Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

CASTELLO UN QUARTIERE NOBILE DECADUTO

Fonte: Sardegna Quotidiano
1 settembre 2011

 LA GRANDE FUGA Sembra inarrestabile l’emorragia di residenti, in controtendenza rispetto agli altri rioni del centro storico Continuano a sparire attività e servizi. Ma arriva una rosticceria

 Strade rifatte, alcune facciate pure. Ma non basta. Perché Castello, il rione (che fu) nobile della città, negli ultimi dieci anni può essere raccontato solo attraverso il suo declino. Lo dicono i dati Istat dell’ultima rilevazione del 2010. Dal 2002 hanno oltrepasato le mura, per non fare ritorno, il 12,68% dei residenti. E non va meglio per le attività commerciali: in via Lamarmora, strada dove ancora resistono alcune botteghe artigianali, si è passati dagli oltre novanta negozi degli anni ’80 e ’90 ai sette attuali. Per il rilancio le idee, mai attuate, sono state tante, come quella della zona franza urbana. La Ztl così com’è strutturata non enstusiasma. Più utile, a detta di tanti, la pedonalizzazione completa di certe zone. E la valorizzazione delle risorse turistiche: ci sono la maggior parte dei monumenti. Per non parlare dei palazzi storici, ancora di proprietà delle famiglie blasonate cagliaritane, Manca Di Nissa, Amat, Saint Just, De Magistris e Siotto, solo per citarne alcuni. Intanto chi non ha il sangue blu ha abbandonato le strette vie della zona. Dai 1640 del 2002 i residenti sono diventati 1432 nel 2010, e le stime danno un ulteriore calo per il 2011. La cifra è in controtendenza xcol resto del centro storico: a Villanova e a Marina, (+1,27% e +4,86%) gli abitanti crescono. Non solo: il tasso di crescita naturale è stimato al -6,22%. Tradotto: c’è la spopolazione, e tende ad aumentare. Gianfranco Carboni è l’ex presidente della circoscrizione. Castello l’ha visto cambiare passo dopo passo: «Il quartiere deve essere pedonalizzato e il suo rilancio deve partire dalle sue specificità, come la zona franca urbana per esempio, promessa dell’ex sindaco Floris e mai effettuata. E occorrono i servizi, dal bancomat fino ai trasporti pubblici anche di notte. Bisogna intervenire anche per il degrado delle facciate, vanno ristrutturate, c’è anche un finanziamento regionale ». Bruno Meloni, ingegnere ed ar- Castello Un quartiere nobile decaduto chitetto specializzato nelle ristrutturazioni di dimore antiche, conosce Castello come le sue tasche: «Il quartiere non ha mai avuto una vocazione commerciale, non a caso era dei nobili. Le attività che con gli anni hanno chiuso non sono state sostituite. Il rione, non nasce strutturato con i servizi. Il ceto che lo abita è medio alto, si occupa delle ristrutturazioni dei palazzi o delle case che possiede. La Ztl poi è gestita come un coprifuoco: bisognerebbe prima capire la pressione delle auto e adottare una strategia conseguente». Castello inizia a cambiare volto con il rifacimento delle strade del rione, nel ’99. Il risanamento ha portato alla scomparsa delle sacche di povertà che ancora resistono in alcune zone. Intanto gli affitti e i prezzi degli appartamenti sono saliti alle stelle. Dall’agenzia immobiliare del gruppo Toscano in via Sonnino fanno sapere le ultime quotazioni di mercato: per l’affitto, dai 1000 ai 1500 euro al mese, dipende dalla metratura e dalle condizioni. Per la vendita invece la scelta varia dai 1800 euro a metro quadro se è parzialmente ristrutturato fino ai 2400, 2600. F. O.

numeri

1640 Erano i residenti i castello nel 2002. Nell ’ultima rilevazione disponibile, del 2010, sono 1432. -6,2% È il tasso di crescita stimato per il quartiere, che quindi è destinato a spopolarsi se non ci saranno degli inter venti mirati per il rilancio. 2400 Il prezzo a metro quadro di un appartamento ristrutturato. Per quelli parzialmente da ristrutturare, secondo le agenzie immobiliari, il prezzo a metro quadro si aggira intorno ai 1800.

PROPOSTE «INVESTIRE DI PIÙ NELLA CULTURA»

 Una delle idee per il rilancio del quartiere passa attraverso la cultura. Lo sostengono i pochi artigiani che ancora resistono in via Lamarmora. Come Claudio Brai, studio privato di lavorazione della ceramica: «Servono luoghi e attività culturali piuttosto che botteghe, il quartiere non ha un vocazione al commercio. Bisogna investire in questo settore, non c’è dubbio. Basterebbe la zona franca urbana, con gli incentivi per chi fa laboratori, mostre, teatro e tutto quello che riguarda la cultura. Tutto il resto sarebbe inutile, il deserto che c’è oggi è sotto gli occhi di tutti. Un consorzio di tutte le attività sarebbe utile». 

IL GRUPPO È RIMASTO POCO PER CHI CI ABITA n Pierpaolo Manca è il presidente della storica associazione Vivicastello. È lapidario sulla situazione del quartiere: «Ormai non c’è più niente. La chiusura dell’ufficio postale è stato un duro colpo, ha tolto l’unico servizio per gli abitanti». Per lui la soluzione sarebbe quella di dare incentivi a chi apre: «Castello non ha mai avuto vocazione commerciale, chi investe nella zona ha bisogno di essere aiutato. Ma bisogna dare almeno i servizi ai residenti. Bancomat, posta e centri per anziani e giovani». Intanto si contano due nuovi arrivi: una rosticceria e presto risolleverà le serrande lo storico bar tabacchi di piazza Carlo Alberto.

 

MARINA E VILLANOVA I dati di Castello contrastano con la crescita del resto del centro storico: residenti in aumento alla Marina (4,86%) e a Villanova (1,27 %)