Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il paradiso dimenticato

Fonte: L'Unione Sarda
11 luglio 2011

CALAMOSCA. A cinque minuti dal centro la baia trascurata dalle istituzioni

 

Strade dissestate, sporcizia e servizi inesistenti 
Vedi tutte le 2 foto I credenti prima di uscire di casa si fanno il segno della croce. Chi non crede si affida alla fortuna, perché per arrivare bisogna percorrere una lingua d'asfalto stretta e rattoppata. Poi, trovare parcheggio è impresa ardua che mette alla prova i nervi. Specie di sabato e di domenica. A destinazione si può scegliere se prendere il sole sulla spiaggia o sulle rocce e nel frattempo odorare il profumo di mirto, cisto e degli altri arbusti della macchia mediterranea che inebriano l'atmosfera. Ma anche l'odore delle alghe che marciscono sull'arenile. Da un lato si possono osservare gabbiani e cormorani appollaiati sugli scogli che scrutano il mare alla ricerca del pasto. Dall'altro, cumuli di macerie edili e transenne che sbarrano la strada di uno strapiombo mai messo in sicurezza. È un angolo di natura selvaggia a cinque minuti dal centro di Cagliari. È Calamosca, l'insenatura urbana figlia di un Dio minore.
LA STRADA Dopo l'albergo, nella strada che prosegue fino a Cala Fighera, l'asfalto è scomparso e affiorano le pietre. Percorrerla significa fare slalom tra buche profonde e dossi. «Il problema è che si passano la patata bollente tra Comune e demanio», spiega Alessandro Mameli, direttore de La Paillote, il club-stabilimento balneare che c'è alla fine del viale. «Non c'è illuminazione, l'asfalto praticamente non esiste». E poi elenca quello che si potrebbe fare. «Un lastricato, ad esempio. E poi parcheggi distanti e portare le persone con un pulmino elettrico. Ma queste sono cose a cui dovrebbe pensare l'amministrazione». Invece? «Non succede nulla. Ogni anno è sempre peggio».
IL BUS Arrivare in bus fino a Cala Fighera è impossibile. Le linee 5 e il 5/11 fanno capolinea davanti alla caserma dell'Esercito. La frequenza media, secondo il Ctm, d'estate varia da 11 a a 15 minuti di giorni e fino a 30 minuti fino la mattina fino alle otto e la sera dalle 23.
I SERVIZI CHE MANCANO A Calamosca di domenica gli ombrelloni sono a meno di un metro uno dall'altro. Tra i bagnanti c'è un gruppo che frequenta questa spiaggia tutto l'anno. E che ne conosce pregi e, soprattutto, difetti. Come Anna Maria Starita e suo marito. D'estate, ogni mattina prima di piazzare l'ombrellone raccolgono mozziconi di sigarette e altra spazzatura con il rastrello. «Lo facciamo da trent'anni», spiegano. E poi domandano: «Ne vede bagnini?» Poi, Starita si rivolge al Comune: «Perché al Poetto ci sono e qui no?». Il salvamento non è l'unico servizio che manca. Pierpaolo Meloni sabato ha fatto visita ai due bagni chimici sulla strada. «Sono andato via, erano sporchissimi», racconta il bagnante, anche lui un habitué . In spiaggia, infatti, non ci sono né bagni, né docce. «Nemmeno una fontanella».
«Se Calamosca fosse in Costa Azzurra non la lascerebbero in questo stato», conclude amareggiato il direttore dello stabilimento balneare. «Invece noi l'abbiamo e la lasciamo degradare. È una perla abbandonata».
Mario Gottardi Reg. Trib. di Cagliari - Decreto