Rassegna Stampa

Sardegna 24

Nei luoghi, nell’anima

Fonte: Sardegna 24
17 agosto 2011

Spazi vittime di incuria e lavori interminabili (l’ex distilleria Zedda-Piras) Altri in via di restauro (l’ex Manifattura Tabacchi). Potrebbero diventare fucine di creatività: sempre che su Cagliari non abbia la meglio l’oblio

I luoghi hanno un’anima. Lo dice James Hillman, il grande psicologo e filosofo americano. Il nostro compito è di scoprirla. E anche le città, policromo mosaico di luoghi, ce l’hanno. È più sfaccettata, spesso unisce tante anime in una complessa e mutevole interazione fra abitanti, quartieri e spazi urbani. Perché una città è fatta di spazi. Pieni e vuoti che ne segnano ritmi e volumi. Spazi abitati, vissuti, usati, sprecati. E spazi dimenticati. Sono quelli che, esaurita la funzione per cui erano nati, restano per decenni in un limbo di incuria, di progetti, di interminabili lavori o di astute speculazioni. Questi luoghi, riattati e riqualificati, possono diventare mediatori tra passato e presente. Spazi con una nuova funzione, simboli ritrovati della storia di una città o di un quartiere. A contribuire nuovamente a formare l’anima del luogo, mai uguale, ma in continuo divenire. Come ogni città anche Cagliari ha ancora i suoi spazi dimenticati. Sarebbe ingeneroso non riconoscere che molti sono stati lodevolmente recuperati e restituiti alla città. Ma fa una grande tristezza leggere la storia infinita dell’ex Ospedale marino, la curvilinea architettura opera di Ubaldo Badas, incagliata da decenni nelle secche della politica e della burocrazia. In una situazione forse peggiore è la scuola all’aperto Mereu, di fronte ai giardini pubblici. Progettata negli anni ’30 dallo stesso Badas, in stile modernista, era una scuola all'avanguardia e immersa nel verde, per bambini gracili o ammalati di tubercolosi. Chiusa dal 1999 è ora abbandonata al suo destino, senza un progetto o un’idea di recupero. Non è difficile immaginare questo spazio come naturale prolungamento dei giardini pubblici e percorso culturale di grande fascino. Proseguendo il viale Regina Margherita troviamo l’ex albergo Scala di ferro (foto a destra) che ha ospitato illustri visitatori come Lawrence, Totò e Carlo Levi. Dopo anni di contestate opere di restauro è diventato sede della prefettura. Ma è ancora incompiuto il museo dei reperti archeologici emersi nel corso dei lavori. Poco più avanti la Manifattura Tabacchi (foto in basso a destra) uno dei primi stabilimenti industriali della città. Strappato a fatica dalla vendita dei beni demaniali del 2003 è in fase di restauro. Dovrebbe diventare la “fabbrica della creatività”, spazio multimediale adatto a rappresentare tutte le attività artistiche dell'Isola. Cinema, teatro, musica, laboratori di scultura e pittura. Ripercorriamo ora l’antica la strada dei vini. Quella che passava dalla birreria di Via Baccaredda (demolita negli anni ’70) per raggiungere Pirri. A metà strada sono ancora in piedi i ruderi della grande distilleria Zedda Piras. Abbandonata da almeno vent’anni, esclusa dall’elenco dei beni identitari della città, è quasi totalmente crollata. Al suo posto sorgeranno palazzi e negozi. Solo la ciminiera resterà a simboleggiare la memoria di una delle più importanti aziende vinicole italiane. Fuori città, sul viale La Plaja, c’è l’antica semoleria, costruita nel 1904 dalla famiglia Merello su progetto di Giovanni Porcheddu, pioniere dell’uso del cemento armato in Italia. Di proprietà dell’Ersu attende da anni, la trasformazione in campus universitario. Proseguendo sulla statale, il nostro viaggio ci porta alle saline Conti-Vecchi di Macchiareddu (foto in alto a sinistra) nate negli anni ’30. Le cinque palazzine affiancate, opera degli architetti Guj, erano le abitazioni dei proprietari e dei dirigenti. Sono le uniche testimonianze rimaste del villaggio saliniero e uno dei rari esempi di architetture colte costruite con la terra cruda, in una località che mantiene ancora un grande fascino e una suggestione di contrasti forti e di saperi antichi che solo le saline sanno trasmettere. Situate in una zona umida di importanza internazionale erano punto di incontro delle famiglie-bene di Cagliari. Non sarebbe difficile progettarne un riutilizzo coerente con la vocazione ambientale e naturalistica dell’area. Tanti altri luoghi della memoria sono ancora in cerca di un progetto che possa restituirli alla storia. Perché nessuno possa più dimenticarli.