Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Scommessa sui vecchi rioni

Fonte: La Nuova Sardegna
25 agosto 2011

 
Antonello Sanna: «Potenziale inespresso e senza progetto»



Il piano particolareggiato del centro storico tornerà in Comune per il “sì” definitivo

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Gli addetti ai lavori affermano che il centro storico di Cagliari è di livello internazionale, come precisa Antonello Sanna, preside della facoltà di Architettura dell’università di Cagliari.
Il piano particolareggiato. Coi suoi antichi rioni il capoluogo dell’isola ha sempre avuto un rapporto conflittuale, almeno la sua classe politica. E anche se negli ultimi dieci anni questa parte della città è cambiata (rifatti i sottoservizi e nuovi abitanti), i problemi restano tanti e molte le potenzialità inespresse. Ora se ne discuterà di nuovo in consiglio comunale al rientro dalle ferie. Il piano particolareggiato per il centro storico, varato nel precedente Consiglio, tornerà in aula per l’approvazione definitiva. Ma le polemiche sono annunciate, qualora non vi siano modifiche sostanziali, soprattutto contro l’ipotesi di riempimento dei vuoti urbani. E non solo dagli ambientalisti.
La ciambella bucata. Gli antefatti parlano di un centro storico che sembra la parte bucata del piano regolatore in quanto manca uno strumento urbanistico per applicare le indicazioni generali del Puc. Il piano particolareggiato dovrebbe colmare questa lacuna. In specifico propone una serie di indicazioni sugli spazi vuoti tutt’ora esistenti (ben trentadue) e sul futuro recupero di alcuni immobili di futura dismissione.
I vuoti urbani. Il piano individua tre tipi di «vuoti urbani». Innanzi tutto vi sono quelli «strategici», che per dimensione e storia richiedono una forte attenzione (come dire che dovrebbero essere recuperati alla fruizione collettiva); poi vi sono i «luoghi della memoria», quelli che hanno una loro storia; e, infine, vi sono quelli «trasformabili» come lo spiazzo che si trova tra via Barcellona e via Sardegna, il palazzo Aymerich (su cui è ancora viva la polemica e il blocco imposto dalla soprintendenza) e il Ghetto degli ebrei (spazio museale).
Via Tristani. Oltre seimila metri quadrati per una volumetria di dodicimila e settecento metri cubi: questo il progetto che un imprenditore, proprietario del terreno, ha ipotizzato per lo spiazzo che si trova tra via San Saturnino e via Tristani (nel piano era considerato «strategico», ma alla fine è stato stralciato). E l’ipotesi di lottizzazione è ancora in piedi.
Lo studentato. Gli studenti della facoltà di Architettura in alcuni dei laboratori fatti su Castello hanno ipotizzato anche la realizzazione di una casa dello studente in Castello, informa il preside della facoltà Sanna: «Il nostro centro storico ha veramente grandi potenzialità inespresse. Basta pensare alle numerose dismissioni militari annunciate, da Buoncammino all’ospedale di San Giovanni. Ma anche alla Torre dell’Elefante, un monumento che io metterei tra le sette meraviglie del Mediterraneo e che chiede di essere valorizzato. Complessivamente si tratta di un importante parco urbano che può sposarsi con un grande campus universitario e coi parchi ambientali. Ma, ad oggi, manca un progetto».
L’ex circoscrizione. Tra le polemiche più accese va ricordata quella dell’allora circoscrizione del centro storico, che aveva espresso un giudizio negativo per quanto riguarda le scelte del Piano in merito ai «vuoti urbani». I parlamentino dei vecchi rioni, ricorda l’allora presidente Gianfranco Carboni, aveva proposto la sperimenzaione di «nuove soluzioni urbanistiche, che consentano l’elaborazione di progetti di riqualificazione urbana del centro storico, finalizzati all’uso pubblico come spazi collettivi da destinare ad attività di relazione e socializzazione».
Le possibili permute. Nell’attuale stesura, «invece, il piano si limita a localizzare i “vuoti urbani” strategici in un unico luogo, in piazza San Domenico - spiega Carboni - per i restanti prevede un riempimento delle aree con la ricostruzione di edifici privati. La circoscrizione aveva proposto la cessione dei terreni da parte dei privati con un criterio perequativo, trasferendo la stessa cubatura su altre aree libere della città». In tutti i vuoti da riempire «avevamo chiesto di tener conto del contesto, degli spazi pedonali, del profilo, e questo valeva sia per l’area di via Tristani che per quella dell’area dell’ex mobilificio Cao».
I progetti strategici. Il piano particolareggiato del centro storico individua anche undici proposte di intervento, definite come «progetti strategici». Tra questi c’è la riqualificazione di Buoncammino per il quale si prospetta un uso come centro polifunzionale culturale, commerciale e congressuale collegato al nuovo utilizzo delle caserme dell’area. Per queste ultime si parla di «ricettività turistico alberghiera, congressuale e dei servizi connessi». Per la la fossa di San Guglielmo (dove c’era la clinica Aresu e, oggi, la facoltà di Lingue) sono previste le «localizzazione di funzioni commerciali e per il tempo libero». E si accenna anche alla realizzazione di un tunnel per bypassare la rocca di Castello...
Gli ambientalisti. Come accennato sia Italia Nostra che Legambiente hanno precisato che di costruito a Cagliari ce n’è fin troppo e che «anche per questo occorre salvaguardare i vuoti urbani - sottolinea Vincenzo Tiana, responsabile reginale di Legambiente - e puntare al recupero dei vecchi rioni che a Cagliari sono per circa il trenta per cento non utilizzati». Ora la parola passa al consiglio comunale. «Sarà uno dei temi dei lavori post-estivi dell’assemblea municipale - sottolinea Andrea Scano, presidente della commissione all’Urbanistica - e probabilmente molte scelte del vecchio progetto saranno cambiate».