Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Anci, lo strappo col Consiglio

Fonte: L'Unione Sarda
13 luglio 2011

Non basta la mediazione di Claudia Lombardo perché i capigruppo non trovano l'accordo

 

Slitta la legge sull'Unione dei comuni. I sindaci: «Pronti alle dimissioni» Dal Consiglio regionale non arrivano le risposte attese e i sindaci dell'Anci sono pronti alla battaglia per il mancato riconoscimento giuridico all'Unione dei comuni. La mediazione del presidente dell'assemblea Claudia Lombardo non è bastata per sbloccare l'impasse sull'iter legislativo perché i capigruppo (serviva il via libera unanime) non sono riusciti a trovare un accordo che assicurasse una corsia preferenziale alla legge invocata dai comuni: «Ringraziamo il presidente del Consiglio che è stato gentilissimo e ha cercato di trovare una soluzione al problema», spiega il direttore dell'Anci Sardegna Umberto Oppus, «ma qualcuno dei capigruppo si è messo di traverso, impedendo all'Unione dei comuni di ottenere un riconoscimento sacrosanto per svolgere al meglio numerosissime attività amministrative».
VERSO LE DIMISSIONI I 35 presidenti delle Unioni in Sardegna sono pronti a dare le dimissioni «perché non si può andare avanti con questa confusione normativa», continua Oppus. «In tutte le regioni italiane le Unioni dei comuni sono enti locali formalmente riconosciuti, mentre nell'Isola sono stati inspiegabilmente retrocessi allo status di associazioni». Per l'Anci la situazione è gravissima e una delegazione ieri avrebbe voluto intervenire alla riunione della Commissione autonomia in via Roma, riunione in realtà non convocata.
L'INCONTRO CON IL PRESIDENTE Da qui l'invito di Claudia Lombardo, che ha incontrato i rappresentanti dei comuni, dicendosi disponibile ad accelerare l'iter legislativo per cambiare forma all'Unione dei comuni. Ma la riunione dei presidenti dei gruppi politici non ha dato l'esito sperato per portare in fretta alla legge richiesta dall'Anci. «È assurdo che ci sia questo atteggiamento», si lamenta il direttore dell'Associazione dei comuni, «perché si stanno creando gravi danni alle nostre attività. Per esempio ci sono limitazioni legate alla raccolta differenziata e anche al patto si stabilità». Oppus chiarisce poi un concetto: «Se qualcuno pensa che dietro la nostra protesta ci sia la voglia arrivare a qualche poltrona, sta sbagliando strada», perché «all'Unione dei comuni non è previsto alcun tipo d'indennità».