Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Fuoco in città, le zone a rischio

Fonte: L'Unione Sarda
11 agosto 2011

Dalla periferia al centro la mappa del degrado. «In pericolo la vita delle persone»

Campi incolti pieni di rifiuti a ridosso di palazzi e villette
Spento il rogo di via dei Valenzani, che martedì ha minacciato da vicino il parco di monte Claro e la Cittadella sanitaria tenendo per ore in allarme la città, ora divampano le polemiche. L'area urbana di Cagliari è infatti disseminata di terreni di piccole e grandi dimensioni coperti da sterpaglie e vegetazione che possono portare il fuoco sino all'uscio di casa, mettendo a repentaglio la vita delle persone. La mappa delle aree a rischio incendi in città è vasta: parte dalla periferia, soprattutto quella Sud-Ovest, e si conficca sino al cuore del capoluogo, arrivando persino nello storico rione di Castello, a Genneruxi e al Poetto.
ROGO DOLOSO Ecco perché quanto accaduto l'altro ieri in via dei Valenzani (ma anche in viale Marconi), con il fumo che ha avvolto palazzi, negozi e il supermercato Conad al lato della strada, costringendo inoltre a sgomberare il Serd e il padiglione di Neuropsichiatria infantile della Cittadella sanitaria, non può essere archiviato nella casella eventi imprevedibili. Le fiamme, sulla cui origine dolosa non pare ci siano dubbi, sono divampate in un campo incolto, pieno di erbacce, cespugli, alberi e rifiuti di ogni tipo, incastonato tra lo svincolo per l'Asse mediano e la principale via di accesso al rione di San Benedetto. Un terreno - in parte di proprietà del Comune, in parte della cooperativa Cento, che ha intenzione di costruirci al più presto, e in parte di un altro privato - lasciato in uno stato di incuria tale da rappresentare una formidabile tentazione per i piromani. Lì accanto, completamente sepolta dal fieno, c'è pure una cabina del gas che se fosse stata investita dalle fiamme sarebbe potuta esplodere.
BOMBE A OROLOGERIA Come faceva notare martedì pomeriggio davanti al fuoco che assediava il parco di Monte Claro l'assessore provinciale Paolo Mureddu, nessuno ha provveduto a sfienare e pulire quello spicchio di campagna abbandonata a se stessa che ha resistito all'avanzata della città. Una bomba a orologeria che alla prima occasione utile si è trasformata in una micidiale fornace che sprigionava un fumo nero e tossico a causa dell'immondizia di ogni tipo abbandonata a quintali tra le sterpaglie. Ma - e qui sta il problema - Cagliari è disseminata di bombe a orologeria simili. «Il maggior rischio è rappresentato proprio da questi terreni incolti a ridosso dell'abitato - avverte il comandante dei vigili del fuoco Salvatore Spanò - perché anche un banale incendio di sterpaglie può facilmente propagarsi alle abitazioni, aggredendo infissi e tapparelle ed entrando in casa».
LA MAPPA A Su Planu, Mulinu Becciu e a Barracca Manna il fieno secco alto un paio di metri circonda palazzi e villette. Idem lungo l'Asse mediano. Ma situazioni a rischio si registrano anche in pieno centro, in via Is Mirrionis, in via Castelli, in viale Buoncammino, a Genneruxi, Santa Gilla e al Poetto. Fazzoletti di terra che potrebbero diventare parchi o aree verdi e che, invece, sono ridotti discariche a cielo aperto. Da dove, tra l'erba alta e i rovi, spuntano materassi, ferraglia, copertoni d'auto e schifezze assortite.
Massimo Ledda

 

L'inchiesta
La coop Cento
si difende:
«Il nostro lotto
era pulito»
L'inchiesta aperta dalla Forestale sul rogo di via dei Valenzani si concentra su due punti. Il primo riguarda l'origine dell'incendio, che da una prima ricostruzione parrebbe di natura dolosa. Il secondo invece servirà per accertare a chi spettasse pulire quel terreno lasciato pieno di sterpaglie, vegetazione selvaggia e rifiuti di ogni tipo, soprattutto nella zona in cui c'è il rudere di una vecchia fabbrica che solitamente viene usato dai tossici per iniettarsi l'eroina lontano da occhi indiscreti.
Il fuoco, partito dal ciglio della strada verso le 13,30, ha percorso un'area in parte di proprietà comunale, in parte della cooperativa Cento, che da poco ha ottenuto le concessioni per avviare le opere di urbanizzazione primaria, in parte di un altro privato. Dalla cooperativa che realizzerà sul fondo un complesso residenziale, fanno però sapere di aver provveduto per tempo a sfienare e pulire il loro lotto. Tanto che proprio poco prima che si scatenasse il rogo c'era una ruspa che stava provvedendo a spianare il terreno e a sradicare le erbacce cresciute successivamente al primo intervento.

 

 

Oltre quaranta i roghi scoppiati martedì. Dietro c'è sempre la mano dell'uomo
«Sfienare è l'unica difesa»
L'appello del comandante dei vigili del fuoco Salvatore Spanò

Quella di martedì è stata una giornata campale per i vigili del fuoco del comando provinciale. Colpa del forte maestrale, del caldo e soprattutto dell'idiozia dei piromani. Una miscela che si rivela sempre micidiale. «Abbiamo registrato oltre 40 interventi - spiega il comandante Salvatore Spanò - impegnando settanta uomini». Uno spiegamento di forze che è riuscito a limitare i danni, anche se il giorno dopo resta la rabbia.
«Purtroppo quando si verificano queste condizioni climatiche il rischio aumenta esponenzialmente - prosegue Spanò -, ma, come nel caso degli incendi in via dei Valenzani e viale Marconi, ad agevolare l'azione dei piromani spesso interviene anche il mancato rispetto delle ordinanze di sfienamento». Un'elementare misura di prevenzione che evidentemente in troppi ritengono superflua, nonostante si rischino sanzioni penali che diventano più gravi se un eventuale incendio provoca danni a cose o persone. «Ogni anno i sindaci, i presidenti di provincia e i responsabili dei vari enti intimano ai privati di pulire i terreni dalle sterpaglie, ma troppo spesso queste ordinanze vengono disattese. Inoltre è frequente che in queste aree nascano vere e proprie mini discariche che generano fumi altamente tossici».
Roghi dietro cui c'è in larga parte la mano dell'uomo: «L'autocombustione è rara - conclude Spanò -, all'aperto si dovrebbero raggiungere temperature di 240 gradi, la colpa è quasi sempre dell'imprudenza o di azioni dolose». Per evitare di appiccare per sbaglio un incendio i consigli sono semplici: «Non accendere fuochi, non buttare sigarette accese, non parcheggiare le auto tra le sterpaglie con la marmitta ancora calda e in generale prestare sempre attenzione». ( m. le. )