Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

La lenta agonia di Santa Chiara

Fonte: Sardegna Quotidiano
26 agosto 2011

Mercati

 

STAMPACE I servizi sono scarsi, poche indicazioni e clientela in continua diminuzione. Gli operatori della struttura più antica della città lanciano l’allarme: «Il Comune deve intervenire»

«Così non c’è futuro, il Comune deve aiutarci». A parlare da dietro il suo banco del pesce è Salvatore Medda, uno dei dieci “storici ”operatori superstiti di Santa Chiara, uno dei più antichi mercati civici cagliaritani. In centro, può servire Castello e Stampace, ma è nascosto e in declino. «Molte persone pensano che ormai sia chiuso», racconta Medda, mentre sbuccia i gamberetti, «I centri commerciali ci hanno spezzato le gambe e non abbiamo nessuna pubblicità». Manco un cartello a indicare che sopra piazza Yenne si può fare la spesa. La chiave di salvezza, per i concessionari, potrebbe essere il famoso mercato dei fiori e il punto di informazione turistica che dovevano nascere, già da quasi dieci anni, nel piano superiore della struttura, ormai chiuso da anni. «È inaccessibile dal 2002», spiega Angelo Pitzalis, macellaio, al lavoro da più di 40 anni e attualmente rappresentante degli operatori, «la giunta di Emilio Floris ci ha sempre promesso che avrebbe fatto il mercato dei fiori, sapevamo anche che c'erano i fondi». Pitzalis ha un suggerimento anticrisi: «Dovrebbero creare un mercatino all'aperto, a partire dall'area che va dalla Torre dell'Elefante e prosegue per la discesa e finisce nelle scalette: una grande area espositiva di abbigliamento e oggettistica » . C'è poca gente di primo mattino nel piccolo ma affascinante mercato, un luogo antico dove operatori e clienti si danno del tu, e dove alcuni concessionari insistono ancora ogni mattina, allestendo i banconi di carne, pesce, pane, formaggi e verdure, pur non avendo più voce, o forse più voglia, per esaltare “i pesci di prima scelta”, o “i meloni di qualità”. «Prima, tra i due piani eravamo oltre 200, ora siamo in dieci, da oltre due anni i miei colleghi non fanno altro che chiudere le loro attività », si lamenta Pitzalis, «i posteggi vuoti sono cinque, chiediamo all'amministrazione di agevolare gli operatori a spasso, per invogliarli ad aprire un'attività qua, tutti hanno paura di iniziare a vendere i propri prodotti perché non vedono movimento di clientela». «Tiriamo avanti grazie ai clienti che sono affezionati a noi e vengono qua da tanti anni»: mentre lo racconta, Giuseppe Aresu, panettiere all'interno del mercato da circa 25 anni, serve una cliente. È sua coetanea, a Santa Chiara compratori e rivenditori sono cresciuti insieme. «Il quartiere è disabitato, sono rimasti solo pochi anziani, e ogni volta che ne muore uno perdiamo un cliente». Ma Giuseppe Aresu tiene a precisare: «Noi qua siamo come una famiglia». E se poca pubblicità penalizza il mercato, il numero ridotto di parcheggi e le barriere architettoniche spezzano le gambe. «Non ci sono parcheggi e anche solo per scaricare la merce ti mettono la multa», dice Maria Bonaria Culeddu, che vende frutta e verdura insieme al marito da quasi 30 anni, «la maggior parte delle volte l'ascensore non funziona oppure gli anziani hanno paura di prenderlo e superare una salita è difficoltoso per loro, inoltre i montascale per i disabili sono fuori uso da tempo, il Comune non li ha mai attivati». Monica Magro redazio

PROMESSE UN PIANO CHIUSO DA NOVE ANNI

Un mercato dei fiori mai realizzato. Santa Chiara occupa l'area del Convento delle Clarisse e si sviluppa su due piani. Il secondo piano è inutilizzato dal 2002 ed è ancora in attesa di un intervento di risistemazione. I fondi ci sono dal 2000, la delibera è di un anno dopo. La Giunta Floris aveva approvato un progetto esecutivo per il restauro dell'ex monastero di Santa Chiara, destinato a ospitare un mercato dei fiori e un punto di informazione turistica. Per i dieci operatori potrebbe essere la chiave della salvezza per cercare di superare una crisi, che ogni giorno li costringe sempre di più ad abbassare le saracinesche dei loro box

DISAGI LA GRADINATA E MONTASCALE ROTTO

Zona off limits per i disabili e molti anziani. l'accesso è reso difficoltoso dalle scalette. Due rampe da dieci gradini ciascuna, la prima si ferma al mercato, la seconda conduce alla chiesa sconsacrata e all'ascensore di Castello. Il mercato, il più piccolo fra quelli della città, è frequentato prevalentemente da persone anziane, che usano il carrello. Esiste un montacarichi per i portatori di handicap, ma gli operatori riferiscono che: «Manca l'operatore per farlo funzionare, il primo servo scala è rotto da tempo, il secondo funziona ancora ma i disabili non lo possono raggiungere perché il primo è fuori uso».