Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Due mesi di chiasso, ora basta»

Fonte: L'Unione Sarda
22 agosto 2011

Proteste contro la colonia estiva per bambini organizzata dall'oratorio di Sant'Eulalia

 

I residenti: caos dalle 8 a mezzanotte, l'anno prossimo vadano altrove
Vedi la foto «L'anno prossimo le iniziative di svago nella parrocchia di Sant'Eulalia si facciano altrove, non sotto casa nostra». A chiederlo è Marilena Fanni, una residente della Marina che, parlando anche a nome di altri cittadini, critica l'attività di gioco estiva per bambini e ragazzi organizzata nel campetto dell'oratorio circondato da decine di abitazioni.
«In questi due mesi noi abitanti abbiamo dovuto sopportare e tollerare, tutti i giorni dalle otto del mattino sino a sera inoltrata e talvolta sino alla mezzanotte che ci venisse rubato il diritto all'intimità e a quel silenzio di cui ogni essere ha bisogno. Per due lunghi mesi», osserva Fanni, «sotto le finestre delle nostre case, i giovani e i bambini hanno urlato con tutta la potenza della gola, giocato al biliardino azionando le stecche con vigorosa forza, hanno suonato la chitarra e cantato, hanno giocato al pallone calciando ripetutamente contro le porte metalliche e contro le inferriate producendo una forte e insopportabile vibrazione, hanno suonato la rantantira con ben dodici tamburi. Il tutto simultaneamente e durante tutto l'arco della giornata. Ora, fatto salvo il diritto dei bambini e degli adolescenti allo svago, cosa resta del diritto degli altri, per esempio infermieri, medici, pescatori o altri lavoratori che fanno il turno di notte e hanno bisogno di riposare di giorno? O di un malato o di chi per mestiere o professione ha bisogno di riflettere, meditare o studiare? È giusto tutto questo vi chiedo? Il parroco», osserva la residente, «va encomiato per la efficiente attività intrapresa con tanta machiavellica perseveranza, speriamo che tanta feconda iniziativa lo aiuti a trovare per l'anno prossimo un altrove lontano dal centro, che ci protegga da un'altra esperienza che in molti abbiamo patito».