Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le donne oltre il Mito

Fonte: La Nuova Sardegna
22 luglio 2011

Alla Notte dei Poeti ha debuttato «Fuochi» con le attrici Iaia Forte e Rita Atzeri



Oggi la prima della «Via del Pepe» con Massimo Carlotto




WALTER PORCEDDA

CAGLIARI. Donne tra Mito e contemporaneità. Sono quelle possenti disegnate dai poeti greci e diventate icone di una femminilità che non si piega a banalizzazioni di genere ma vola oltre la storia. Il mito appunto. Come un’onda del mare si insinua e suggerisce anche destini e drammi del nostro tempo popolato talvolta da figure tragiche e archetipe che inaspettamente balzano fuori dalle pagine di cronaca dei quotidiani. Su quei fogli le righe enumerano e sezionano storie di ordinaria follia, raccontando di vite impossibili e di corto circuiti che fanno esplodere dolorose solitudini. Segni evidenti di una separazione e un’ingiustizia che continuano a consumarsi nel tempo. Da secoli ormai. E possono apparire talvolta, anche nei più feroci ed orribili esempi, come un urlo di rivolta.
In questa estesa trama del tempo ha affondato il suo impietoso bisturi la giovane regista Serena Senigallia cucendo con fili larghi un monologo a due voci, «Fuochi-le donne nel mito», mercoledì in prima nazionale al teatro Civico di Castello - per la bella rassegna «La Notte dei Poeti» costruita con un intelligente palinsesto dalla Cedac, direzione artistica di Valeria Ciabattoni -, ieri sera a Dorgali e stasera alle 21,30 a Sirai (Carbonia).
Ecco così un allestimento che è un puzzle intrigante - doloroso e da rimontare in proprio, spettatore per spettatore secondo le personali esistenze - e soprattutto coraggioso. Costruito da tessere di diverso formato e colore, dal classico tragico al tragico quotidiano, è composto nella sua struttura da materiali ad alto contenuto infiammabile. Da maneggiare con cura. E sono due attrici di temperamento, Rita Atzeri e Iaia Forte a dare voce a una partitura in progress che inanella le figure al femminile, da Penelope ad Antigone con la madre che ha ucciso recentemente i due figli annegandoli nel lago e la ragazza uccisa nel corteo per la libertà in Iran. Coro e protagoniste, Forte e Atzeri sono ispirate interpreti del mito ma anche capaci di disvelare con ironia e distacco i punti deboli smontando certezze antiche e luoghi comuni.
Hanno il tempo giusto nel narrare disperazione trovando gli accenti forti nell’isolare il dramma o sfumare il disorientamento, la sensazione di vuoto e vertigine che le passioni accendono. È teatro civile che non consola ma indica impietoso anche le attuali indifferenze davanti a casi inquietanti come la morte circondata di obliquo mistero del giovane romano Stefano Cucchi raccontato passo per passo dalla testimonianza della sorella. Sono le Madri di Plaza de Mayo che in una lettera lanciano i loro strali all’indirizzo di Giovanni Paolo II che implorava pietà per il massacratore Pinochet. Quella stessa pietas che, le donne ricordano, era stata negata alle migliaia di desaparecidos vittime dei regimi fascisti cileni e argentini.
Oggi alle 21,30 si prosegue al Civico con «La via del Pepe» di e con Massimo Carlotto con Elena Ledda, Mauro Palmas, Maurizio Camardi, Silvano Lobina e Marcello Peghin.