisi e il quartiere perde la sua identità

Fonte: La Nuova Sardegna
12 settembre 2011

 


L’area rimane un’appendice di via Garibaldi

PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Il quartiere Villanova potrebbe diventare una delle zone più attrattive della città. La ristrutturazione diffusa delle abitazioni e le migliorie stradali potrebbero però non bastare per rilanciare economicamente il quartiere.
L’artigianato infatti langue, pur essendo stato fino a poco tempo fa il settore produttivo trainante della zona; e se quarant’anni fa in via San Giovanni si contavano 45 attività commerciali, oggi si contano sulle dita di una mano, pizzeria e gelateria comprese. Ovviamente si tratta di un problema diffuso in tutta la città. «L’azione dei centri commerciali ha plasmato la domanda e anche lungo le vie commerciali come via Manno e via Garibaldi, i negozi che non sono in franchising chiudono uno dopo l’altro - afferma Carboni, ex-presidente della circoscrizione centro storico - le attività di vicinato come barbiere, calzolaio, falegname e ferramenta sono indispensabili, ma pare non reggano alla concorrenza». Carboni sostiene inoltre che «un intervento di sostegno è ormai indispensabile, almeno negli affitti, per chi intende avviare un’attività». Biddanoa ha cambiato fisionomia: via San Giovanni è rivestita in marmo grigio, le vie sono illuminate e la pedonalizzazione è quasi completa. Il turista, esemplare raro durante gli anni scorsi, quest’anno si inoltra spontaneamente nella zona tra via Sulis a piazza San Domenico, fino ai limiti di via San Giovanni; ma manca ancora una caratterizzazione precisa del quartiere. Carboni a tale proposito sostiene che «una condizione imprescindibile per rivalutare tale zona è appunto la creazione di aree pedonali». Neppure via Manno è esente dal trambusto dei veicoli, seppur autorizzati, che la privano del fascino e delle comodità che hanno fatto della Marina un centro turistico. Villanova inoltre, rappresenta ancora un’appendice sotto-sfruttata di via Garibaldi e la sua impronta di sviluppo dovrebbe ruotare attorno all’artigianato, ovvero quelle attività che non hanno un carattere propriamente commerciale ma appunto manuale, come i restauratori, tessitori, falegnami e fabbri. L’omologazione della domanda deriva anche da assottigliamento dell’offerta, ma le risposte si trovano: la titolare del laboratorio di ceramica Manimani in via San Domenico, afferma che «mantenere aperta un’attività simile comporta grandi sacrifici, ma la produzione manuale, soprattuto quella legata alla tradizione sarda, è sempre una tentazione per gli acquirenti».