Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, risuscita l’accordo

Fonte: La Nuova Sardegna
6 settembre 2011



Ieri il primo incontro tra l’amministrazione comunale e Coimpresa




ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Tuvixeddu punto e a capo. L’accordo di programma firmato nel 2000 da entità pubbliche e imprenditori privati ha ripreso vita ieri pomeriggio nell’aula consiliare del Comune durante il primo incontro ufficiale tra la nuova amministrazione municipale e tutti i rappresentanti dei proprietari di terreni e dell’impresa (Coimpresa) che ha già costruito 60 appartamenti lungo la via Is Maglias. L’accordo torna a vita nuova: non tutto quello che venne concordato nel 2000 sarà fatto, ma, e forse questa è la novità politica di sostanza, c’è voglia di chiudere una storia infinita senza forzare gli aspetti più delicati.
La Regione. Massimiliano Tavolacci, capo di gabinetto dell’assessore all’Urbanistica Gabriele Asunis, ha partecipato in rappresentanza della Regione al comitato di sorveglianza per Tuvixeddu, tavolo che dal 2000 si riunisce in teoria due volte l’anno per valutare lo stato di attuazione dell’accordo. Il tavolo, come tutto il resto, è stato rinviato varie volte. Ieri si è confermata la nuova sintonia tra Regione e Comune su Tuvixeddu. La Regione ha tutti i fondi che servono per mandare avanti i lavori del parco archeologico e urbano, ma farà di più: porterà in consiglio la proposta di comprare altri terreni attorno al parco per rendere possibile una sorta di zona di rispetto.
Il parco. Il sindaco Massimo Zedda ha annunciato di voler convocare entro settembre la conferenza di servizi per riavviare i lavori, lasciati al sessanta per cento del totale progettato.
Volumetrie pubbliche. E’ ufficiale: il Comune rinuncia a costruire tutti gli edifici pubblici previsti dall’accordo di programma. Non ci sono i fondi per farlo, ma la scelta non viene proposta come una rinuncia sofferta bensì come un’opportunità per alleggerire ulteriormente la pressione cementizia attorno alla necropoli.
La strada del canyon. Non si fa più. Da ieri è ufficiale che la strada si ferma in via Is Maglias. Il Comune resta in attesa del «rendering», che è la visualizzazione al computer di come la strada «esce» in via Is Maglias e quindi impatta sul traffico di questa arteria e anche sul canyon di Tuvixeddu, una questione funzionale ed estetica assieme, nessuno dei due aspetti può essere sottovalutato. La strada infatti potrebbe sboccare nella via Is Maglias in sottopasso oppure a raso o ancora in sovrappasso: vedere per scegliere.
Coimpresa. All’incontro c’erano l’ingegnere Gualtiero Cualbu e il figlio Giuseppe. «Questa riunione - ha commentato Cualbu senior - è servita per mettere in chiaro con la nuova amministrazione le rispettive posizioni e quindi capire se tutti abbiamo unità d’intenti nel concludere quel che si è cominciato, nell’interesse generale. Abbiamo ora il fatto concreto che l’amministrazione ha confermato oggi di voler riprendere con tempestività le opere pubbliche nella formulazione condivisa da tutti». Dunque Coimpresa riprende a costruire? «Coimpresa non ha mai smesso». Coimpresa porta a termine il suo progetto immobiliare? «Dall’attuazione dell’accordo da parte di tutti conseguiranno i nostri comportamenti». Traduzione: vediamo cosa fanno e noi facciamo.
Il ricorso contro il vincolo minerario. Non si fa più la strada bloccata dal vincolo minerario apposto al canyon dalla soprintendenza ai Beni monumentali, dovrebbe cadere anche il ricorso dell’impresa contro il vincolo. «Aspettiamo la sentenza - ha spiegato Cualbu - il vincolo non toccava direttamente la nostra attività, abbiamo presentato ricorso come portatori d’interesse». Come si ricorderà, il Comune, che aveva anch’esso presentato ricorso (sotto la giunta Floris), nelle settimane scorse ha dichiarato decaduto il suo interesse ad andare avanti.

 

L’idea nacque a cavallo degli anni Settanta-Ottanta tra chi studiava come alleggerire il traffico della zona

La strada nel canyon: progetto accantonato




CAGLIARI. Un attraversamento tra Is Mirrionis e la zona di San Paolo diverso dall’attuale di cui fa le spese ogni giorno viale Merello fu pensato già tra gli anni Settanta-Ottanta. I colli di Tuvumannu e Tuvixeddu erano il passaggio naturale: con un tunnel, secondo le previsioni di alcuni ingegneri che insegnavano in facoltà, si sarebbe risolto tutto. Sotto Tuvixeddu, così sotto da non toccare le stratificazioni archeologiche, doveva passare una strada. Ma anche allora la proposta sbatteva su un problema da affrontare subito: la zona di San Paolo non era una landa spoglia affacciata sul mare.
Scuole e palazzi costituivano ostacoli non superabili con un semplice colpo di matita. La proposta progettuale non uscì mai dalle aule universitarie, non divenne progetto della città. Ma restò l’idea che il modo più semplice per gestire la grande mole di traffico tra Is Mirrionis e San Paolo-Sant’Avendrace, fosse di attraversare i due colli gemelli. Non più tanto simili, visto che su Tuvumannu si era costruito case e scavato la pietra per costruire il resto della città.
La strada è ricomparsa nell’accordo di programma del 2000 tra Comune e Coimpresa, lo sbocco tra Sant’Anvendrace e San Paolo, però, non era stato risolto in modo indolore: mezzo Siotto e la scuola di via Falzarego diventavano veri intralci. Il vincolo paesaggistico successivo ha bloccato la strada perché passava nella cava considerata un pezzo di archeologia industriale.