Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Campus, forse è la volta buona

Fonte: L'Unione Sarda
27 luglio 2011

UNIVERSITÀ. La Regione dà mandato all'Ersu di inviare un progetto al ministero dell'istruzione

Nuova corsa contro il tempo dopo dieci anni di progetti e veti

La Giunta regionale dà mandato all'Ersu di presentare al ministero dell'Università e dell'Istruzione un progetto da «almeno 500 posti letto» da realizzare nell'area ex Sem, in viale La Playa. La delibera, finalizzata a partecipare a un bando per ottenere finanziamenti, è stata approvata ieri mattina dall'esecutivo Cappellacci che l'ha immediatamente trasmessa al presidente dell'Ersu Daniela Noli. I tempi, del resto, sono strettissimi: entro domani il Ministero deve ricevere via e-mail un progetto preliminare, pena l'esclusione dai fondi. Per questo oggi si riunirà il cda dell'ente regionale dello studio universitario per approvare il progetto. Se non ci saranno sorprese sarà quello, già finanziato con 30 milioni di euro (insufficienti per completare l'opera), della società Edilia già oggetto di un accordo di programma tra Comune ed Ersu.
Chissà se questa volta si riuscirà a completare l'iter e ad andare oltre le progettazioni. Perché è dal duemila che si cerca di dare posti letto agli studenti ma tra veti incrociati e guerre politiche non si va mai avanti. Ricostruire i fatti degli ultimi dieci anni aiuta a capire qualcosa. Ad esempio che talvolta i progetti sono cambiati al variare del vento politico e degli interessi in campo.
CONTINUI DIETROFRONT Gennaio 2000. L'Ersu pubblica un avviso per la ricerca di un immobile da destinare a casa dello studente in prossimità del polo universitario di piazza D'Armi. Un mese dopo la Saico, società che fa capo all'imprenditore Vinicio Sarritzu, presenta un'offerta: 240 posti letto in un'area di via Montesanto. Un mese dopo l'Ersu cambia idea e pubblica un nuovo bando. Scompare il requisito della prossimità con il Polo universitario di piazza D'Armi e si indica la vicinanza con i nuovi insediamenti dell'ente, in Corso Vittorio Emanuele e via Roma. L'area dell'ex semoleria della famiglia Cellino è perfetta. Infatti a presentare un'offerta è la Edilia, società che fa capo al presidente del Cagliari (poi uscito dall'affare) e all'imprenditore Romano Fanti (nel frattempo scomparso).
SÌ A EDILIA Intanto l'iter della prima offerta prosegue e a fine luglio la proposta della Saico viene definita «di interesse» da Anna Maria Murtas, direttore generale dell'Ersu. Ciononostante il 28 settembre il cda dell'ente delibera all'unanimità di privilegiare l'offerta di Edilia: 332 posti letto in cambio di 39,5 miliardi di lire più iva. Ma il 12 ottobre il direttore generale comunica la bocciatura dell'offerta della Saico perché ritenuta eccessiva e si invita la società a presentarne un'altra. La Saico presenta una nuova offerta: 240 posti letto, 26,4 miliardi (8,5 in meno) che successivamente viene bocciata.
Nel febbraio del 2002 il rettore Pasquale Mistretta annuncia un campus universitario nelle aree di Coimpresa, a Tuvixeddu. Nel frattempo il Comune dà il via libera al progetto di Edilia (in cambio di un silos da 3000 metri quadri da destinare all'archivio storico comunale). Nel settembre del 2003 un'altra svolta: l'Ersu viene commissariato e al vertice arriva il consigliere comunale serrentiano Silvaldo Gadoni. Nuova inversione: niente campus nell'ex semoleria, si torna a Tuvixeddu, in via Codroipo.
ENNESIMO CAMBIO Nel 2004 alla presidenza dell'Ersu arriva Chistian Solinas (attuale assessore regionale ai Trasporti), che prima congela poi cancella l'accordo del predecessore. Si torna alla ex semoleria e alla Edilia (che ottiene le concessioni edilizie). Ma a Renato Soru la costruzione progettata dagli ingegneri Mauro di Martino e Alessandro Murgia non piace. Firma un protocollo d'intesa con il Comune e affida un nuovo progetto da 1008 posti letto a Paulo Mendes da Rocha: costo 115 milioni. La Giunta regionale lo approva ad aprile 2007 e il 28 aprile 2008 Emilio Floris e Renato Soru firmano un accordo di programma che attua il protocollo d'intesa del 2006. Un accordo che il Consiglio comunale non ratifica (24 febbraio 2009): eccesso di cubatura, è una delle motivazioni. Nel frattempo l'Ersu firma una transazione con Edilia ed acquista per 38 milioni il solo terreno dove deve essere costruito il campus. Oggi siamo fermi lì. E sono passati undici anni.
Fabio Manca

 

I NUMERI. Il fabbisogno
In città 916 letti
per gli studenti,
ne servono 2500

L'Università di Cagliari ha circa 32 mila iscritti, 22 mila dei quali sono fuori sede. A loro disposizione l'Ersu oggi mette solo 916 posti letto mentre, secondo una stima, ne occorrerebbero almeno 2500.
La stragrande maggioranza di loro vive in stanze o appartamenti in affitto, quasi sempre in nero. Da qui la necessità, espressa un numero infinito di volte negli ultimi dieci anni anche attraverso progettazioni e finanziamenti (spesso buttati al vento), di realizzare nuove strutture.
Che non saranno più case dello studente, modello ritenuto superato e - secondo il presidente dell'Ersu Daniela Noli - poco apprezzato dai ragazzi, ma residence con mini appartamenti dove gli studenti possano anche cucinare e vivere autonomamente, con annesse sale studio e lettura, mense (oggi dislocate in zone diverse della città), spazi per lo sport. Insomma un campus.
Secondo il Piano strategico per la residenzialità universitaria e per l'ospitalità degli studenti fuori sede predisposto nel 2009 dall'Ersu, dagli attuali 916 posti letto delle varie case dello studente si potrebbe passare nel giro di 60 mesi a 1800 alloggi, più altri 500 nella Cittadella universitaria di Monserrato. Al documento, predisposto sulla base delle norme contenute nel collegato alla Finanziaria regionale, hanno lavorato per mesi esperti e tecnici dell'Università, della Regione e del Comune (Giampaolo Marchi, Corrado Zoppi, Sebastiano Curreli, Stefano Lilliu e Michele Casula).
La delibera approvata ieri dalla Giunta regionale rappresenta uno stralcio di quel piano. Che non ipotizza solo la costruzione di un campus nell'area ex Sem di viale La Playa ma ragiona anche di stabili da convertire (tra le ipotesi l'ex Tribunale Militare di viale Buncammino o l'ospedale San Giovanni di Dio, quando, come previsto, verrà trasferito), di restyling di alcune vecchie case dello studente, quelle ritenute in posizione strategica, di studentato diffuso, cioè la riconversione di vecchie case nel centro storico in alloggi per studenti. Un sistema gradito all'amministrazione Zedda. Una delle possibilità è stipulare accordi con i proprietari che, possibilmente dopo averli ristrutturati, li affittano a prezzi prestabiliti in una convezione. (f.ma.)