Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Ma quale accordo? Tuvixeddu non si tocca»

Fonte: La Nuova Sardegna
7 settembre 2011



Per Italia Nostra il Consiglio di Stato ha fermato ogni intervento



I vincoli imposti dalla Regione restano e sono insuperabili

CAGLIARI. «Quello che sta facendo l’amministrazione comunale per Tuvixeddu non mi è chiaro, credo che si stia andando avanti un po’ alla cieca, senza tener conto di aspetti fondamentali di una questione molto complessa»: a parlare è Maria Paola Morittu, responsabile giuridica nazionale di Italia Nostra, da anni nella trincea giudiziaria insieme ad altre associazioni ambientaliste per difendere il colle dei Punici dal cemento. Il sindaco Massimo Zedda - stando alla riunione della commissione di vigilanza sull’accordo di programma, che si è svolta l’altra sera - sembra voler ripartire dai due accordi di programma sottoscritti nel 2000 da Regione, Comune e Coimpresa per riavviare i lavori nell’area pubblica: parco archeologico e strade d’accesso. Ma per la Morittu non c’è alcuna possibilità di muoversi: «La sentenza emessa dal consiglio di stato il 3 marzo 2011 ha confermato al di là di ogni discussione i vincoli imposti sull’intero compendio nel 2006 dall’amministrazione regionale - avverte la giurista - quindi non si può toccare nulla fino all’adeguamento del Puc al piano paesaggistico regionale e alla conseguente rielaborazione dei livelli di tutela. Strano che il costruttore Gualtiero Cualbu, come ha dichiarato alla Nuova Sardegna, non abbia mai interrotto i lavori. Se è davvero così si tratta di un’informazione da girare alla Procura della Repubblica perchè faccia le sue valutazioni». La direzione regionale dei beni culturali è su questa linea: «E’ stata la responsabile Maria Assunta Lorrai a scriverlo nel sito internet del ministero - ricorda la dirigente di Italia Nostra - la sentenza di palazzo Spada ferma tutto». Ma l’amministrazione Zedda sembra voler andare avanti, sia pure con estrema cautela, per dare alla città un parco storico-archeologico atteso da decenni. Attesa che forse è destinata a continuare a lungo: «Gli accordi di programma, come ha chiaramente affermato il consiglio di stato nella sentenza del 2008, non sono insuperabili - spiega ancora Maria Paola Morittu - ma al contrario esiste un diritto di recesso anche unilaterale. E che la Regione, uno dei contraenti, abbia voluto esercitarlo mi pare chiaro fin dal 2006, quando ha imposto un nuovo vincolo paesaggistico. Aggiungerei che la Sovrintendenza è stata sempre al fianco della Regione in ogni sede giudiziaria e ha continuato a costituirsi in giudizio centro la strana coppia Comune di Cagliari-Nuova Iniziative Coimpresa. Quindi di quale accordo si parla? Ormai è carta straccia, l’area di Tuvixeddu è vincolata e non si può aprire alcun cantiere. Questo concetto dovrebbe essere ormai chiaro a tutti: l’area è inedificabile. Chi sostiene il contrario vada a leggersi le sentenze. E chi viola un vincolo di tutela commette un reato, forse è il caso di ricordare anche questo. Magari, visto che ci siamo, ricordiamo anche che c’è un vincolo sul canyon e che gli ultimi due nullaosta concessi dal Comune a Coimpresa sono stati bocciati dal consiglio di stato».
Resterebbe comunque il diritto dell’impresa privata, che si ritiene danneggiata dall’interminabile contesa giudiziaria nata sui colli cagliaritani e si è rivolta a un collegio arbitrale: «Se parliamo di diritto al rimborso delle spese credo che questo possa essere riconosciuto - è l’opinione della rappresentante di Italia Nostra - ma in base alle norme il risarcimento scatta solo quando il danno è conseguenza di un atto illecito. Il consiglio di stato ha invece dichiarato in sentenza che i vincoli imposti dall’amministrazione Soru sono leciti, come d’altronde ha sempre sostenuto anche il ministero dei Beni Culturali attraverso l’avvocatura dello stato. Quindi non mi pare che ci sia alcun diritto al risarcimento, semmai a un indennizzo. Ma questo è un altro problema - taglia corto Morittu - l’interesse di Italia Nostra è la difesa del sito storico-culturale e del paesaggio». (m.l)