Rassegna Stampa

Sardegna 24

BOMBA ECOLOGICA A TUVUMANNU

Fonte: Sardegna 24
26 agosto 2011

 

Via Castelli è una grande discarica a cielo aperto, con carcasse d’auto, bidoni di plastica squagliati e lastre di amianto  

 

Un’emergenza sanitaria a cielo aperto. Carcasse d’automobili, bidoni di plastica squagliati, tracce di materiale bruciato. Potrebbe già essere sufficiente questo scenario, in via Castelli, quartiere di Tuvumannu, per un intervento in forze. Ma c’è dell’altro. Un’immensa area, totalmente abbandonata, subito dopo le recinzioni di un cantiere fermo da diverso tempo, nella quale fanno la loro comparsa anche tetti e lamiere in amianto. Oggetti scaricati lì da qualcuno che voleva liberarsene senza perdere troppo tempo e consapevole di non dare nell’occhio. Un minerale, l’amianto, cancerogeno e portatore di malattie gravi. Una vera e propria bomba ecologica, a pochi metri dal dedalo di palazzine di via Castelli, da sempre tristemente nota alle cronache per episodi di delinquenza e di disagio sociale. Tra gli abitanti della zona il silenzio è la prima regola. Con il trascorrere dei decenni – le palazzine furono costruite nella prima metà degli anni ’70 – via Castelli è diventata un ghetto, anche per comesono state progettate le abitazioni, unbudello quasi invisibile a distanza. Riccardo Laconi, delegato regionale della fondazione di tutela ambientale Sorella Natura spiega: «Quando ci si trova in una situazione di degrado ambientale ed urbanistico, nel momento in cui una zona nonè urbanizzata è oggetto di discariche abusive d’ogni tipo. «I cittadini di via Castelli soffrono una situazione di degrado sociale, un malessere nel malessere». Laconi pone l’accento anche su altri aspetti del problema: «Una ragguardevole percentuale degli abitanti dell’area è rappresentata da bambini ed anziani, ovvero soggetti a rischio. Via Castelli è stato un errore urbanistico, una bomba a cielo aperto dal punto di vista sociale, ecologico ed economico”. Cosa poter fare per cercare di combattere tutte queste problematiche». Che fare? «Un puntoimportante potrebbe essere il completamento del tunnel, lasciato a metà, che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto collegare l’area fino a via Trento. In questo caso, siamo in presenza di finanziamenti che sono stati bloccati e conseguentemente perduti». di PAOLO RAPEANU sardegna@sardegna24.net