Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Poetto: avanti con le demolizioni

Fonte: La Nuova Sardegna
26 luglio 2011

Nessun rinvio, la Procura attende l’intervento dei bulldozer comunali




CAGLIARI. Per i baretti abusivi non c’è scampo, si va avanti con le demolizioni: l’ufficio edilizia privata del Comune ha chiuso l’iter amministrativo e la pratica-Poetto passerà nel giro di qualche giorno al responsabile dell’edilizia privata Mario Mossa. Il dirigente non ha scelta e ha già comunicato alla Procura della Repubblica quello che farà: largo alle ruspe, perchè - al di là delle bufale di stagione, questa vicenda ne è davvero affollata - l’ordinanza firmata a ottobre del 2009 resta inevitabilmente esecutiva e la proroga sindacale di maggio non ha alcuna efficacia sul procedimento in corso. La proposta dei titolari, che vorrebbero abbattere le strutture illegali a partire dal primo ottobre, viene archiviata tra quelle irricevibili. Accolto «con soddisfazione» dall’assessore alle attività produttive Barbara Argiolas, il cronoprogramma ipotizzato dal leader dei chioschisti Sergio Mascia rappresenta soltanto un tentativo estremo di andare avanti sino alla fine dell’estate, incassando abusivamente altri tre mesi di lavoro. Ma non esiste una sola ragione per fermare l’esecutività dell’ordinanza e comunque l’amministrazione comunale non potrebbe farlo: si tratta di area demaniale, quindi sotto la potestà della Regione e la vigilanza della Capitaneria di porto. Ma se anche potesse, pende sulla testa dei dirigenti comunali coinvolti nella controversia l’inchiesta per abuso d’ufficio aperta dal procuratore aggiunto Gaetano Porcu dopo l’uscita dell’ordinanza Floris, un provvedimento sgangherato, richiesto dai titolari dei baretti, che doveva servire ad allungare i tempi della demolizione.
Quindi niente di tutto questo e nessuna proroga possibile: il Comune deve agire. Ora si tratta soltanto di capire come il dirigente Mossa intende farlo: d’intesa con il sindaco - che in questa vicenda non ha alcun ruolo diretto e non potrebbe fermare le ruspe neppure se lo volesse - verrà stabilito un criterio per avviare l’intervento senza danneggiare i frequentatori del litorale cagliaritano. La Procura attenderà soltanto i giorni indispensabili a organizzarlo. Si potrebbe cominciare dagli abusi più pesanti, ma qualunque sia la scelta la demolizione ci sarà. Per completarla c’è tempo fino all’autunno, l’ufficio edilizia pubblica deve dare però un segnale chiaro e immediato al magistrato.
Cade anche la speranza dei titolari - sono venti, per tutti sta per scattare la richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di abuso edilizio e occupazione illegale di suolo pubblico in area demaniale - di mantenere le concessioni nei prossimi anni: non appena il consiglio comunale licenzierà il nuovo piano di utilizzo del litorale (Pul) risulterà cancellata l’autorizzazione provvisoria grazie alla quale - con la concessione scaduta da un decennio e passa - i chioschisti hanno continuato a lavorare. Ma attenzione: l’autorizzazione riguarda l’uso del territorio demaniale, non l’attività commerciale. La legge, come è stato ricordato ormai un numero infinito di volte, prevede che le concessioni vengano messe a gara anno per anno. Qualsiasi alternativa sarebbe fuori dalle norme europee sul demanio marittimo, quindi impugnabile da chiunque abbia titolo a partecipare alla selezione pubblica. D’altronde sarebbe quantomeno singolare che commercianti abusivi, che hanno avuto il privilegio di lavorare al Poetto per oltre dieci anni in barba alle norme urbanistiche e a quelle del codice penale, possano rivendicare un qualsiasi diritto. Semmai a reclamare qualcosa dovrebbero essere gli operatori commerciali rimasti esclusi finora. Oppure chi - come risulta dagli atti dell’inchiesta giudiziaria del pm Porcu - ha pagato 400 mila euro per acquistare un baretto privo di concessione efficace, di fatto una scatola vuota. Ma questa è un’altra storia, di cui si parlerà al processo e che potrebbe riservare nuove sorprese. (m.l)