Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Siamo già arrivati al capolinea»

Fonte: La Nuova Sardegna
10 agosto 2011



Bolognese (Confesercenti): «Tutti i piccoli negozi stanno chiudendo»



Per gli operatori non è servito a niente anticipare il periodo dei saldi: va rivista tutta la politica del comparto

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. «Siamo sull’orlo di un baratro», lamenta Roberto Bolognese, presidente provinciale della Confesercenti. Il piccolo commercio «va sempre più a fondo e bisogna intervenire subito». L’ultimo dato vede il flop dei saldi che con un meno 30 per cento «mostra come sia inutile la politica dell’anticipare i saldi, come ha voluto fare la Regione», continua Bolognese.
Il commercio sta al capoluogo dell’isola come l’arte all’artista. Ma per vivere e produrre arte decente, l’artista deve avere condizioni adeguate «e queste oggi non ci sono».
Fare sistema. Aziende piene di debiti, crisi continua e generalizzata, e consumi minori. Da qui la necessità «di fare sistema», spiega l’assessore comunale Barbara Argiolas (Attività produttive e turismo). «Noi siamo appena arrivati, certamente però non è possibile pensare di avviare interventi in grado di incidere sul settore senza considerare la città nel suo complesso: senza considerare il sistema-Cagliari». Un’impostazione che dovrà interessare diversi settori e costringere tutti gli assessori a un lavoro collegiale. Da tempo, infatti, viene lamentato che i vari piani (dal traffico al commercio) hanno ben poco peso se non sono coordinati tra loro.
I consumatori. Tra i problemi c’è quello di aumentare il numero di coloro che comprano, i consumatori. Un modo è l’incremento del turismo. E non è un caso che quest’ultimo settore sia stato unito all’assessorato alle Attività produttive (mentre in precedenza la delega era ai Servizi tecnologici). Un occhio di attenzione, insomma, «va all’allungamento della stagione turistica - precisa l’assessore Argiolas - non si deve più ragionare sui singoli eventi, ma sulla base di un calendario di dodici mesi con iniziative in grado di rispondere a diversi interessi». Per ora c’è “shopping in estate” che, per la prima volta, ha ampliato anche ai quartieri periferici. «Ma il discorso va allargato. Ad esempio: quando i negozi chiudono a mezzanotte, i bus non possono smettere di funzionare alle 23,30. E questo significa un discorso col Ctm».
Shopping card. “Fare sistema” significa anche fornire servizi adeguati al possibile acquirente, sia turista che cittadino locale. In questo senso l’assessorato pensa a una “shopping card” che unisca diversi settori, dal consumo ai trasporti, dallo spettacolo ai parcheggi ecc. Nello stesso tempo, però, uno strumento simile può essere possibile solo se sintesi di un dialogo a monte con tutti i soggetti interessati (agli altri enti locali, agli operatori, ai servizi pubblici).
I finanziamenti. I commercianti lamentano che la grande distribuzione è in pareggio, oppure in attivo, «mentre noi continuamo ad affondare - afferma Bolognese - vorrà pur dire qualcosa?». Per il Comune l’obiettivo è rilanciare il piccolo commercio, con la consapevolezza che vi sono compiti che spettano agli operatori e altri all’ente pubblico. «Il disocrso complessivo e di raccorto tra i vari settori spetta a noi - sottolinea Argiolas - così come quello di stimolo. Il tutto con la consapevolezza che le risorse finanziarie sono scarse», ma che se si fa sistema possono crescere.
La formazione. Nello stesso tempo la piccola bottega, oltre a consorziarsi - come sta avvenendo nel centro storico, almeno - deve anche precisare gli obiettivi e i prodotti da vendere. E questo significa anche «strumenti di formazione».
Se crolla il piccolo commercio, la città si svuota: la scommessa è cominciata.