Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Orto botanico in dono al Comune

Fonte: La Nuova Sardegna
1 luglio 2011



Nell’incontro tra sindaco e rettore ipotesi di scambi e collaborazioni




ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. L’università chiede case e mense per gli studenti fuorisede, che sono i due terzi dei frequentanti, ma ha anche qualcosa da dare: per esempio lo splendido giardino dell’Orto botanico. L’ipotesi è seria, presentata come possibile nell’incontro tra il rettore Melis e il sindaco Zedda avvenuto il 13 giugno scorso. L’università ha avviato trattative col comune di Monserrato per avere terreni nei quali allestire un altro Orto botanico, in linea con la scelta definitiva di trasferire vicino al policlinico tutti i laboratori, le attrezzature, le sale per l’insegnamento delle facoltà scientifiche e costituire così una cittadella della scienza autonoma, funzionante e razionale per i servizi che, accorpati, saranno a disposizione di tutti gli studenti, i docenti e i ricercatori. L’Orto botanico di viale Fra Ignazio resterebbe nella proprietà dell’ateneo che si farebbe carico delle manutenzioni, ma il Comune potrebbe gestire il giardino per aprirlo al pubblico e inserire un’altra preziosa tappa nel percorso storico-archeologico-naturalistico che, con fatica, si sta cercando di ricomporre nell’antica vallata di Palabanda, affianco dell’anfiteatro romano e sotto il San Giovanni di Dio. Dunque, ecco i problemi che l’università ha messo sul tappeto nell’incontro col sindaco, il quale ha dichiarato di voler seguire in prima persona il rapporto con l’ateneo.
Edilizia universitaria. Melis: «Assistere gli studenti fuorisede solo con borse di studio significa da un lato incentivare il pendolarismo, che non è mai una buona condizione per chi studia, dall’altro alimentare il mercato dei fitti. Occorrono posti letto e mense». L’amministrazione Zedda vuol ricominciare dalla pratica del campus di viale La Plaia, «che non è in contrasto col campus diffuso», diceva il rettore, «nel quale si voleva ristrutturare case del centro storico e renderle disponibili per gli studenti, una scelta possibile che però noi pensiamo non possa essere l’unica perché i posti non sarebbero moltissimi e poi non creerebbe quell’aggregazione necessaria fra i giovani».
Campus per stranieri. Sono cominciati i lavori per ristrutturare l’ex istituto di medicina del lavoro nella clinica Aresu, Melis spiega che servirà per gli studenti stranieri (sei, settecento ragazzi ogni anno) e per i visiting professor. «Al Comune abbiamo chiesto di valutare la possibilità di un contributo per ristrutturare anche un altro piano e quindi raddoppiare la disponibilità di posti».
Locali. «Per noi andare a Monserrato significa accorpare facoltà ora sparse, per la città significa avere a disposizione edifici storici come il San Giovanni di Dio e il palazzo delle Scienze. Tutto questo sarà possibile quando si completerà la cittadella universitaria di Monserrato: grazie al finanziamento della Regione, che molto ci ha aiutato, abbiamo bandito il concorso di idee per la cittadella e stiamo progettando il centro di ricerca per le facoltà. Ma l’ateneo comincerà a liberare parti del San Giovanni trasferendo già una chirurgia (di Uccheddu) e l’Otorino una volta finito il blocco Q. L’università ha anche un grande patrimonio museale: da mettere a disposizione della collettività».
Manifattura Tabacchi. Il rettore ha chiesto al sindaco se questa non possa diventare un laboratorio di creatività per gli studenti della facoltà di Architettura che, nella bella sede di via Corte d’Appello, può sviluppare solo didattica e ricerca ma non ha spazi per altre, necessarie, attività.
Viale Fra Ignazio. Nell’ex casa di riposo e accanto al palazzo delle Scienze funzionano due centri della Caritas aperti ai bisognosi. L’ipotesi delineata dal rettore al sindaco è quella di valutare la possibilità di offrire altri spazi alla Caritas e quindi di poter rendere disponibili per l’ateneo quegli edifici.