Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Esplode l’emergenza anziani: niente strutture specializzate e tutti finiscono in ospedale

Fonte: La Nuova Sardegna
25 agosto 2011

Il Tribunale per i diritti del malato denuncia il problema estivo del vuoto assistenziale per i pazienti in età con malattie croniche



Maxia: «Nel territorio non c’è filtro per queste esigenze»

CAGLIARI. Emergenza anziani. La solita ma non meno drammatica emergenza che ogni estate riversa nei reparti di Medicina degli ospedali cagliaritani gli anziani che non trovano cura e assistenza nel territorio, nonostante le ribadite necessità ampiamente documentate. La popolazione invecchia, gli anziani crescono di numero ogni anno, la vita media si è allungata e con questa le richieste di cure appropriate affinché si possa vivere con una buona qualità e non in una stentata sopravvivenza. Li chiamano i ricoveri del sollievo: non per gli anziani, non per gli operatori, ma per le famiglie che inutilmente cercano risposte.
Il Tribunale per i diritti del malato attraverso la coordinatrice provinciale, Lalla Maxia, rilancia il problema che si ripresenta puntuale a ogni estate e che non per questo viene affrontato con l’impegno dovuto: gli anziani non possono contare su un sistema capillare ed efficiente di assistenza e di cura. San Giovanni di Dio e anche Brotzu si ritrovano d’estate con i letti nei corridoi per far fronte ai ricoveri chiesti dal pronto soccorso che non può essere attrezzato per assistere anziani con malattie croniche. «Non c’è il filtro del territorio - spiega Maxia - soprattutto di sabato e di domenica, gli anziani finiscono nei reparti di Medicina perché non ci sono le lungodegenze, con disagio sia per i ricoverati sia per il personale». Il «filtro del territorio», vale a dire la medicina di base organizzata per assistere i pazienti non soltanto nello stretto (a volte molto stretto) orario di ambulatorio, il sabato e la domenica non c’è neppure per i pazienti più giovani, «ma le urgenze al pronto soccorso passano subito, le attese ancora lunghe, anche di quattro, cinque ore, sono per i codici bianchi, i cittadini hanno imparato ad avere pazienza». Un contributo alla pazienza lo hanno dato anche le migliori spiegazioni che adesso nei pronto soccorso non si negano alle persone in attesa. Si va dai cartelli che spiegano le priorità indicate col colore rosso, verde, giallo e bianco al triage, l’accoglienza, che assegna la priorità e comunque dà una prima risposta di assistenza al paziente arrivato al pronto soccorso. Per gli anziani, però, il problema resta. Un anziano con malattie croniche degenerative, con un diabete in peggioramento, con fibrillazioni può avere momenti di difficoltà per i quali è necessario un consulto o un atto medico e questo troppo spesso durante la settimana si può ottenere solo attraverso il pronto soccorso e quindi il reparto di Medicina o la Geriatria. «I problemi dell’anziano sono troppo sottovalutati - continua Maxia - le lungodegenze non esistono nel pubblico e sono davvero poche nel privato, quando invece un reparto di lungodegenza è la destinazione naturale per alcune patologie frequenti nell’anziano. Ormai è stato detto in ogni sede che i posti letto per acuti devono essere ridotti, ma il sistema segna il passo». Se l’anziano ha un problema questo viene lasciato all’esclusiva gestione della famiglia che non sempre ha le persone necessarie o anche il tempo materiale per affrontare le diverse situazioni.