Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Porto, scontro Milia-Fadda

Fonte: L'Unione Sarda
1 agosto 2011

Il presidente dell'Authority Fadda consegna un dossier sul suo operato

 

Contestato un voto su una delibera salva-Grendi 
Vedi tutte le 2 foto Una votazione contestata, proposte bocciate, un dossier che confuta le accuse di cattiva gestione, istituzioni che abbandonano la riunione. Il Comitato portuale continua ad essere terreno di guerra. Lo è, in particolare, da quando è iniziato il contenzioso su alcune aree che il Cacip, ritenendole di sua proprietà, ha venduto a imprenditori privati e che alcuni mesi fa sono state invece demanializzate.
Il regista del golpe sarebbe il presidente uscente dell'Autorità portuale, Paolo Fadda, per questo messo più volte in minoranza da una parte del comitato capeggiata dal presidente della Provincia Graziano Milia. Una maggioranza che nelle ultime due sedute è riuscita a congelare alcuni provvedimenti ritenendo più opportuno che se ne discutesse all'arrivo del successore, che sarà nominato a settembre dal ministro delle Infrastrutture.
LO SCONTRO Ieri la questione della demanializzazione è tornata al centro dello scontro. È accaduto quando il presidente degli industriali della Sardegna meridionale, Alberto Scanu, ha chiesto a che punto era la richiesta della Grendi di ottenere in concessione l'area acquistata dal Cacip (sulla quale ha iniziato la costruzione di un capannone, poi interrotta perché le banche hanno chiuso i rubinetti del credito) che è stata demanializzata. Contro la decisione, per inciso, pende un ricorso al Tar che sarà discusso ad ottobre.
Sentita la richiesta di inserimento dell'argomento all'ordine del giorno, Milia si è opposto ritenendo inopportuno che si discutesse di un argomento legato al contenzioso davanti al Tar, cui hanno aderito gli imprenditori privati danneggiati ma anche il Cacip e con esso tutti gli enti che ne fanno parte. «Non si entra nel merito della concessione, è solo una richiesta di informazioni sulla pratica», sostiene Fadda. Scanu conferma: «Solo informazioni, non ci sono i presupposti per deliberare».
«È un modo subdolo per entrare nel merito della concessione prima che il Tar si esprima, non è corretto. Inoltre se il comitato dà il via libera sta prendendo atto che quelle aree sono demaniali», rileva Milia. Che, ritenendo che se l'argomento fosse stato discusso l'esito sarebbe potuto essere devastante chiede di sospenderlo.
VOTO CONTESTATO La mozione viene messa ai voti. Regione, Comune (c'era il sindaco Massimo Zedda) e altri imprenditori seguono il numero uno della Provincia, il voto è favorevole: 8 no, 5 sì, 2 astenuti. In serata Fadda rimette tutto in discussione: c'è stato un qui pro quo, alcuni non hanno votato. E riconvoca il comitato per il 4 agosto. «I voti sono stati contati cinque volte e nessuno ha avuto da dire. E poi è il presidente che proclama l'esito della votazione», attacca Milia, «così Fadda contraddice sé stesso, e capita di frequente». Scanu è preoccupato: «Cerchiamo solo di salvare la Grendi, che a causa di questi problemi è in gravi difficoltà, e non vorremmo intervenire a paziente morto».
IL DOSSIER DI FADDA Ma lo scontro non è concluso. All'ordine del giorno c'è anche il dibattito su un dossier che Fadda ha fatto preparare. Dentro ci sono le risposte alle accuse di cattiva gestione che da mesi gli vengono mosse dai rappresentanti della Provincia. Milia riceve l'informativa, la legge e la restituisce all'estensore, stizzito: «Non ho bisogno di biografi per sapere che cosa ho fatto e poi le biografie riguardano i morti e io sto benissimo». «Ho voluto replicare con i fatti e senza commenti alle accuse che mi sono state mosse sulla stampa», replica Fadda.
La riunione finisce lì: metà dei presenti, compreso il sindaco e il rappresentante della Regione, vanno via. In serata Fadda distribuisce il dossier ai giornalisti. La guerra non è finita.
Fabio Manca