Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ora il Comune sta con gli ecologisti

Fonte: La Nuova Sardegna
30 giugno 2011

Ieri in un ricorso al Tar il Municipio si è smarcato dalla Coimpresa



In precedenza c’era stato un ricorso contro il vincolo protettivo sul canyon disposto dalla soprintendenza

MAURO LISSIA

CAGLIARI. Arriva una svolta politica nell’eterna controversia legale su Tuvixeddu: l’amministrazione Zedda non affiancherà più Nuova Iniziative Coimpresa nella battaglia davanti ai giudici amministrativi per l’edificazione del colle punico, come aveva scelto di fare la giunta Floris. La decisione è apparsa chiara ieri mattina all’udienza pubblica sul vincolo per interesse culturale e storico imposto nel 2009 dalla Sovrintendenza architettonica sull’area del canyon, contro il quale si erano schierati con due ricorsi la società del gruppo Cualbu e il Comune: la responsabile dell’ufficio legale Carla Curreli ha chiesto ai giudici un rinvio della decisione a data da destinarsi, manifestando implicitamente una caduta d’interesse per la causa e di conseguenza un cambio d’indirizzo sulla complessa questione di Tuvixeddu: «L’amministrazione - ha spiegato l’avvocato - sta valutando la possibilità di rinunciare al ricorso». A quel punto è stato il legale di Coimpresa, l’avvocato Pietro Corda, a insistere perchè il Tar andasse comunque a sentenza. I giudici - presidente Rosa Panunzio, relatore Marco Lensi, consigliere Francesco Scano - si esprimeranno comunque nei tempi tecnici necessari. Ma al di là delle questioni di merito - l’abbandono annunciato dal Comune potrebbe pesare sulla decisione, ma non è detto - conta la scelta politica del sindaco Massimo Zedda e dell’assessore all’urbanistica Paolo Frau: dopo un decennio in cui l’ente pubblico si era schierato apertamente al fianco del costruttore, investendo corpose parcelle sulla difesa del piano di edificazione dei colli punici e della costruzione del parco archeologico pubblico, la nuova amministrazione di centrosinistra passa dall’altra parte, dove si trovano le sovrintendenze ai beni culturali e storici con le associazioni culturali ed ecologiste - Gruppo di Intervento giuridico, Italia Nostra e Legambiente - impegnate in un confronto senza esclusione di colpi per impedire che la necropoli punico-romana più importante del Mediterraneo venga accerchiata da palazzi e ville. Parlare di svolta storica è forse eccessivo. Di certo con questa decisione clamorosa il giovane sindaco ha mostrato di voler giocare davvero la partita del cambiamento, in linea con chi l’ha votato e con l’origine politica della sua candidatura. Il confronto su Tuvixeddu ha assunto ormai da anni una valenza che va al di là delle questioni di merito: sull’opportunità di realizzare o no il piano Coimpresa si sono scontrate due anime lontane della città, quella che fa capo all’impresa dominante del cemento e l’altra, che in una battaglia impari contro la giunta Floris ha cercato di opporsi con ogni arma legale. Curiosamente, l’amministrazione Zedda si ritrova adesso fianco a fianco con la giunta Cappellacci, che nel passaggio elettorale ha ereditato dal governo Soru la vertenza legale su Tuvixeddu ma ha scelto di non cambiare rotta. All’udienza di ieri ha partecipato anche Legambiente con l’avvocato Giuseppe Andreozzi, mentre le ragioni dell’ufficio ministeriale erano tutelate dall’avvocatura dello stato.
Quest’ultima vicenda è cominciata a metà del 2009, quando il sovrintendente Gabriele Tola decise di avviare la procedura di vincolo sull’area del canyon - dov’era previsto il passaggio di una strada d’accesso al quartiere - in quanto zona interessata da archeologia mineraria e quindi tutelabile in base al codice Urbani. La procedura andò avanti senza concludersi nei 210 giorni indicati dalla legge, ma all’udienza del 24 marzo 2010 le parti in causa - a ricorrere sono stati Coimpresa e il Comune - scelsero di attendere la decisione del Tar senza tener conto dei termini scaduti. A distanza di sedici mesi i giudici si sono ritrovati davanti a una situazione cambiata: l’amministrazione comunale non preme più perchè quel vincolo venga annullato. A esercitare il diritto di ricorrere contro quella scelta è rimasto solo il costruttore, reduce da una sconfitta davanti al Consiglio di Stato: i giudici di palazzo Spada hanno stabilito che le norme del piano paesaggistico valgono pienamente su Tuvixeddu, quindi anche i vincoli imposti a suo tempo dalla Regione.