Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'acqua di Cagliari tra le più salate

Fonte: L'Unione Sarda
1 settembre 2008

Carovita. Indagine della Nus consulting: tariffe sette volte superiori a quelle di Milano

Abbanoa: «Costa di più perché non abbiamo sorgenti»
Abbanoa: alti costi di sollevamento, depurazione e potabilizzazione. Ma l'acqua di Cagliari è tra le più buone d'Italia.
Terza in Italia, dietro soltanto a Bologna e Palermo. Si sfiora il gioco di parole, ma in città l'acqua è ormai sempre più salata. I cagliaritani la pagano 143,83 centesimi al metro cubo, contro i 139,91 dello scorso anno. Un aumento del 2,8 per cento, inferiore a quello di molte altre città, ma che lascia il capoluogo sardo al terzo posto della speciale classifica redatta da Nus Consulting, gruppo leader mondiale nella consulenza strategica per la gestione dei servizi, che ha pubblicato un'indagine internazionale sui costi di approvvigionamento idrico di quindici nazioni, Italia compresa. Un costo elevato, se si considera che a Milano la pagano sette volte di meno.
«A noi mancano le fonti primarie», si giustifica Sandro Murtas, direttore generale di Abbanoa, «ma i costi sono alti anche perché dobbiamo servire un territorio molto vasto, in alcuni casi anche con zone montuose, ma senza poter contare su sorgenti naturali come molte altre regioni. La nostra acqua è perlopiù legata ad invasi e bacini artificiali di raccolta, in parole povere acqua piovana».
E se la ricerca della Nus Consulting conferma che in Italia le tariffe idriche dell'ultimo quinquennio sono aumentate di oltre un terzo, arrivando nell'ultimo anno a superare il tasso d'inflazione, i dati raccolti saltano subito agli occhi. A Cagliari l'acqua si paga quasi sei volte in più che a Milano, tre volte in più di Venezia due volte in più rispetto a Trieste e Genova. In ogni caso, solo Bologna (con 188,25 centesimi a metro cubo) e Palermo (157,63 cent/mc) risultano davanti in classifica. Nel capoluogo emiliano l'aumento rispetto al 2007 è stato dell'8,7 per cento, mentre per i genovesi addirittura il 10,8. Alle spalle di Cagliari tutte le altre grandi città: Firenze (136,80 centesimi con un più 7,4 per cento rispetto al 2007), Torino (126,68 centesimi e più 7,9 per cento) e così via con Roma (a 90,61 centesimi e una tariffa più cara del 3,2 percento) e Bari e Napoli (rispettivamente con 90,19 e 72,70 centesimi per metro cubo d'acqua). «Senza sorgenti, la fabbrica dell'acqua per noi inizia negli invasi», prosegue Murtas, «l'Enaf la preleva e poi la distribuisce per l'uso potabile, agricolo o industriale. Noi la potabilizziamo nei 40 potabilizzatori e poi la portiamo nelle case dei sardi. Solo per fare un esempio, spendiamo 30 milioni di euro l'anno solo per sollevarla e spingerla sino ai comuni più alti. Poi la raccogliamo nuovamente e la depuriamo nei 370 depuratori così da immetterla nuovamente in natura. È chiaro che chi ha fonti sorgive, ha spese inferiori».
Tuttavia Abbanoa contesta di dato della Nus Colsulting: «La nostra media è di 1,19 euro al metro cubo, sotto quella italiana di un euro e mezzo e molto sotto quella tedesca che è di 4 euro al metro cubo». Ma c'è il rovescio della medaglia. «L'acqua di Cagliari è al terzo posto in Italia per bontà e qualità organolettiche. Meglio di quella imbottigliata».
FRANCESCO PINNA

31/08/2008