Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Lo spreco sociale Case per disabili, affitti da reggia ma vuote da anni

Fonte: Sardegna Quotidiano
10 agosto 2011

 VIA IS CORNALIAS Il Comune spende ottomila euro al mese per cinque appartamenti da 70 metri quadri destinati al piano “Abitare assistito”. Buttati 200mila euro, lo stop dell’assessore

di Enrico Fresu enrico. fresu@ sardegnaquotidiano. it

Millecinquecento euro al mese per un appartamento di poco più di 70 metri quadri. Cifre fuori mercato, che non si pagano neanche in viale Merello o al Poetto. Eppure il Comune le sborsa, non per uno, ma per cinque alloggi in via Is Cornalias: lontano, molto lontano dalle zone residenziali. Non solo: paga e non li usa. Sono vuoti da circa due anni, e il conto è facile: dalla casse del Municipio sono usciti circa ottomila euro al mese, quasi duecentomila da quando l’a ssessorato alle Politiche sociali ha lanciato il progetto “Abitare assistito” per il reinserimento di adulti con disabilità psichica. Allora, nel 2008, ai vertici degli uffici di piazza de Gasperi c’erano Ada Lai (dirigente) e Anselmo Piras (assessore). Ora c’è Susanna Orrù, che ha bloccato tutto. Bisogna chiarire molti aspetti oscuri del progetto.

IL BANDO E TANTI SOLDI Nel 2008 l’assessorato aveva comunicato: cerchiamo «appartamenti di civile abitazione dove attivare progetti di “abitare assistito” a favore di persone disabili. Gli alloggi richiesti debbono essere ubicati in zone centrali di Cagliari o dell’hinterland, avere una superficie minima di 140 metri quadrati, tre o quattro camere da letto, ampio soggiorno, cucina e due bagni». Al bando, stando alla ricostruzione degli uffici, avrebbe partecipato un solo soggetto, il proprietario dell’immobile di via Is Cornalias. Il vincitore ha messo a disposizione le case. Solo l’anno scorso, il 18 giugno, il consorzio Net (che ha affidato tutto alla Cooperativa Cento Attività) si è aggiudicato l’appalto per la gestione delle strutture e del servizio ai disabili: dodici mesi a 169mila euro, con possibile proroga per i successivi tre anni.

L’EX ASSESSORE IN CONSIGLIO Anselmo Piras, predecessore di Susanna Orrù nella giunta Floris, nella seduta del consiglio comunale del 17 marzo 2010 spiegava: «Quotidianamente ai servizi sociali arrivano genitori di una certa età, settanta-ottant ’anni, che vivono con il figlio che magari ne ha cinquanta e che, con l’aumento degli anni, diventa lui più violento e i genitori più deboli». Il resoconto dell’assemblea prosegue: «Questa è una di quelle problematiche che ci stava a cuore, ci siamo attivati con la Asl e tra poco apriremo un centro abitativo, abbiamo già preso i locali in via Is Cornalias, con la Asl». Adesso Piras aggiunge: «Pensavo che fosse tutto pronto: l’iniziativa rientrava nel progetto Plus che coinvolge Provincia, Asl e Comune. Devono essere sorti problemi tecnici, la responsabilità non è politica».

LE FINALITÀ DEL PROGETTO Lo scopo di “Abitare assistito” è il reinserimento sociale dei disabili mentali: per questo si cercano case in centro dove possano vivere in piccoli gruppi, di due o tre al massimo, e da cui possono uscire e “incontrare ” la città. La costosa soluzione trovata dal Comune sembra invece andare in direzione opposta: gli appartamenti sono in periferia, gli ospiti sarebbero stati tutti raccolti in 70 metri quadri. In quello che sembra un nuovo manicomio a peso d’oro.