La rassegna ha chiuso i battenti, primi bilanci

Oltre 400mila visitatori per i 60 anni della Fiera «ma ora è tempo di cambiare»





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CAGLIARI. Si è conclusa ieri sera la 60/a edizione della Fiera campionaria della Sardegna. Dodici giorni intensi che hanno visto un leggero incremento nel numero di visitatori rispetto allo scorso anno, con oltre quattrocentomila presenze. «Si tratta di un dato ottimo - commenta il direttore della Fiera Benedetto Etzi - a conferma che ancora la Campionaria tiene nonostante la concomitanza in città di una serie di eventi. Ci vorrebbe un maggiore raccordo tra Comune, Provincia e Fiera per rendere un servizio ottimale ai cittadini. Un’idea potrebbe essere legare ai diversi avvenimenti cagliaritani, agevolazioni tariffarie per favorire l’accesso e potenziare la partecipazione dei cittadini».
Intanto la dirigenza dell’Ente già pensa alla prossima edizione della Campionaria con la consapevolezza che è necessario svecchiare e ammodernare. «L’anno prossimo la Campionaria verrà rimodulata non tanto nei contenuti quanto in chiave organizzativa - anticipa il presidente Gianni Biggio - con la realizzazione di saloni specializzati interni alla generale, nei settori dell’edilizia, agricoltura e arredamento. Ma per fare ciò è necessario un coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli albi professionali. L’obiettivo è rendere il quartiere fieristico un luogo deputato non solo al business to business ma anche all’aggregazione e confronto sulle problematiche dei vari settori produttivi». «Occorre innovare i comparti dell’informatica, comunicazione e tecnologia applicata alla vita quotidiana. Chiederemo ai nostri espositori uno sforzo - prosegue il presidente dell’Ente - perché si facciano portatori di questa esigenza con le case produttrici».
Negli ultimi anni si sta sviluppando sempre più un rapporto tra fiere nazionali e rappresentanze estere con l’obiettivo di favorire un interscambio.
«Prendiamo atto con soddisfazione - conclude Gianni Biggio - che alla Fiera internazionale della Sardegna guardano con particolare attenzione alcuni Paesi del centro e dell’Est Europa».