Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sguardi d'attoresotto scatto

Fonte: L'Unione Sarda
19 luglio 2011

Sguardi d'attoresotto scatto


Vedi la foto Sfrontati, timidi, stizzosi, felici, stupefatti di straordinario quotidiano e annoiati da una noia esistenziale di antica data. Gli occhi guizzano più rapidi della mente. Interrogati, si spogliano in faccia all'istante subdolo e imbroglione manifestando orgoglio, invidia, cattiveria, afflizione. E dolore e gioia, con ogni agitazione fremente dell'arcobaleno emotivo. Sì, quell'attimo dura quanto basta a uno scatto rivelatore. Un centoventicinquesimo di secondo perché l'obiettivo intrappoli lo smarrimento vertiginoso e fragile di Sabrina Impacciatore sul tetto di un palazzo, mentre la sera cala e la luce inonda i muri. O catturi il fastidio urticoso di Rocco Papaleo al pensiero di quando disse al padre che voleva fare l'attore.

Sono stelle alte o in ascesa del cinema italiano quelle catturate dal fotografo Riccardo Ghilardi nel progetto “Lo sguardo non mente”. Ora è in mostra sino al 31 luglio a Cagliari, nell'ex Palazzo di Città, grazie all'associazione Hermaea archeologia, in collaborazione con la Cineteca Sarda e l'associazione “Luci e Ombre”. Attori e attrici, ma anche registi e sceneggiatori sono stati rivestiti e truccati, posti in un set, sottoposti a domanda a bruciapelo. Onore, morale, direzione del pensiero: vale tutto. Di fatto messi a nudo, a caccia della verità istintiva dello sguardo. Da professionisti dell'interpretazione a uomini e donne che mostrano emozioni proprie. Bang bang bang bang.
Quattro scatti secchi e alla “vittima” la scelta di quale istantanea mettere in esposizione, sotto gli occhi di tutti. Ride Carlotta Natoli, volto televisivo di “Tutti pazzi per amore”. Le si chiede “L'antistress più efficace della tua vita è il sesso?” ed è seduta su una poltrona di ferro e velluto. Elegante, evidentemente scomoda, pezzo forte di una stanza degli interrogatori per vip. “Certo che sono invidiosa” sembra dire Claudia Pandolfi. E Claudia Gerini, di profilo, nella pienezza di una pancia immensamente gravida, ha un lampo di consapevolezza davanti al quesito “Qual è il personaggio più importante che interpreterai nella tua vita?”.
Carlo Verdone volta lo sguardo mentre risponde. Verità o menzogna su quella sedia che torna e ritorna, ma poi scompare. Resta appesa al muro o appare un'ombra riconoscibile, appena un'impronta. Sino a quando non finisce dal ferrivecchi, con Valerio Mastandrea, di spalle all'obiettivo, che chiude gli occhi. “Ognuno ha ciò che merita?” il quesito. Alessio Boni, Alessandro Haber, Ninetto Davoli, Daniele Liotti, Victoria Cabello ed Elio Germano, alcuni dei nomi.
Potenti i ritratti. Forte di donna, colmo di colore da giungla metropolitana, provocatoriamente tridimensionale, lo scatto del 2009 a Donatella Finocchiaro: sguardo bellicoso, ornata di bambini guerriglieri della borgata capitolina. Bambola tra le bambole, una Regina Orioli di mille ruoli e mille giochi. Non mancano le domande di denuncia. Una luce perfetta su una Nicole Grimaudo accovacciata sulle macerie e interrogata su temi scottanti (“Il cinema italiano è prigioniero di un sistema”). Scenografia fatiscente anche per il regista Antonello Grimaldi con lo sceneggiatore Daniele Cesarano, alle prese con “Il cinema italiano è un campo minato?”.
Grande forza evocatrice anche il ritratto corale “Favorevoli o contrari alla pena di morte?”. Jasmine Trinca nel ruolo di boia che poggia la mano sulla spalla dell'innocente Carolina Crescentini. Insieme a loro Sergio Albelli, Alessia Barela, Francesca Figus, Lillo, Michela Andreozzi e Gianmarco Togna calati in un'atmosfera da giudizio universale.
Manuela Vacca