Rassegna Stampa

Sardegna 24

Su Facebook corre il tam tam “Salviamo i piccoli comuni”

Fonte: Sardegna 24
17 agosto 2011

Le ragioni di chi è contrario all’accorpamento dei centri sotto i mille abitanti. Da Bortigiadas il manifesto della rivolta di MONIA MELIS m.melis@sardegna.net

Tutte le proteste passano dalle bacheche di Facebook.Nonfa eccezione l’ultima levata di scudi in difesa dei comuni che sarebbero cancellati per decreto, quelli sotto i mille abitanti. Il dibattito virtuale ruota attorno a un gruppo, o meglio un evento “Salvare i piccoli comuni d’Italia”, fondato da Emiliano Deiana, sindaco del più piccolo centro della Gallura, Bortigiadas, e responsabile Pd nel forum regionale. Le ragioni del primo cittadino sono soprattutto economiche: l’accorpamento non porterebbe a un effettivo risparmio.Le indennità di consiglieri e assessori sono ridicole: “si ridurrebbe, al massimo, a soli 1.150.000 euro, pari al costo annuo di due deputati e mezzo; per i cittadini amministrati (1.100.000) il costo è pari ad euro 1,04 all’anno”, scrive Deiana. Ela discussione va avanti: nonostante la giornata di Ferragosto, in circa300hannoaderito inmeno di 24 ore e tempestano la bacheca comune di messaggi. Per Luca Gaffuri “la finalità è quella di abbattere la partecipazione”. Ma ci sono anche gli scettici, o coloro che non sono contrari a prescindere, come Giampaolo Marchi che scrive “Lasciamogli il titolo onorifico di “comune”, ma smettiamola di spendere le poche risorse disponibili”, gli dà corda Giuseppe Cocco che cita le Unioni dei comuni, con i servizi condivisicomel’appalto dei rifiuti o i vigili urbani. Ma la lingua batte dove il dente duole e si torna sempre sui costi e i tagli: c’è chi ricorda che in alcune zone come Goceano, Marmilla e Meilogu alcuni appalti sono condivisi da tempo e ribatte: “Gli sprechi sono concentrati nelle città... altro che paesi!”. Nell’Isola le Unioni dei comuni sono 35, solo quattro leComunità montane. Eppurenonè solo questione dicampanile, ma anche di identità storiche e culturali. Scrive Patrizia Saba Loi: “per la Sardegna sarebbe un danno gravissimo, il nostro tessuto sociale si regge sui piccoli comuni”. Il tema rischia di aprire un fronte all’interno dello stesso Pd. Su altre bacheche e in altri gruppi c’è chi ricorda l’iniziativa del2008dell’allora segretario Walter Veltroni che aveva lanciato la stessa proposta oggi bocciata: accorpare icomunisotto i mille abitanti. Per Simone Campus, consigliere comunale Pd di Sassari, che ha sollevato la querelle virtuale il taglio prospettato “è un’opportunità da cogliere con intelligenza”. «Alcuni paesi - dice- condividono già il parroco, il segretario comunale. Perché non altri servizi? Ci sono anche in Sardegna alcuni esempi virtuosi. È solo una questione di numeri, non di nomi o comunità ». Il tam tamcontinua di pari passo con altre iniziative. Deiana questa mattina invierà una lettera ai sindaci degli altri 116 paesi sardi a rischio. La proposta è la “ribellione morale”: l’anteprima, ovviamente, è già sulla Rete.

LA POLEMICA. PREOCCUPAZIONE BIPARTISAN PER I SINDACI DI CAGLIARI E QUARTU MASSIMO ZEDDA E MAURO CONTINI

«Colpiti i servizi essenziali dei cittadini»

«È impensabile fare ricadere ancora una volta il peso della crisi sui Comuni già alle prese con tagli ai trasferimenti e vincoli di spesa che bloccano l’azione amministrativa con grave compromissione dei servizi erogati ». Per il sindaco di Quartu, Mauro Contini, la manovra anticrisi non può trasformarsi in unpeso ulteriore per leamministrazioni locali. Il primo cittadino della terza città sarda, tra le grandi l’unica ancora guidata dal Pdl, apprezza lo sforzo del Governo Berlusconi, impegnato nel delicato riequilibrio del bilancio imposto dalla Banca centrale europea: «il provvedimento rappresenta un atto di coraggio e di responsabilità, come dimostra anche la mancata imposizione del voto di fiducia in Parlamento», commenta, a scanso di equivoci. Malgrado ciò, il timore di Contini è che nuovi tagli ai comuni costringano gli amministratori a fare ricorso ai pochi strumenti a loro disposizione per far quadrare i conti: «A pagare il prezzo maggiore rischiano di essere proprio i cittadini e non solo per quanto riguarda la qualità dei servizi erogati. Le amministrazioni, infatti, a fronte di unariduzione drastica delle risorse finanziarie, potrebbero trovarsi nella situazione difficile e spiacevole situazione di istituire nuovi tributi ».Nuovetasse locali, tagli alla spesa sociale, agli asili. Solo per fare qualche esempio. Il sindaco lascia intendere che l’accorpamento dei paesi chenonsuperano i mille abitanti non è certo cosa facilmente realizzabile . Contini considera anche quella giungla di «enti e contro-enti» connessi ad apparati burocratici che naturalmente fanno lievitare le spese, rallentando la macchinaamministrativa e duplicando le competenze. «I sacrifici sono necessari – insiste – ma credo che margini, anche ampi, di contenimento della spesa possano essere ricercati in altri settori della pubblica amministrazione, come la riduzione del numero delle province o dei componenti delle assemblee rappresentative. Si tratta sicuramente di soluzioni dolorose, ma ormai necessarie in una realtà che è profondamente mutata e in cui le risorse sono sempre meno rispetto alla crescente domanda di servizi e assistenza da parte del cittadino ». Contini ritiene che i veri sprechi non siano da ricercare nelle indennità che percepite dagli amministratori comunali: «il sindaco di Quartu percepisce 3000 euro lordi e lavora venti ore al giorno, i consiglieri per i loro impegno ricevono 600 euro mensili lordi. Mi stupisce piuttosto che ancora non si sia affrontata la questione della riduzione del numero dei parlamentari». Preoccupato anche il primo cittadino del capoluogo. «È un problema molto serio», dichiara Massimo Zedda, «ci impensieriva il taglio di 15 milioni di euro già previsto e figuriamoci ora. Ancora una volta vengono colpiti i Comuni che sono il fronte coi cittadini sul territorio. Il provvedimento andrà a incidere sui servizi per i cittadini ». La Giunta cagliaritana aspetta di c il varo della manovra in Parlamento, dopodiché verranno studiate le contromisure. (Ca.Et.)

LA PROPOSTA. «PROSTITUZIONE AI COMUNI», UNA PROVOCAZIONE CON POCHI SEGUACI

Contro la crisi e i continui tagli agli enti locali c’è chi si ingegna, ma non troppo. È il caso di Maurizio Marchetti, sindaco Pdl di Altopascio, centro in provincia di Lucca. E tira fuori un’idea né nuova né originale: icomuni potrebbero gestire la prostituzione,unavolta legalizzata, offrire dei servizi e avere così dei proventi. Un’ipotesi possibile in Sardegna? Per Umberto Oppus, direttore dell’Anci e primo cittadino di Mandas: «È una boutade estiva, niente di più. Non si può andare avanti così: a chi la spara più grossa. Piuttosto gli amministratori dovrebbero pensare a una seria riforma degli enti locali». A partire proprio dalla province e dai piccoli comuni, le cui funzioni e competenze, dice Oppus, dovrebbero essere riformulate.