Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Nel porto ci vuole un politico»

Fonte: La Nuova Sardegna
26 agosto 2011

 
Piergiorgio Massidda designato dal ministro aspetta il sì di Cappellacci




ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Se Cappellacci non sarà d’accordo non se ne parla, il senatore Piergiorgio Massidda, Pdl, con eventuale ricandidatura in un collegio sicuro garantita da Berlusconi in persona, non andrà all’autorità portuale come presidente voluto dal ministro e basta: deve volerlo lì anche il governatore, l’autonomia della Sardegna Massidda dice che per lui non è mai stata solo uno slogan. La politica ormai è la sua casa e la ricerca del consenso il suo terzo mestiere: Massidda nasce medico, diventa parlamentare e ora «lo vogliono» lì, a Cagliari, insediato al porto perché, con questo ex ragazzo di buona famiglia, arriveranno, spiega sempre pazientemente, relazioni importanti romane ed europee coltivate in 17 anni di Parlamento, conoscenza diretta degli snodi della burocrazia, passione attorno a un tema «strategico» per l’isola come quello dei trasporti. Il sì di Cappellacci probabilmente c’è già, si racconta che l’abbia incassato un attimo prima che al governatore arrivasse la formale proposta del ministro per le Infrastrutture. Nessuna sorpresa: perché il prossimo presidente dell’autorità portuale dovrà, sì, essere anche competente (è concesso), ma deve assolutamente risultare in grado di mediare l’impossibile: il suo non ancora precedessore Paolo Fadda (resterà in carica fino a metà settembre) ha una competenza riconosciuta e continuamente ridimostrata, è riuscito in miracoli come quello di chiudere il piano regolatore portuale (Massidda stesso plaude a questo), ma alla fine si è trovato solo contro tutti. Ci vuole un esperto dell’arte della politica, insomma, ancorché competente, per stare in sella al puledro che ogni giorno scalcia «perché lo status quo (cioè il porto che vivacchia appena) forse interessa troppa gente»: è un sospetto dello stesso senatore Massidda. L’occasione di parlare della sua quasi sicura nomina discende dal botta e risposta con il vecchio amico ora preside di Giurisprudenza, Massimo Deiana, esperto di diritto della navigazione e candidato nella terna proposta da Camera di commercio, Provincia e comune di Sarroch. Deiana non ha mandato a dire che Massidda non ha i requisiti espressamente indicati dalla legge di competenza tecnica in tema di portualità. Massidda: «Da parlamentari si è obbligati a studiare i temi di cui si tratta. E io l’ho fatto per 17 anni. Ci sono ormai varie sentenze che certificano la crescita di competenza di un sindaco, di un parlamentare e un senatore sardo non può che approfondire il tema fondamentale dell’isola come quello dei trasporti. Cagliari porto hub dei container, ce ne sono solo tre in Italia, nasce per un mio emendamento. Sono in commissione Trasporti. Non posso essere anche un fisiatra? In 17 anni mi sono fatto una robusta formazione come parlamentare. E comunque la scelta del presidente dell’autorità portuale non è una gara fra chi ha titoli: la legge seleziona i candidati per evitare che un qualunque cittadino raccomandato possa ricoprire quell’incarico, ma il presidente dell’autorità portuale ha un ruolo definito dalla legge più politico che tecnico, la parte tecnica viene portata avanti dal personale dell’authority che a Cagliari è di altissimo spessore e pertanto non credo proprio che avrò bisogno di tante consulenze, come Deiana paventa». Come si arriva alla designazione: un senatore Pdl la chiede per sè al ministro di centrodestra? Massidda: «Non l’ho chiesto io, mi è stato chiesto prima che mi candidassi per la Provincia e dopo anni mi fa piacere tornare vicino alla gente». Il professor Deiana vicino alla gente c’è già ed è un tecnico. «L’autorità portuale è un organo dello Stato, le pare che un ministro di un governo di centrodestra possa essere rappresentato da un dirigente del Pd? E mi chiedo anche un’altra cosa: Deiana è un mio amico personale, che interessi possono portare un amico di sempre a dire cose tanto improprie sul mio conto? E le sembra che se anche si dovesse decidere di non nominarmi, poi nominano lui? E infine sulla competenza: Deiana è ordinario di diritto della navigazione, è un tecnico del diritto, materia non connessa con l’economia dei trasporti. Ma se lui e altri ritengono che la sua competenza possa essere estendibile anche a questa, perché allora non sarei competente io che le leggi sui trasporti le ho materialmente fatte? Quando me lo proposero per la prima volta dissi no per tre mesi, mi consigliai con amici vari, anche con Deiana, che mi disse: non farlo, sarebbe una deminutio. Io invece la considero una svolta nella mia vita: ho criticato spesso le istituzioni che non hanno trasformato il porto in una grande occasione di lavoro per migliaia di persone. Oggi dico: ci provo io».