Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Baretti, il rebus della demolizione

Fonte: La Nuova Sardegna
26 luglio 2011

L’ordinanza resta in vigore e non si può aspettare la fine della stagione



La dirigenza comunale valuta la situazione e a breve dovrà ribadire ai titolari dei chioschi cosa fare e soprattutto quando

CAGLIARI. I titolari dei baretti hanno espresso la volontà di demolire i chioschi fuori norma, ma non basta. Da qui a pochi giorni la dirigenza comunale dovrà far sapere come intende chiudere la prima parte della vicenda baretti senza cadere in contraddizione con l’ordinanza che imponeva ai titolari dei chioschi del Poetto di buttar giù i manufatti sulla spiaggia. Nell’incontro che si è tenuto due giorni fa in Comune l’assessore alle Attività produttive, Barbara Argiolas, ha spiegato che per il litorale verrà elaborato un piano di utilizzo dove ci saranno regole chiare per tutti.
Il problema dei titolari dei baretti era capire se per il 2012 sarebbe stato possibile avere l’approvazione dei progetti presentati per il 2011. La risposta è stata no: tutto quel che succederà al Poetto di Cagliari dipenderà dal piano di utilizzo del litorale. L’assessore però ha salutato con favore l’apertura al dialogo da parte dei titolari dei chioschi, il primo passo per ricominciare a ragionare su come conciliare le esigenze di tutela del Poetto con le necessità di dare servizi ai bagnanti e di tenere in piedi le attività economiche fin qui sostenute. Resta il problema delle demolizioni. L’impegno dei titolari dei baretti di cominciare a buttar giù tutto il primo ottobre per finire entro il 31 non è sufficiente. L’ordinanza di demolizione non consente ai destinatari di decidere in autonomia quando ottemperare. Ieri mattina i funzionari si sono riuniti per decidere cosa fare. L’ordinanza di demolizione non è stata infatti messa in discussione da un’ordinanza successiva, emanata dall’allora sindaco Emilio Floris, che poneva problemi di ordine pubblico e di sicurezza dovuti alla presenza dei bagnanti. Un altro aspetto non secondario che va sottolineato vista la confusione ingenerata dalla seconda ordinanza è questo: per annullare l’ordine di demolire tutto occorre un altro ordine proveniente dalla stessa dirigenza che ha emanato il primo. Neppure il sindaco, insomma, può annullare quello che la dirigenza ha disposto dopo gli accertamenti condotti in modo accurato dall’autorità giudiziaria.
Insomma i titolari dei baretti devono rassegnarsi ad andare avanti come richiesto: demolire e poi ricostruire con le regole che arriveranno. Comunque, la demolizione resta un tasto delicato: è oggettivo che in piena estate col viavai di bagnanti un cantiere di demolizione, seppur piccolo, ma presente praticamente a ogni fermata di pullman, rischia di diventare un pesante intralcio. Ecco perché è possibile che si proceda in questo modo: si comincia a smantellare i pezzi più invadenti, per dare l’affondo quando la stagione balneare sarà finita. Probabilmente anche questa soluzione presenta dei difetti, ma avrebbe il pregio di dimostrare che il nuovo percorso è stato imboccato e che l’impegno sincero c’è da parte di tutti i protagonisti dell’annosa vicenda.