Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Appello a Zedda: «È necessaria la moschea»

Fonte: L'Unione Sarda
31 agosto 2011

Anche 200 sardi in Fiera alla festa di fine digiuno dei musulmani
In mille per il Ramadan


 


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Una liberazione. Non solo perché da oggi potranno ricominciare a mangiare anche quando il sole è alto nel cielo. Soprattutto perché hanno potuto dimostrare pubblicamente in tanti, oltre mille, ai numerosi politici accorsi che la loro religione non è un pericolo. Anzi, è fattore di integrazione. Anche con i sardi che ieri, alle dieci, si sono presentati in circa duecento per festeggiare con i musulmani di Cagliari e hinterland la fine del Ramadan, il mese sacro di digiuno dell'Islam. Tra tutti aleggiava la speranza che con la nuova amministrazione di centrosinistra arrivi anche l'agognata moschea. Una vero luogo di culto, non una sistemazione provvisoria come quella attuale di via del Collegio.
LA FESTA Alle dieci la preghiera, recitata in arabo classico, è già finita e la maggior parte dei fedeli lascia il padiglione E della Fiera per tornare al lavoro. All'interno, sono rimasti in tanti a festeggiare: sunniti, sciiti e laici. Come Ibrahim Jamoul, libanese in Italia da 30 anni. «Questa è un evento culturale non solo religioso che coinvolge tutti», spiega mentre distribuisce nammura , un dolce con semola, farina di cocco, e yogurt.
ASPETTANDO LA MOSCHEA Ieri c'erano persone di ben 14 nazionalità: africani, asiatici, arabi, italiani e sardi, tutti uniti nella umma islamica, la comunità dei fedeli. Persone diverse per usi e costumi ma accomunate da una religione. E da una richiesta precisa: «Dateci una moschea». Tra loro Mohammed Isouf, arrivato nell'Isola tre mesi fa dal Ciad, passando per la Libia. «Abbiamo fiducia nel nuovo sindaco», dice in un italiano stentato. Parole a cui si associa la marocchina Bouchra Kouchard. Tra i tanti sardi c'è anche Francesca Dessì, 25 anni, da 4 musulmana: «Volevo ascoltare il dibattito». Operazione ardua visto che l'impianto di amplificazione distorceva ogni parola pronunciata al microfono.
GLI ORGANIZZATORI Lo stesso usato dall'imam cittadino, Mehrez Triki, per ringraziare l'impegno di Massimo Zedda: «È la prima volta che vengono così tante persone». Un ringraziamento a cui si unisce Suleiman Hijazai, portavoce della moschea, che però specifica: «È un problema pregare in via del Collegio». Con lui concorda don Marco Lai della Caritas. Un appello comune ai tanti politici accorsi ieri. Esponenti di Sel, Pd e delle istituzioni, come gli assessori comunali e provinciali alle Politiche sociali, Susanna Orrù e Angela Maria Quaquero. È a loro che si rivolgono i musulmani sardi riuniti ieri alla Fiera per avere la moschea e per vedere attuati i precetti costituzionali in tema di libertà religiosa.
Mario Gottardi