Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ultimo sopralluogo, è (quasi) tutto a posto

Fonte: La Nuova Sardegna
2 settembre 2008

MARTEDÌ, 02 SETTEMBRE 2008

Pagina 5 - Sardegna



Gli «inviati» del Papa ieri a Cagliari, mobilitati anche quattro ospedali



Uomini della sicurezza e cerimonieri hanno perfezionato il programma

MARIO GIRAU

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CAGLIARI. Il piano per la sicurezza del Papa prevede anche lo stato di preallarme di quattro presidi medici per tutta la durata della visita di domenica. Gli esperti del Vaticano hanno effettuato un nuovo sopralluogo a Cagliari in vista dell’arrivo di Benedetto XVI. Assieme a loro anche i responsabili delle celebrazioni liturgiche per definire i dettagli della messa davanti alla Basilica di Bonaria.
E’ l’ospedale Brotzu il principale presidio medico allertato in caso di emergenza per la salute del Papa. Un’equipe plurispecializzata sarà pronta per ogni evenienza. Ieri gli uomini che vigilano sulla sicurezza del Santo Padre hanno preso contatti con i dirigenti del più grande centro sanitario dell’isola. Le altre strutture mediche mobilitate sono il “Binaghi”, il “Santissima Trinità” e il “San Giovanni di Dio”.
Ultimi dettagli anche per il corteo papale. Le auto blu delle autorità - accolto il Pontefice all’aeroporto militare di Elmas - si dirigeranno per conto proprio fino al sagrato di Bonaria. Il Papa, invece, viaggerà, nella blindata CdV 1, scortato dai motociclisti della polizia. Davanti al Municipio salirà sulla papamobile per compiere un lento giro tra la folla di piazza dei Centomila.
Ieri i principali collaboratori di Benedetto XVI per le cerimonie e i massimi responsabili della sicurezza vaticana si sono dati appuntamento per l’ultima verifica. Poco prima delle undici, a bordo di tre auto della diocesi e della Prefettura, dieci tra prelati e funzionari vaticani e dirigenti del ministero degli Interni, hanno visitato convento, basilica e il grande presbiterio artificiale in costruzione da otto giorni nel piazzale di Bonaria. Iniziale briefing nel salottino attiguo all’appartamento dove hanno sostato, nel 1970 e nel 1985, Paolo VI e Giovanni Paolo II. Solo un breve incontro tra l’ispettore generale della gendarmeria pontificia, Domenico Giani, il prefetto Salvatore Festa, incaricato dei rapporti di pubblica sicurezza tra Vaticano e Stato italiano, alcuni responsabili della polizia locale, la presidente del Comitato “il Papa in Sardegna”, Lucia Baire, il rettore di Bonaria, padre Salvatore Mura. Intorno a mezzogiorno appuntamento con l’arcivescovo Giuseppe Mani in seminario, quartier generale dell’organizzazione della visita papale, mentre nel sagrato di Bonaria venti seminaristi teologi hanno provato gesti e movimenti della messa sotto la guida di monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, e di due dei nove cerimonieri vaticani, mons. Konrad Krajewski e mons. Stefano Sanchirico. Ai tre plenipotenziari liturgici il compito di “dirigere il traffico” sull’altare al momento dell’offertorio quando un pastore presenterà al Papa un robusto agnello allevato in Marmilla, due minatori di Furtei offriranno il calice fatto con oro e pietre preziose estratte in Sardegna, mentre una famiglia formata da papà, mamma e 4 figli con un baby in arrivo, consegnerà a Benedetto XVI la “materia prima “ per la messa: pane e vino ovviamente della nostra terra.
Nel primo pomeriggio nuovo sopralluogo dell’ispettore Giani nella zona del palco, dove una cinquantina di operai si muovono velocemente tra cavi, gazebo e pali metallici da fissare a una pedana di 2300 metri quadrati. Un puzzle tecnologico da completare entro le 13 di venerdì. Una raccomandazione degli ispettori vaticani agli organizzatori: eliminare ogni ostacolo inutile e di cattivo gusto, in particolare un palo che ancora sopravvive alla pulizia radicale del piazzale e una scritta su un muretto proprio di fronte al palco.
Tra le ultime operazioni programmate, la costruzione del ripiano su cui verrà poggiato l’altare per consentire al Papa di essere visibile anche ai fedeli assiepati nei punti più distanti, in viale Colombo e nella pineta di Su Siccu. Saranno gli ultimi ritocchi prima dell’arrivo sull’altare pontificio del grande Crocifisso snodabile dell’arciconfraternita della “Solitudine”, capolavoro del XVII secolo, portato in processione il venerdì e il sabato santo, e del paliotto in argento sbalzato della cattedrale.
Gli ispettori vaticani hanno dato l’OK per la basilica, dove troveranno posto centenari e malati gravi. All’ingresso del tempio il Papa sarà accolto dalla comunità mercedaria, custode del santuario, guidata dal padre Salvatore Mura, e dai responsabili mondiali dell’Ordine della Mercede, col maestro generale, il cagliaritano padre Giovannino Tolu. I discepoli di san Pietro Nolasco, unitamente al cerimoniere pontificio e all’arcivescovo Mani, accompagneranno il Papa nella penitenzeria, un locale a fianco all’antica sacrestia del santuario dove Benedetto XVI indosserà i paramenti liturgici.