Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Comune e gli sprechi: 50 milioni non spesi

Fonte: La Nuova Sardegna
3 settembre 2008

MERCOLEDÌ, 03 SETTEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari



Tutti i finanziamenti della Regione che la giunta comunale tiene nel cassetto



I settori più esposti sono quelli abitativi: i giovani fuggono

ROBERTO PARACCHINI

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CAGLIARI. Cinquanta milioni di euro è la cifra di cui dispone il Comune, quasi tutti finanziamenti regionali, ma che l’amministrazione non spende e che, in parte, rischia di perdere. Vediamo: trenta milioni sono pronti dal 2006 per la riqualificazione abitativa dei palazzoni di Sant’Elia. E 6 sono “in panchina” per il nuovo palazzetto dello sport. Diversi anche i finanziamenti per la costruzione di abitazioni: 2 milioni e 470 mila sono stati stanziati dalla Regione per la casa nel novembre 2006; altri 7 milioni e 800mila risalgono al 2005, di questi il Municipio ne ha utilizzato un milione e 700mila, altri 2 milioni e 679mila sono stati destinati dalla Regione al recupero delle case del Comune, restano quindi 3 milioni e 120mila non utilizzati; infine vi sono 8 milioni e 480mila del contratto di quartiere secondo, finalizzato a Mulinu Becciu, a rischio di revoca.
Dei trenta milioni per Sant’Elia, se ne stanno utilizzando tre: per alcuni interventi urgenti, tra cui quello sulle piastre (il piano sopraelevato) dei palazzoni, il cui degrado ha trasformato quei luoghi in zone di spaccio della droga. Ma ne restano ventisette. Il grosso delle opere di riqualificazione era stato inserito nell’accordo di programma che a fine aprile scorso la maggioranza del consiglio comunale non ha ratificato. All’interno di quest’atto c’erano, tra le altre cose, anche la realizzazione del Betile e la costruzione del campus universitario di viale La Plaia.
Interessante notare come per il museo ci sono altri trentacinque milioni, ma in questo caso molto dipende da Roma visto che i finanziamenti sono legati ai 150 dall’unità d’Italia, che si celebreranno nel 2011. È lecito pensare, però, che l’ostilità verso il Betile di parte della maggioranza di centrodestra ne metta in dubbio la realizzazione (complessivamente, erano previsti ottantatre milioni di investimento). Per il campus, inoltre e secondo il progetto dell’architetto Paulo Mendes da Rocha, erano ipotizzati 110 milioni, di cui sessantacinque sono già disponibili (tramite Ersu e università). Ma anche questo intervento è fermo. Secondo la maggioranza di centrodestra del Comune, «perchè mancano tutte le aree (per i parcheggi) per renderlo fattibile»; per l’opposizione, invece, il motivo è politico ed è legato alle prossime elezioni e «qualunque cosa possa dare un vantaggio al presidente Renato Soru, viene avversata».
Per la riqualificazione dei palazzoni nell’accordo di programma erano previsti quarantacinque milioni di cui trenta, come accennato, subito disponibili. «Tirando le somme - afferma Ninni Depau, capo gruppo dei Ds in consiglio comunale - la non ratifica dell’accordo di programma è costata all’area di Cagliari un investimento di alcune centinaia di milioni di euro. Poi vi sono i finanziamenti pronta cassa, che vengono ugualmente non spesi».
Massimiliano Tavolacci, Udc e presidente della commissione consiliare all’Urbanistica, spiega che l’accordo di programma nel suo complesso non esiste più, mentre «vi sono interventi sui singoli problemi». Invece per gli stanziamenti sulla casa, precisa che «le difficoltà erano legate al fatto che si doveva recuperare degli edifici dismessi, magari scuole, per farne delle abitazioni. Mentre oggi è possibile muoversi in altro modo».
Ninni Depau sottolinea, però, che si tratta di questioni oggettive: «È questa Giunta che aveva puntato sulla trasformazione delle scuole in alloggi e che poi si è fermata». A riguardo c’erano state polemiche anche all’interno della minoranza perchè Marisa Depau (Pd) aveva difeso sino all’ultimo la scelta (messa in dubbio dal centrosinistra) del recupero degli ex istituti «altrimenti i senza tetto restano tali».
Nello stesso tempo Cagliari è diventata la città in cui c’è il più basso indice di natalità. «E questo è un altro dato di fatto - precisa Ninni Depau - vuol dire che le giovani coppie fuggono perchè in città non ci sono case a costi accettabili. E il comune non spende i soldi che ha». «Manca una programmazione - precisa Massimo Zedda, capo gruppo della Sinistra democratica - basta vedere che fine ha fatto il piano strategico, di cui non si sente più parlare».
Intanto si incancreniscono singole situazioni come quella di Mulinu Becciu. La storia inizia da lontano, da quando vennero realizzate nel rione dei mini appartamenti «in cui vi sono famiglie di sei persone che vivono da anni in trentasei metri quadrati», spiega Marisa Depau. E ora, dopo «circa 20 anni, si è riusciti a trovare i soldi per rifare, in modo decente, quelle 72 case, ma è tutto fermo». E dire «che questi alloggi sarebbero dovuti essere di passaggio, in attesa di un posto decente, ma oggi vi abitano famiglie da anni e anni». I finanziamenti, spiega la consigliera, ci sono e - come accennato - risalgono al contratto di quartiere secondo. In questo sono compresi anche gli interventi di riqualificazione ecologica della parte vecchia di Sant’Elia (lavori già partiti). La preoccupazione di Marisa Depau è legata al fatto che «siamo già in regime di proroga e se si continua in questo modo, finisce che perdiamo i soldi. E a chi pone la scusa che c’è una questione pendente al Tar perchè alcuni abitanti del luogo hanno fatto un ricorso, rispondo che si può ugualmente andare avanti. Si tratta di problemi troppo importanti».