Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sogni e stipendi nel parco mai nato

Fonte: L'Unione Sarda
2 settembre 2008

Molentargius. Viaggio nella zona umida: poca sorveglianza e molte ambizioni. «I lavori del '92 sono già obsoleti»

Ventitrè buste paga, 60 milioni spesi: con quali risultati?
Nonostante le cifre astronomiche spese, che sfiorano i 60 milioni di euro, lo sviluppo del Parco è ancora bloccato.
Dal 1992 al 2005, in tredici anni di lavori, il Ministero dell'Ambiente ha speso per il parco di Molentargius 53 milioni di euro. Il consorzio che si è occupato di quelli che nel capitolato sono definiti «interventi di salvaguardia», ha rifatto i canali dello stagno (10 milioni di euro), bonificato le aree umide (5 milioni), ha tolto decine di ordigni bellici (al costo di 1 milione di euro) e portato a termine una sfilza di lavori che, secondo la migliore tradizione italica, sono durati molto più del previsto. Tanto che ora, anno 2008, molte di queste opere sono già «obsolete» (definizione di Mariano Mariani, direttore dell'Ente). Insomma: presto bisognerà progettare la salvaguardia dell'intervento di salvaguardia. E nonostante le cifre astronomiche, che sommate al costo di gestione ordinaria dell'area umida sfiorano i 60 milioni di euro, non si è arrivati ancora a nulla. Più che un parco, un pozzo senza fondo. Dove hanno nidificato i fenicotteri, le stradine sono attraversate da polli sultani, ricci e serpenti, ma ancora la gente butta materassi e copertoni d'auto come nelle discariche di periferia. Ed è quasi inutile dire che ora, per fare il salto di qualità e realizzare il “lancio” di un'area che negli anni '90 venne definita la Camargue sarda , servono altri soldi.
«Cinque milioni di euro», quantifica Mariani. Direttore dal 2006, in due anni ha gestito i fondi (pochi, a suo dire), finanziati dalla Regione Sardegna. Ovvero: un milione e quattrocento euro nel 2005, altrettanto nel 2006, cinquecento mila nel 2007 e un milione nel 2008. Che si dovrà far bastare fino ad agosto 2009.
BOLLETTE SALATE E potrebbe non essere sufficiente: «Solo di elettricità, spendiamo 250 mila euro all'anno». Ma non ci sono parchi da illuminare: c'è, semmai, da aprire e chiudere le paratie che regolano i flussi d'acqua. Con lo stesso budget deve anche liquidare i 23 stipendi: 12 tecnici (ingegneri, esperti di fauna, flora etc.), legati al Parco da dei contratti a progetto annuali («ora cercheremo di stabilizzarli») costano circa 400 mila euro all'anno. Più i 9 operai (forniti da una società specializzata, secondo un contratto di “somministrazione” di lavoro) che tutti i giorni vanno in giro a controllare, bonificare e proteggere un'area di 1.600 ettari dove ancora arrivano gli scarichi fognari abusivi del circondario.
«Soprattutto nella zona di Quartu, Quartucciu e Selargius. Lo stagno di Perdalonga avrebbe bisogno di un intervento mirato, per evitare l'inquinamento comprometta l'ecosistema». Oltre ai liquami, negli stagni dove non più tardi di due mesi fa ha provato a nidificare (per la seconda volta in dieci anni) il fenicottero rosa, vengono ripescati a cadenze regolari carcasse d'auto, telai di motorini, rifiuti vari e indifferenziati.
NIDO MANCATO Nonostante tutto, i pink flamingos, (inglesizzazione de sa genti arrubia ), ci hanno provato: «Abbiamo trovato un uovo, già rotto, nei nidi artificiali che abbiamo realizzato in primavera», racconta Alessia Atzeni, biologa del Parco. Ma sono stati disturbati: forse da un pellicano, forse da un elicottero, chissà. I canneti dello stagno, tra i quali si muovono 230 specie di uccelli, rane e tartarughe, sono disseminati di gusci di giganteschi gamberi rossi. «Sono il cibo preferito dagli aironi», spiega la specialista. Che, insieme ai suoi colleghi, porta casa una media di 2.500 euro lordi al mese. Un po' di più invece arriva sul conto del direttore: «70 mila euro lordi all'anno, 2.800 netti al mese. Sono tra i dirigenti meno pagati. Più di me prende qualsiasi dirigente comunale sardo, lo scriva». Contratto di 5 anni, rinnovabili, in scadenza nel 2011. Gigi Ruggeri, presidente del Parco, riceveva tutti i mesi circa 3.000 euro (lordi, 1.600 al netto delle tasse varie), ma da gennaio ha rinunciato all'indennità perché incompatibile con quella percepita da sindaco di Quartu. «Nel 2007», ricorda Ruggeri, «ho dimezzato l'indennità da presidente e dei consiglieri d'amministrazione». Il Parco ne ha due, e ogni mese liquida a loro favore quasi 1.600 euro. C'è solo un rimborso spese invece, per il comitato scientifico che si riunisce mediamente 3 volte all'anno. Stipendi pagati grazie ai fondi (450 mila euro) della legge istitutiva del parco, datata 1999. Quasi dieci anni fa.
MICHELE RUFFI

02/09/2008