Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ritorna quello della notte

Fonte: L'Unione Sarda
3 settembre 2008


Presentatore (bravo), cantante, musicista, intrattenitore, talent scout, padre di tutti i dj: in una parola showman. Gli anni passano, ma Renzo Arbore, Grande ufficiale al merito della Repubblica italiana, riesce ad mantenere lo spirito di eterno ragazzo. Questa sera torna in Sardegna con l'Orchestra Italiana. Appuntamento alle 21.30 all'Anfiteatro romano di Cagliari per lo show organizzato da Sardegna Concerti. Due ore all'insegna della musica napoletana. «Quella bella», come ama ripetere lo showman pugliese, che sul palco sarà accompagnato da quindici musicisti. «Sono in tour da due anni», racconta al telefono dalla sua casa di Roma alla vigilia dello spettacolo in Sardegna.
Settant'anni e tanta voglia di cantare.
«Tantissima. Siamo sempre in giro. Dalle Alpi alle Piramidi. Suoneremo anche in Spagna a Saragozza per l'Esposizione universale, poi in Brasile, Messico».
Avrebbe senso oggi un programma televisivo come il suo D.o.c.?
«Seconde me sì. Sarebbe ora che qualche televisione ci pensasse. D.o.c. trasmetteva musica nazionale e internazionale di qualità».
Come mai quelle trasmissioni non state pubblicate su dvd?
«C'è un problema che riguarda i diritti d'autore. Soprattutto con gli artisti stranieri».
Un patrimonio che rischia di andare perduto.
«Spero di no. Tra l'altro ci sono altri materiali inediti mai trasmessi in televisione».
Quali?
«Quando registravamo le puntate chiedevamo agli artisti di fare un piccolo concerto di un'ora. Che poi non andava in onda. I materiali comunque ci sono sempre. Sarebbe bello diffonderli».
Chi erano quegli artisti?
«Faccio qualche nome: Miles Davis, Pat Metheny, James Brown, Enzo Jannacci, Gino Paoli, Francesco De Gregori e tanti altri».
Arbore talent scout: ha scoperto tantissimi artisti. Ne ricorda qualcuno con particolare affetto?
«Sono tutti grandissimi amici. Però devo dire che con Frassica è stata una battaglia più cruenta che con altri».
In che senso?
«Eravamo soli. Abbiamo fatto 65 puntate di Indietro tutta . Era un programma quotidiano. Improvvisavamo tantissimo. È stata una scommessa vinta».
Oggi in tv si improvvisa sempre meno?
«Sì. C'è solo la rissa e spesso e programmata anche questa».
Come si fa lanciare un artista?
«Più che lanciare ho cercato di dare una fisionomia ai personaggi, a rendereli originali e riconoscibili».
C'è riconoscenza nei suoi confronti?
Risata. «Direi di sì. Forse ai causa della mia età».
Le hanno chiesto di tornare in televisione?
«Me lo chiedono in continuazione. Non è detto che non lo faccia. Adesso però continuo con l'orchestra».
Meglio la musica della tv?
«In questo momento la musica appaga la mia voglia di spettacolo. In fondo faccio quello che avrei sempre voluto fare: suonare e cantare, girare il mondo con la musica».
Guarda la tv per piacere o per lavoro?
«Per piacere. Purtroppo in tv in questo momento con ci sono idee, almeno per l'intrattenimento. Si abusa di certi format».
Cosa pensa dei reality?
«La formula dal punto di vista tecnico è buonissima. I contenuti però sono tristi, si bada troppo al gossip».
Non salva niente?
«Guardo con piacere l'Isola dei famosi. È un po' esotico, c'è sofferenza, un po' di fame».
Le piace il rap?
«Sì, ascolto il rap. È una musica molto interessante, ma io preferisco il blues. Ascolto di tutto. In questo momento soprattutto musica cubana e di Capo Verde».
Conosce la musica sarda?
«Ricordo con piacere i Barrittas e i Tazenda. Sono stato amico di Marisa Sannia. Poi seguo il vostro jazz».
Si riferisce a Paolo Fresu?
«Certo. Un artista straordinario. Così come Antonello Salis, fisarmonicista e pianista di grande personalità».
Perché ha scelto la musica napoletana e non il jazz, che è una della sue grandi passioni?
«Lo è sempre. Sono il presidente di Umbria Jazz e negli anni scorsi ha inciso due dischi di swing. Per quanto riguarda la musica napoletana sono convinto che certe canzoni dureranno per sempre, non sono soggette alle mode».
Soffre di nostalgia?
«Sì. Grazie a Dio ho avuto una vita intensa e spero di averne ancora: amori, amici, passioni. In questa fase sto cercando di combattere la nostalgia. Rimpiango un'Italia che non c'è più, quella del dopoguerra quando c'era maggiore solidarietà tra le persone».
FRANCESCO PINTORE

03/09/2008