Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tra grandi eventi, Poetto nuove idee e conti in regola: la città di Massimo Zedda

Fonte: La Nuova Sardegna
1 luglio 2011






ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Grandi eventi, baretti del Poetto ma soprattutto progetti, conti in ordine e funzionalità dell’amministrazione: questi i primi obiettivi del sindaco Massimo Zedda.
Il «sindaco ragazzino». In diversi lo hanno chiamato «sindaco-ragazzino» per il viso acqua e sapone che dimostra meno dei suoi 35 anni. Un appellativo che nascondeva probabilmente anche un implicito giudizio di inesperienza. Ma in questo inizio di mandato il primo cittadino sta dimostrando di voler «affrontare i problemi per risolverli, uno ad uno», come racconta l’accordo fatto con la Camera di commercio per l’individuazione di uno spazio per i grandi eventi con relativa struttura, da sistemare all’interno della Fiera.
I grandi eventi. Quanto deciso dovrebbe permettere di salvare la stagione degli spettacoli estivi, inzialmente programmati nell’anfiteatro romano - su cui la soprintendenza ha posto il veto per i gravi danni che l’impalcatura lignea sta causando al monumento. Insomma il «sindaco-ragazzino», se da un lato ha visto compressa la sua vita («la mia giornata lavorativa comincia di mattina verso le otto con la lettura dei quotidiani e finisce non prima dell’una del mattino, quando mi corico») con una girandola di impegni che già si leggono sul suo viso, dall’altro ha chiaro che occorre essere concreti e pragmatici.
L’Ente lirico. Nel divano del suo studio di via Roma, nel palazzo municipale, tra antiche scrivanie, arazzi, retablo e pittori dell’Ottocento, Massimo Zedda sembra sempre non essersi mai abituato alla macchina fotografica. L’attesa per potergli parlare è durata un giorno, «non per scortesia ma in questo momento sta discutendo con un assessore, poi ha un appuntamento coi sindacati dell’ente lirico (che ha un debito molto pesante - ndr)...» - «Gli faccio compagnia in auto...» - «Non è possibile: vuole leggersi una serie di documenti prima di incontrare i rappresentanti dei lavoratori. Poi all’ora di pranzo deve...». Ad ogni modo Zedda preciserà che il teatro di via Sant’Aleniscedda va valorizzato «col coinvolgimento di altri enti e lo stesso vale per il parco della musica (il nuovo spazio realizzato in piazza Giovanni XXIII - ndr).
Contro gli sprechi. Le voci maligne affermano che è sensibile alla società dell’immagine, ma il suo comportamento è sobrio, più vicino all’atmosfera austera del suo studio ufficio da sindaco, che non alla figura del «ragazzino» spensierato. E i gesti simbolici che ha fatto (il dimettersi da consigliere regionale prima di aver maturato la pensione) o progettato («ridurre le auto blu a tre-quattro: a un parco macchine a chiamata, quando occorrono») sono, appunto, «solo simbolici anche se importanti». Ma Zedda ha anche chiaro «che risparmi veri si fanno altrove, lavorando sul bilancio e sui residui passivi».
I debiti. Dalla sua voce sempre pacata, da studente diligente, traspare fastidio e irritazione: «Ora il Comune si ritrova a dover pagare un debito di otto milioni di euro per un contenzioso che risale al 1978, per dei terreni espropriati dal Muncipio a Monte Urpinu... Il bilancio che mi ritrovo l’ho ereditato, era stato approvato in tutta fretta». E al nuovo inquilino di via Roma resta la patata bollente del debito.
I trasporti cittadini. Il giorno del colloquio, gli impegni pubblici del primo cittadino sono cominciati in viale Ciusa, nella sede del Ctm, l’azienda di trasporti cittadina di cui il Comune è proprietario del 67 per cento. Negli ultimi anni l’azienda è diventata più efficiente, ma i problemi sono tanti: i sindacati, ad esempio, sono in fibrillazione. Avevano preparato una lettera per il sindaco, ma hanno lamentato che non gli è stata consegnata. Poco dopo il primo cittadino si sposta in via Roma, nella sede dell’Autorità portuale, per partecipare a una riunione del Comitato che gestisce lo scalo. E non è un incontro formale: si decide il via al distretto della nautica che, dopo il vaglio del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, dovrebbe sorgere all’interno dello scalo industriale.
Una Giunta giovane. Intanto in palazzo comunale la fila d’attesa aumenta: quattro persone lo aspettano sedute sul divanetto dell’andito che affianca il suo studio. L’appuntamento col cronista è in tarda mattinata, tra un impegno e l’altro. Arriva anche Susanna Orrù (responsabile delle Politiche sociali) che deve vedere col sindaco alcuni problemi. Su dieci assessori della squadra di Zedda sei sono donne, spesso giovani come e più di lui (la Orrù ha 38 anni, Enrica Puggioni, Cultura, 32).
Le Politiche sociali. Alle questioni sociali va una fetta molto grande del bilancio (oltre 50 milioni) e in una città come Cagliari, con un tasso di anzianità tra i più alti d’Italia, i problemi da risolvere sono tanti. «Vi sono molte persone che si trovano in una situazione di forte disagio e non solo per l’età. A tutti va data la possibilità di una vita vivibile. Ma questo non basta: credo che ognuno debba sentirsi parte importante e attiva della città. Non bisogna intendere l’assistenza come elemosina: occorrono progetti in grado di far partecipare tutti, è prioritario superare la società del malessere», spiega Zedda.
Le case irraggiungibili. Poi c’è la questione casa: se a Cagliari risiedono molti più ultra sessantacinquenni che ragazze e ragazzi al di sotto dei 15 anni, deriva anche dagli alti prezzi degli alloggi: i giovani fuggono nell’hinterland. «Stiamo studiando per cercare di ridurre i prezzi». In parallelo va affrontato il recupero dei centri storici, un potenziale bacino per gli alloggi. «Ma non è stato ancora adeguato il piano regolatore al Ppr regionale».
Il Cagliari calcio. I problemi sono tanti. E il Cagliari che «scappa» dallo stadio di Sant’Elia? «Certamente i rossoblù devono giocare in città e non fuori...» - «Il presidente del Cagliari calcio, però, vuole in cambio la rimozione dell’attuale stadio» - «No, il Sant’Elia è un patrimonio importante e va recuperato».
La mancanza di regole. In attesa c’è anche il consigliere regionale Chicco Porcu. Durante la chiacchierata col sindaco, la porta è socchiusa: una signora si affaccia: «Ti posso parlare un attimo...?» - «Certo, più tardi...». Poi l’uscio viene fatto chiudere e un’espressione di fastidio ricompare nel viso del primo cittadino: il suo ufficio è aperto a tutti ma non un porto di mare. Più tardi Zedda incontrerà i funzionari comunali interessati alla questione baretti del Poetto. Sui chioschi del lungomare pende dal novembre del 2009 un’ordinanza di demolizione dello stesso comune per mancanza di autorizzazione edilizia e per utilizzo abusivo di suolo pubblico (hanno sforato sulle concessioni demaniali). «Bisonga innanzi tutto ristabilire le regole. Manca il piano di utilizzo del lungomare: la giunta precedente ha avuto tutto il tempo per farlo, ma non lo ha realizzato e ora bisogna intervenire in tempi rapidi».
I soldi non spesi. Tra i punti centrali c’è il buon funzionamento della macchina comunale e Cristina Mancini (già dirigente dell’amministrazione provinciale) è stata nominata direttore generale. In precedenza c’era Pietro Cadau (presidente di Abbanoa che è partecipata dal Comune). Ora: niente confusione di ruoli tra controllato e controllore, ma «collaborazione e interscambio tra i vari assessorati». Il tutto «per rendere più efficiente la macchina amministrativa. Ad esempio: il Comune ha tante cause aperte e noi spendiamo ogni anno due milioni e quattrocentomila euro per le vertenze. Occorre riesaminare e trovare accordi sui contenziosi: per destinare questi fondi ad altro. Poi ci sono i residui attivi e passivi che ci trasciniamo da decenni». Numeri enormi: le cifre non spese e quelle non pagate da anni, sono vicine ai 500 milioni per entrambe le voci.