Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bus al party dell'ingorgo

Fonte: L'Unione Sarda
15 luglio 2011


Media di 15 chilometri orari tra Quartu e la periferia di Cagliari
Un autista della linea “30”: «Va peggio nel periodo delle scuole»
«Va molto meglio rispetto al resto dell'anno: le scuole sono chiuse, il traffico è meno intenso». Lo dice con candore, il conducente della linea 30 del Ctm, che alle 8,30 del mattino si consola perché la coda verso Cagliari, in viale Marconi, inizia “solo” a metà del tratto sopraelevato di Is Pontis Paris. «Nel periodo delle lezioni a scuola», aggiunge, «la coda inizia ben più indietro, all'altezza di Carrefour, e si scioglie soltanto a Cagliari, allo svincolo per l'Asse mediano di scorrimento».
IL CONDUCENTE Nicola Garbarino ha 56 anni, gli ultimi trenta dei quali trascorsi al volante dei mezzi pubblici del Ctm. Superfluo precisare che, da quell'osservatorio mobile, per quanto riguarda il traffico ha visto tutto ciò che c'è da vedere, infatti non si scompone quando gli si para davanti un serpente di lamiera. Un po' come Sean Connery nei vecchi film dell'agente 007 - subito dopo un'esplosione termonucleare, rimaneva perfettamente pettinato e con la giacca in piega - anche Garbarino non porta addosso i segni dello stress da fila in viale Marconi: più che guidare autobus, di mestiere fa quello che aspetta. Che la coda si muova un po', sottinteso. È stoico, in questo: riesce perfino a sorridere anche se il bus è pieno di facce assonnate e nervose di pendolari, che di bruciare minuti nelle code farebbero volentieri a meno.
LA PARTENZA Alle 8,15 il bus della linea 30, un tempo “C Rosso”, lascia via Brigata Sassari a Quartu, cioè la fermata che precede il viale che più di tutti giustifica lo stipendio dei rilevatori statistici del traffico. Garbarino affronta viale Marconi con la stessa rassegnazione richiesta per distendersi sulla poltrona del dentista, eppure sereno perché sa che cosa l'aspetta. Il tratto quartese scorre veloce, proprio perché alla grande festa dell'ingorgo non sono più invitati gli studenti e i loro genitori-autisti: fino a settembre.
LA CODA Sono le 8,22, cioè sette minuti dopo la partenza da Quartu, quando il conducente abbandona l'acceleratore e usa solo il pedale del freno: molla un po' e poi tutto giù, poi un altro po' e di nuovo freno “a tavoletta”: «Arrivati», ironizza. Nel senso di arrivati al calvario. Il grafico della velocità media, fino a quel momento soddisfacente (oltre 22 chilometri orari, fermate incluse), va in picchiata: cinque minuti dalla caserma dei Vigili del fuoco agli studi di Videolina (appena ottocento metri) significano una media inferiore ai dieci all'ora, che tale rimane fino all'incrocio con l'Asse mediano di scorrimento.
NERVOSISMO Intanto - il che succede ovunque, ma soprattutto nel punto in cui la rotatoria di Is Pontis Paris s'immette in viale Marconi - il parabrezza del bus sembra lo schermo gigante di un videogioco: spuntano auto da destra, da sinistra, l'impressione è che escano anche da sotto il mezzo pubblico: «Nessuno vuole avere un autobus davanti, il che non ha senso perché tanto siamo tutti in coda», sospira il conducente, «quindi tentano di sorpassarci in tutti i modi, soprattutto tagliandoci la strada». In trent'anni di guida, Garbarino è riuscito a raggiungere una pace interiore davanti alla quale perfino il Dalai Lama avrebbe una crisi di nervi: per l'invidia. Li guarda, quei forzati della coda - uno per ogni auto, in rari casi due: meditate, gente, meditate - mentre si agitano inutilmente e rischiano piccoli incidenti pur di rubare una manciata di secondi. «Tanto», commenta serafico, «qui siamo tutti, e qui dobbiamo rimanere».
FINE DELLA FILA Tutto passa, nella vita, compreso il semaforo di via Mercalli, e poi anche l'incrocio con l'Asse mediano: «Gran parte del traffico se ne va lì, perché ci si muove: lentamente, ma ci si muove», analizza l'autista della linea “30”, che con la “31” (percorso simile con deviazione a Quartucciu e a Selargius) è la più stressante per i conducenti del Ctm, proprio a causa delle code. Poi passa anche il semaforo all'incrocio con via Sarpi, seguito da quello di via Cavaro. Arrivederci e grazie, signor Garbarino.
IL BILANCIO Sono le 8,37: da Quartu ai primi metri di via San Benedetto a Cagliari (5,4 chilometri), sono stati necessari 22 minuti in periodo di chiusura delle scuole. Significa una velocità media inferiore ai 15 chilometri orari. Che vertigine.

 

MOLENTARGIUS. È il suo habitat: la vegetazione non si può eliminare
Parco nascosto dal pollo
Vive nel canneto che impedisce la visuale
Attrattiva turistica, ma solo in caso d'incendio. Sono tanti i controsensi che regnano su viale Marconi: della lista fa parte anche la visibilità dello stagno, impedita da un canneto fitto come una foresta pluviale. Soprattutto nel tratto quartese, ma anche negli ultimi metri di competenza di Cagliari, per quasi tutto l'anno chi percorre il nastro d'asfalto è privato di una vista incantevole: il Molentargius con la sua fauna protetta, primi fra tutti i fenicotteri. Tra luglio e agosto, quasi tutti gli anni, quel sipario che nasconde meraviglie improvvisamente si spalanca e regala la vista altrimenti negata: succede quando il solito delinquente appicca le fiamme al canneto, distruggendolo.
DANNI GRAVI «Vero, a quel punto il compendio naturale si vede in tutta la sua spettacolarità fino a quando non ricrescono le canne», ammette Marco Loddo, direttore del Parco del Molentargius, «ma non è il caso di festeggiare: lo stagno è un sito d'interesse comunitario e il canneto è l'habitat naturale di una specie protetta, che vive solo qui e in Sicilia: il pollo sultano».
LA FAUNA Sempre lui, il pollo. Con tutto il rispetto per il pennuto, che merita la tutela di cui gode, in effetti è il sultano della terza città della Sardegna. Nel senso che comanda lui. I lavori per il raddoppio di via Fiume, a Quartu, erano stati interrotti per mesi perché stava nidificando, e se lo stagno rimane invisibile da viale Marconi è sempre perché il capo è lui.
IL PARCO Loddo sta al gioco, considerato che da queste parti l'umano genere si fa fregare da un pollo, ma poi fa sul serio: «Rovesciamo il problema: esisteva prima lo stagno, viale Marconi è arrivato dopo». Ovvia la conclusione: è l'asfalto che disturba il parco, non viceversa. Assegnato il primo punto al direttore, però, il problema rimane: «Il pollo sultano si ciba della canna, quindi quella è una zona di integrale conservazione, cioè protetta dal vincolo più stretto. Forse una potatina si potrebbe dare, ma sarebbero necessarie molte autorizzazioni. Oltretutto l'operazione non sarebbe semplice, perché il canneto è profondo. Perfino noi che siamo la direzione del parco», aggiunge Loddo, «non riusciamo a installare un cartello di legno con le indicazioni dei percorsi, perché da sei mesi la pratica è in giro per uffici. E pensare che dobbiamo installarlo per legge».
E lo stagno? Non resta che immaginarlo.